Marco Giusti per Dagospia
Un bel mattino.
Difficile non amare Léa Seydoux, attrice meravigliosa, adorata da tutti i registi, generosa rispetto a progetti difficili se non difficilissimi, da “La vita di Adele” di Abdelattif Kechiche a “Crimini del futuro” di David Cronenberg, pronta al realismo come a situazioni più estreme. Nel romantico, sentimentale, minimalista “Un bel mattino” scritto e diretto da Mia Hansen-Love, costruito interamente su di lei, e dove è piaciuta a tutti l’anno scorso a Cannes e piacerà sicuramente a tutte le signore italiane, dà vita a un personaggio, un alter ego della regista, che non ha nulla di glamour ma che è costretto a confrontarsi duramente con la vita di tutti i giorni.
LEA SEYDOUX Un bel mattino
Interpreta Sandra, un’eroina del nostro tempo, che non si piega di fronte a tutti i colpi bassi della vita. Vedova da cinque anni, vive da sola a Parigi con la figlioletta e campa di traduzioni, ha una madre un po’ invadente come Nicole Garcia, e un padre separato, Pascal Greggory, vecchio professore di filosofia che sta perdendo la vista, ma soprattutto la testa per una sindrome neurodegenrativa, che lei accompagna in un calvario di ospedali e posti di riposo perché ha bisogno di assistenza continua.
Un bel mattino.
Per amore, ma soprattutto per disperazione, Sandra si butta di getto tra le braccia di un amico scienziato del defunto marito, Melvil Poupaud, sposato con figlio e scarsa voglia di lasciare la moglie. Come tutti i mariti infamelli. Per Sandra ogni mattina, il titolo è ironico, inizia così un calvario di doveri e sofferenze che accetta da bravo soldato, ma dove per lei non ci sono grandi soddisfazioni e non si vede un radioso futuro.
Un bel mattino.
Così, dopo un periodo di sesso continuo, capisce che non ne può più di fare l’amante di un uomo che la lascia, torna, poi la rilascia. Magari la ama, ma intanto viene per scopare. Il meccanismo lo conosciamo tutti. Mia Hansen-Love ha messo in scena la sua stessa storia col padre malato, ha trovato un grande attore rohmeriano come Pascal Greggory in grado di far funzionare questo ruolo ingrato, ma soprattutto ha costruito tutto il film sul personaggio di Sandra, che Léa Seydoux interpreta con una finezza e un’intelligenza da grande attrice che può adattarsi a ogni ruolo.
un bel mattino. 3
Da parte sua, la regista, pur irrigando il film, come spesso fa, scrive “Libération” di una “voluttuosa perfezione parigina, distillando tutti i segni sociologici di un piccolo ambiente e della sua enorme biblioteca”, non si chiude per fortuna nel cinema autocelebrativo e piagnone di alta classe borghese, ma trova una sua strada reale per raccontare una storia che viviamo o abbiamo vissuto o vivremo in molti. Ve lo ripeto. Le signore di Parioli-Prati-Pinciano lo ameranno molto. In sala.
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