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    SGARBI MEJO DI CALIGOLA (CHE FECE CONSOLE UN CAVALLO): NEL 2012 DA SINDACO DI SALEMI IL CRITICO NOMINO’ ASSESSORE ALL’ANTIMAFIA IL SUO AUTISTA – IL FATTO: “IL SOTTOSEGRETARIO, PER CINQUE ANNI, HA UTILIZZATO UN AUTISTA SENZA MAI VERSARGLI IL BECCO D’UN CONTRIBUTO, COSÌ COME ERA ACCADUTO E SAREBBE ACCADUTO AD ALTRI DOPO DI LUI, MALTRATTATI, ABBANDONATI ALL’AUTOGRILL O SCHIANTATI…” – LA TESTIMONIANZA: “FACEVO MILANO-ROMA IN TRE ORE E MEZZA, COME UN FRECCIAROSSA”


     
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    Thomas Mackinson per il “Fatto quotidiano” - Estratti

     

    SGARBI E IL SUO EX AUTISTA PASQUALE LA MURA SGARBI E IL SUO EX AUTISTA PASQUALE LA MURA

    E Sgarbi nominò il suo autista “assessore all’antimafia”. Il 23 marzo 2012 il piccolo Comune di Salemi, in provincia di Trapani, fu sciolto per le infiltrazioni della criminalità organizzata che il sindaco-critico d’arte si era sforzato in tutti i modi di negare, avendo anche alzato i necessari anticorpi.

     

    “Salemi, Sgarbi nomina l’assessore antimafia”, titolavano i giornali siciliani a metà agosto 2011. Non sapevano che l’incaricato di cotanto ufficio non era un ex magistrato o un prefetto in pensione: era l’autista e collaboratore personale di Sgarbi al quale, avendo perduta la patente, il sindaco aveva trovato il modo di garantire lo stesso uno stipendio da 1.000 euro al mese, pagato però con i soldi pubblici. Sgarbi in versione Caligola, insomma, che tutto può fare, anche nominare console il suo cavallo.

     

    vittorio sgarbi in auto vittorio sgarbi in auto

    Questa storia racconta però anche altro: che il sottosegretario di Stato, per cinque anni, ha utilizzato un autista senza mai versargli il becco d’un contributo, così come era accaduto e accadrà ad altri dopo di lui, maltrattati, abbandonati all’autogrill o schiantati, le cui testimonianze sono state raccolte e pubblicate dal Fatto, in un articolo sull’avvilente epopea degli autisti di Sgarbi.

     

    Pasquale La Mura oggi ha 55 anni e lavora per un imprenditore. “Non provo rancore per Sgarbi, tutt’altro. Se parlo oggi di questa vicenda è perché penso sia ora che in questo Paese gli autisti dei politici abbiano diritto a contratti regolari e trattamenti adeguati”. La Mura racconta così quel periodo della sua vita. “Sono stato il suo autista dal 2006 al 2012”. Prima era stato un commerciale, poi l’autentica folgorazione: “Grazie a Vittorio sono stato nei migliori alberghi d’Italia, con lui ho girato dappertutto e ho conosciuto persone influenti, un’esperienza incredibile, che ho scelto e oggi non rinnego”. Certo, c’era anche un prezzo da pagare ed era “la vita alla mo’ di Sgarbi”, con le sue “sregolatezze”.

     

    vittorio sgarbi in auto 3 vittorio sgarbi in auto 3

    Racconta Pasquale di corse a rotta di collo su e giù per l’Italia. “Diceva ‘andiamo, dobbiamo essere a Roma’ e io facevo Milano-Roma in tre ore e mezza, come un Frecciarossa. Non c’erano sabati e domeniche, la notte e il giorno si invertivano”. Finché un giorno, dalle parti di Ferrara, una paletta rossa si alza per lui. A La Mura tolgono la patente per alcuni mesi. “Non ero con lui, ma lo stavo raggiungendo. Si dimostrò comprensivo”.

     

    Tanto comprensivo che all’età di 42 anni, senza pregresse esperienze in politica, l’autista si ritrova assessore alla antimafia di Salemi. Singolare anche il mandato di Sgarbi per l’assessore antimafia nella città in cui “la mafia non c’è”: combattere “l’antimafia di carriera” e quanti “la invocano impropriamente per ammantare di importanza indagini grottesche, ridicole o inventate” (cit. Sgarbi). “Me lo ha proposto lui, io non ho chiesto niente”, dice La Mura 13 anni dopo, forte del fatto che l’attività di amministratore comunale è documentata da deleghe (Polizia municipale e le Manutenzioni), delibere e interventi.

     

    PASQUALE LA MURA PASQUALE LA MURA

    “Mi disse ‘ti faccio assumere dal Comune così un contratto ce l’hai. Poi l’incarico lo presi seriamente ma chiarii subito a Vittorio che riavuta la patente avrei ripreso a fare l’autista”.

    Sgarbi oggi dice: “Ero minacciato dalla mafia per la guerra all’Eolico, lui era stato indicato dalla prefettura con la nomina di assistente di Pubblica Sicurezza”.

    Fine della storia dunque? Manco per niente.

     

    A marzo 2012 l’autista-assessore comunica a Sgarbi “con effetto immediato” le proprie dimissioni. A determinarle, si legge nella lettera, erano “condizioni di lavoro ormai insostenibili, sia dal punto di vista fisico che psicologico”.

     

    “Ero sfibrato da quella vita – racconta oggi –, a volte riuscivo a impormi dicendo ‘Vittorio devo riposare, qui la macchina si ferma, sennò vai a piedi’. Ma dopo 5 anni avevo capito che io dovevo cambiar strada”.

     

    vittorio sgarbi in auto 6 vittorio sgarbi in auto 6

    Quella con Sgarbi però torna a incrociarsi presto, il tempo di scoprire che per quei cinque anni di lavoro, le società a lui riconducibili (Simposio Srl e Areté Srl) non gli avevano versato un euro di contributi previdenziali. Idem per straordinari, trasferte, Tfr e via dicendo. “Avevo chiesto mille volte un vero contratto, alla sua segreteria”, ricostruisce oggi La Mura. “Alle mie richieste seguivano sempre promesse vaghe, dovendo portare avanti una famiglia me le facevo bastare, fino alla richiesta successiva”.

     

    Inizia così una lunga mediazione con i legali della società Aretè Srl, che all’epoca curava le attività del critico, società poi dichiarata fallita nel 2016 con un debito verso il Fisco di 1,3 milioni di euro.

     

    (…)

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    Le trattative si trascinano per quasi un anno, da febbraio a dicembre 2012. “Alla fine ho rinunciato”, racconta Pasquale: “Era passato quasi un anno e ormai lavoravo per altri con un contratto regolare e ben pagato. Non avevo più voglia di combattere quella battaglia e perder soldi in avvocati. Forse ho fatto male e non solo a me, ma anche agli altri autisti che mi avrebbero sostituito”.

     

    L’ultima comunicazione dei legali di Sgarbi risale al 13 dicembre 2012. Era un definitivo e totale diniego, manco più i 43 mila euro promessi, così motivato per iscritto: “La società cliente (Aretè Srl) non è più disposta a concludere un accordo con il signor La Mura, dal quale, ormai, teme che (anche una volta concluso l’accordo e incassato il denaro) quest’ultimo sporgerebbe comunque denuncia presso le autorità competenti”.

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