Marco Giusti per Dagospia
joaquin phoenix c'mon c'mon 2
Non perdetevi questo sorprendente "C'mon C'mon", scritto e diretto da Mike Mills con un Joaquin Phoenix decisamente lontano dalla pazzia e dalla violenza del Joker. Qui è il normalissimo Johnny, depresso regista di drammi radiofonici che chiede ai bambini americani come pensano sia il loro futuro.
Registra le loro storie e le loro idee e registra anche le sue alla fine della giornata. Quando andrà a trovare a Los Angeles la sua unica sorella Viv, Gaby Hoffman, figlia nella realtà della musa della Factory di Andy Warhol, Viva, che vive col figlioletto Jesse, lo strepitoso Woody Norman, le cose cambiano.
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Perché Johnny si ritrova a far da baby sitter al piccolo Jesse, visto che la mamma, Viv, deve correre dal marito, Scott McNairy, musicista geniale ma bipolare a Oakland, per convincerlo a entrare in ospedale per curarsi. Così Johnny e Jesse si ritroveranno da soli e Johnny finirà per portarselo in giro per completare il suo programma.
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È vero che "C'mon C'mon " sembra un po' come vedere due film in uno, ma è tale l'alchimia tra i due che è uno spettacolo vedere Joaquin Phoenix in giro per l'America in bianco e nero, Detroit, Los Angeles, ovviamente New York, New Orleans assieme a questo bimbetto adorabile, terribile, delizioso e saputello di nove anni, che lo tormenta mettendo a nudo tutti suoi tanti non detti che lo hanno reso il depresso e triste che è.
c'mon c'mon
I limiti del film, e di tanti altri film americani, stanno nella continua verifica psicologica dei comportamenti dei personaggi. Sembra un'ossessione. Come se ogni azione, anche la più infantile, avesse bisogno di una spiegazione teorica, di un testo a fronte.
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Che puntualmente troviamo, con frasi e riferimenti adeguati. Il regista del film e lo stesso protagonista adulto Johnny non fanno altro che studiare tutto in maniera compulsiva, anche quando le nostre madri, senza ricorrere a libri particolari, avrebbero risolto certe situazioni con un paio di ceffoni. Lo so che è scorretto e non si dovrebbe neanche dire, ma perfino nel film a un certo punto Johnny riconosce che il nipotino è un po' viziatello.
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Detto questo, il film funziona perché funzionano meravigliosamente in coppia Joaquin Phoenix e questo piccolo prodigio avvolti dal bianco e nero e dalla musica dei fratelli Dressner, gli stessi di Cyrano. È bravissima e naturale anche la mamma, Gaby Hoffman, che lavora come attrice da quando aveva 4 anni per pagare le bollette ai genitori, e deve saperne parecchio di famiglie strane e allargate. In sala.
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