• Dagospia

    IL CINEMA DEI GIUSTI – SE NE VA PATRICE CHÉREAU, UN INNOVATORE SENZA STECCATI: “PER ME, CINEMA, TEATRO, OPERA, SONO LA STESSA COSA: SI RACCONTANO STORIE CON GLI ATTORI”


     
    Guarda la fotogallery

    Marco Giusti per Dagospia

    Se ne va anche Patrice Chéreau, a soli 68 anni, per un cancro ai polmoni, fondamentale e coltissimo regista francese di cinema, teatro e, soprattutto, opera. Un innovatore, a cominciare dalla sua celebre messa in scena del Ring di Wagner a Bayreuth nel 1976 con la direzione musicale di Pierre Boulez che è rimasta nella storia dell'opera e che lo ha lanciato come uno dei grandi giovani registi del suo tempo.

    locandina intimacy chereaulocandina intimacy chereau

    Lui stesso pensava di essere responsabile per le sue stravaganze nell'opera della deriva dell'"Eurotrash". Nato nel 1944 a Lézigné, Maine-et-Loire, figlio di una coppia d'artisti, ha dedicato interamente la sua vita allo spettacolo, attivissimo ovunque. "Per me, cinema, teatro, opera, sono la stessa cosa", diceva, "si raccontano storie con gli attori". Celebri, a teatro, le sue messe in scena di "Lulu", "Don Giovanni", "Così fan tutte", "Tristano e Isotta" a La Scala. Ultimamente era direttore del Theatres des Armandiers a Nanterre.

    Patrice ChereauPatrice Chereau

    Al cinema la sua "Regina Margot" con Isabelle Adjani ha vinto la Palma d'Oro a Cannes nel 1994, "Intimacy" l'Orso d'Oro a Berlino nel 2001. E' stato Presidente della Giuria di Cannes nel 2013. Come regista di cinema ha diretto dodici film quasi tutti importanti. A cominciare da "Un'orchidea rosso sangue", 1975, con Charlotte Rampling, Bruno Cremer, Edwige Feullière, Alida Valli, curiosa versione del noir di James Hadley Chase già molto spinto sull'erotismo, presto seguito da "Judith Rherpauve", 1978, con Simone Signoret e dal più celebre "L'homme blessé", 1983, uno dei primi mélo omosessuali, che rivelò lui e i suoi attori, sia Jean-Hugues Anglade che il nostro Vittorio Mezzogiorno sulla scena internazionale.

    Patrice Ch reauPatrice Ch reau

    Non è mai arrivato da noi "Hotel de France", 1987, con Valeria Bruni Tedeschi e Vincent Perez, mentre "La regina Margot", 1994, fu un grande successo ovunque. Più contorti e meno spettacolari i successivi "Ceux qui m'aiment prendront le train", 1998, con Pascal Greggory, Valeria Bruni Tedeschi e Jean-Louis Trintignant, "Intimacy", 2001, un film sulla passione tratto dai racconti di Hanif Kureishi con vere scene di sesso tra i due protagonisti, Kerry Fox e Mark Rylance, che fece scalpore, poi "Son frère", 2003, "Gabrielle" con Isabelle Huppert e "Persecution" con Romain Duris, Charlotte Gainsbourg e il suo vecchio attore, Jean-Hugues Anglade, che abbiamo visto a Venezia, ma che non riscosse grande successo.

    patrice chereaupatrice chereau

    A lungo cercò di mettere in piedi una vita di Napoleone con Al Pacino protagonista. Curiosamente, Napoleone lo aveva interpretato come attore nel bel film di Youssef Chahine "Adieu Bonaparte", 1975. Come attore lo troviamo in "Danton" di Andrzej Wajida nel ruolo di Desmoulins. In "L'ultimo dei Mohicani" di Michael Mann fu il generale Montcalm, ma interpretò anche "Lucie Aubrac" e "Il tempo dei lupi", 2003, di Michael Haneke.

    Molto attivo anche come uomo pubblico in Francia, dette il suo supporto per le campagne elettorale di Lionel Jospin e di Ségolene Royal. Era quasi di casa a Roma a Villa Medici qualche anno fa quando era direttore del Centro Culturale il suo amico collaboratore Richard Peduzzi, che fu scenografo di molte delle sue messe in scena.

    patrice chereaupatrice chereau

     

    la reine margotla reine margot intimacy chereauintimacy chereau
    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport