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delrio mazzoncini
Il governo fa campagna elettorale, ma chiude la stalla quando i buoi sono scappati. Il Cipe, casualmente convocato a quattro giorni dal voto, ha approvato stanziamenti di ogni tipo, da 740 milioni per cultura, turismo e centri storici a 850 milioni assegnati a Invitalia per i contratti di sviluppo, da 250 milioni per ricerca e sanità a 200 milioni per un fondo contro le delocalizzazioni (anti Embraco, per capirci) fino a quasi un miliardo per la messa in sicurezza di ferrovie (connessioni ferroviarie e rinnovo materiale rotabile strade), trasporto urbano e metropolitano, porti, dighe e persino ciclovie.
Quest’ultima spesa, voluta dal ministro Delrio, arriva beffardamente dopo il lunedì nero in cui l’Italia è stata paralizzata da quattro dita di neve e dalla temperatura scesa di qualche grado sotto lo zero, e si è letteralmente spaccata in due. Sempre l’ineffabile ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato parere favorevole alla seconda tratta della statale Jonica in Calabria (costo un miliardo), al progetto definitivo della Telesina (460 milioni), a interventi sulla Civitavecchia-Orte (467 milioni) e tante piccole grandi opere.
DELRIO CALENDA
Tutte cose importanti, intendiamoci, ma che avrebbero dovuto essere già fatte da tempo e che è a dir poco paraculo approvare proprio alla vigilia del voto. Nonostante questa tardiva magnanimità, Delrio è riuscito a dimenticarsi di altre cose molto urgenti.
Per esempio, non è stato ancora approvato dal Cipe il finanziamento all’unica autostrada, la Roma-Teramo alias A24, che la protezione civile ha definito strategica e indispensabile per tenere collegata Roma e la dorsale tirrenica con quella adriatica, e che deve essere messa in sicurezza dopo i sismi che hanno colpito Abruzzo e Marche.
renzi boschi delrio
E pensare che proprio in questi giorni Teramo ha salvato la connessione tra Sud e Nord lato Adriatico dalla paralisi causata dall’impreparazione ad una bufera che il meteo aveva previsto già da un paio di settimane. La nevicata aveva infatti bloccato il traffico merci tra Marche e Romagna, ma i Tir sono stati dirottati sulla A1 attraverso la Roma-L’Aquila, evitando un disastro economico enorme.
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