club zero 1
Marco Giusti per Dagospia
Preparatevi perché è un film non facile e non proprio gradevole. Non venne neanche accolto bene a Cannes lo scorso maggio. Ma quando un film del concorso, molto atteso, viene massacrato a Cannes, spesso ha qualcosa di buono o molto buono che non viene capito perché fuori dalle letture più facili e banali. Uffa. È il caso di questo complesso, politico, "Club Zero" ultramilitante film dell'austriaca Jessica Hausner che piacerà sicuramente alle ragazze più combattive, dove il "mangiare coscientemente" diventa solo un'arma per capire il sistema capitalistico nel modo più estremo.
club zero
Col digiuno totale che ci fa superare ogni dipendenza dalla merce, come la chiamava Marcuse (sarà ancora attuale?) E quindi ogni rapporto con il patriarcato massivo. Il capitale. Non lo dico io, lo spiega più o meno con queste parole una delle allieve della professoressa Mia Wasikowska, bravissima, modellata come simil Greta, che ha insegnato ai suoi allievi prima come mangiare distanziandosi dal cibo poi a toglierlo proprio.
Club Zero.
Costruito con grande e eleganza senza cedere un attimo al comico o all'ironico, è un film talebano che arriva a punte estreme, come mangiare il proprio vomito in un ciclo infinito, o passare natale con la rivoluzione finale negli occhi. Credevo, in realtà, che non arrivasse in Italia, perché è un film molto divisivo e le critiche cattive lo punteranno, ma penso che possa molto piacere a un pubblico più attento. Anche perché tocca temi attuali e profondi come il cibo le diete il riscaldamento globale. E il vecchio capitalismo. Ce lo ricordiamo, no? In sala.
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