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    IL COLD CASE D’ANNUNZIO – PER GIORDANO BRUNO GUERRI IL VATE FU AVVELENATO DALLA BADANTE-SPIA O SPINTO ALLA MORTE CON UN MIX MICIDIALE DI SESSO E COCAINA. LEI ERA LA PARTNER DI GIOCHI EROTICI DEL POETA. POTREBBE AVERLO PORTATO ALL’ICTUS” – IL MANDANTE? FU IL DUCE. D’ANNUNZIO, FEROCEMENTE ANTINAZISTA AL PUNTO CHE CHIAMAVA HITLER L’“ATTILA IMBIANCHINO", ERA CONTRARIO ALLE LEGGI RAZZIALI – IL CASO VA RIAPERTO. LA SALMA ANDREBBE RIESUMATA. LO CHIEDERÒ AL PRONIPOTE…”


     
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    Estratto dell’articolo di Francesco Specchia per Libero Quotidiano

     

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    d annunzio emy heufler d annunzio emy heufler

    Giordano Bruno Guerri, storico lieve e tignoso, nonché presidente del Vittoriale degl’italiani tra le pagine della sua prossima biografia di Gabriele D’Annunzio - La vita come un’opera d’arte (Rizzoli, pp 300, euro 27) rende pubblico un sospetto atavico: il Vate fu avvelenato, probabilmente dal regime fascista.

     

    Caro Guerri, quest’idea della governante-infermiera Emy Heufler che avvelenò D’Annunzio, è una teoria che gira da qualche tempo.Tu ci credi?

    «Si tratta di un cold case. Se n’era parlato solo a livello complottistico, ma studiando sempre più le carte e le circostanze storiche, mi sto rendendo conto che l’abbiano davvero ucciso. Avvelenato, ma è solo una delle ipotesi. Oppure potrebbe essere stato spinto alla morte da una serie di eccessi costruiti ad arte. Spingere un settantecinquenne già debilitato a esagerare col sesso, ma soprattutto con la cocaina, o con un mix micidiale di sesso e cocaina, equivale a ucciderlo».

     

    giordano bruno guerri d annunzio cover giordano bruno guerri d annunzio cover

    La cocaina soprattutto a Fiume – perdoni il bisticcio - scorreva a fiumi. Ma se D’Annunzio ne avesse abusato non avrebbe influito, a lungo andare, sulla sua produzione letteraria?

    «D’Annunzio si aiutava nei rapporti sessuali con la coca, e ne era effettivamente dipendente. Questo è un dato storico. E io dico sempre che è una fortuna che il Vate abbia conosciuto la droga tardi, e che abbia preso il vizio quando aveva già prodotto tutto il meglio artistico. D’altronde la coca, allora non era vietata, la si dava agli aviatori per tirarsi su, come agli alpini si somministrava il grappino. D’Annunzio voleva disintossicarsene, ma mai ci riuscì».

     

    Tornando alla presunta assassina, che genere donna era la Heufler?

    «Emma/Emy, era un’altoatesina discreta di madrelingua tedesca. Era  entrata in casa introdotta dalla moglie stessa di D’Annunzio che l’aveva raccomandata. Era giovane, bella, e D’Annunzio ovviamente cadde volontariamente nella rete. E lei cominciò a fargli terra bruciata, plagiandolo, prendendone in mano la vita, allontanandolo perfino dagli affetti. L’aveva isolato perfino dalla stessa Luisa Baccara e, alla fine, anche da Amélie Mazoyer la “bruttina assai” che divenne l’amante-governante di D’Annunzio più temuta del Vittoriale».

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    Una badante decisionista che ne sostituisce un’altra. Mi ricorda qualcosa...

    «Emma era una badante che, diciamo, fornisce servizi molto particolari. Prende in pugno la situazione, diventa la partner di giochi erotici del poeta, e di fatto accompagna D’Annunzio nel suo declino, fino alla morte. Potrebbe averlo portato all’ictus».

     

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    E perché affermi che il committente sarebbe stato il Duce in ascesa? Il quale Duce, ti ricordo, di D’Annunzio diceva: «È come un dente cariato: o lo ricopri d’oro o lo estirpi».

    «E lo estirpò. Guarda, D’Annunzio era ferocemente antifascista, e soprattutto antinazista. Non è un caso che la sua ultima uscita pubblica è nel 1937 alla stazione di Verona, quando va incontro a Mussolini rientrato dal viaggio in Germania con Hitler. E cerca di convincerlo a lasciar perdere il Führer che lui chiamava l’“Attila imbianchino”. La cosa era risaputa, qualcuno dell’entourage potrebbe aver deciso di toglierlo di mezzo».

     

    In effetti, per fermare la fama eroica di D’Annunzio il regime difficilmente poteva prenderlo di petto. Ma c’era un momento particolare in cui potesse essere fatto fuori senza dare troppo nell’occhio?

    d annunzio emy heufler d annunzio emy heufler

    «Tieni conto che nel 1937 D’Annunzio era diventato, dopo Marconi, presidente dell’Accademia d’Italia. E, agli inizi del ’38 – proprio nel marzo del ’38 sarebbero entrate in vigore le annunciate leggi razziali - il Vate avrebbe dovuto tenere a Roma un discorso ecumenico davanti a tutte le autorità, la stampa, il governo. E non è escluso che il regime temesse che, appunto, le sparasse grosse contro Mussolini. Immaginati il casino...».

    D ANNUNZIO JOLANDA BACCARA D ANNUNZIO JOLANDA BACCARA

     

    Come fare per risolvere il “cold case” sull’avvelenamento di D’Annunzio, il caso freddo che dovrebbe essere riaperto?

    «Un esame del dna dei resti sarebbe utile per scoprire le cause della morte, e risolverebbe un giallo. Per riesumare la salma occorre innanzitutto il permesso degli eredi; lo chiederò al pronipote Federico D’Annunzio che già collabora col Vittoriale». 

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