Michela Moro per “Vernissage – il Giornale dell’Arte”
dago togato
Roberto D’Agostino invitato a tenere una lectio magistralis a Oxford: e un evento che nessuno si sarebbe immaginato quando, nel 2000, il giornalista romano attivo il sito Dagospia, che lui definiva «un bollettino d’informazione» ma considerato, tra curiosita e perplessita, scandalistico e denso di pettegolezzi, un’eresia del giornalismo.
Michela Moro
Invece era il classico «nemo propheta in patria»: l’attendibilita e l’unicita di Dagospia, punto di riferimento della comunicazione a cui tutti, in primis politici e giornalisti, guardano quotidianamente, vent’anni dopo hanno portato D’Agostino alla prestigiosa Oxford Union Society dove il suo intervento «History of Now» e stato seguito con grande interesse, riscattandoci dalla poco brillante performance di Beppe Grillo, unico predecessore italiano invitato a esprimersi sullo stesso tema.
Com’e stato parlare nel piu classico dei luoghi del sapere a parlare di futuro?
dagospia and friends a oxford
Oxford e una cattedrale della cultura che guarda il mondo con attenzione: ovviamente il web e un punto focale. C’era molta pressione, era un appuntamento al buio. Ma le loro modalita di studio mi hanno conquistato, sono fantastiche: ogni due studenti c’e un tutor. Erano molto soddisfatti perche sono curiosissimi su tutto quello che riguarda le mutazioni del mondo contemporaneo. Oggi siamo al centro di un sisma, sulle macerie di un futuro che non e limpido: e crollato un muro ma vediamo solo la polvere dell’Intelligenza Artificiale, di Facebook e dei social media.
TIM BERNERS LEE
Tutto e stato talmente rapido: Tim Berners-Lee inventa il protocollo del web nel 1989 e Instagram nasce nel 2010, dieci anni dopo Dagospia. Ogni mese sono attivi su Facebook 2,4 miliardi di persone su 7,7 miliardi di abitanti, quindi Facebook non puo essere la Spectre.
Com’e iniziato tutto questo?
Determinante e stato nel 2008 l’evento Lehman Brothers, punta dell’iceberg dell’economia mondiale in default. Il ceto medio, proletarizzato, ha trovato internet, un’autostrada dove esprimere idee, rabbia e tensioni. Non c’e piu nulla di stabilito ma caos e disordine, oggi si confonde la digitalizzazione con hater e sovranismo ma sono gli shock economici che trovano via di sfogo sui social media.
dago in the sky il regime dell'arte 18
E un’Apocalisse culturale con un degrado morale globale. Sembra di parlare d’invasione di alieni ma quale civilta stanno distruggendo? Che cosa ci ha lasciato il ‘900, il secolo della sapienza? Ha visto due guerre mondiali e l’Olocausto. Francamente il nuovo e meglio del vecchio. Il fucile e puntato contro i social media, ma la cultura del ‘900 ha cambiato il mondo e non l’uomo, mentre se vuoi convincere qualcuno gli dai un oggetto, un dispositivo: il coltello, l’aratro, il treno, la lampadina, la fotografia.
picasso dora maar
Questo ha cambiato l’uomo, non certo il Manifesto di Marx, e la pillola anticoncezionale e stata piu efficace del femminismo. Quando il computer si e trasformato in oggetto da tavolo ha mutato le nostre vite, e non Picasso, una Biennale o un film. La rivoluzione tecnologica e data dalle invenzioni e il pc e stato il Rinascimento digitale; se do a qualcuno uno smartphone gli cambio l’esistenza, tanto quanto ha fatto Gutenberg con i caratteri mobili, lasciando stecchita la cultura orale. Il terremoto della stampa e stato un passaggio di conoscenza da alcuni a un’altra classe, e cosi che si sono aperti orizzonti sconfinati, non con Michelangelo ne con Leonardo.
Christian Marclay 48 Hours
Ma ci saranno aspetti positivi. «Dago in the Sky», la sua trasmissione in onda su
Sky Arte dal 2016 e giunta alla quarta edizione, e un programma denso di colori e immagini.
disegno di michelangelo della crocifissione per vittoria colonna
Con «Dago in the Sky» mi sono reso conto che esistono macchine incredibili con le quali puoi lavo- rare immagini molto diverse, sovrapponendole ed elaborandole. La tecnologia e pazzesca ma tecnicamente semplice, talmente avanti che permette di fare cose incredibili se hai fantasia e cultura. Il contenuto fa la differenza. Vediamo come il risultato migliore possano essere i lavori di Christian Marclay con «48 War Movies», Hito Steyerl con «This is the Future», o quelli di Pipilotti Rist che lavora su quattro schermi a sandwich. Dipende sempre da che cosa vuoi fare. Inoltre una volta realizzato il tuo lavoro, il sistema binario ti permette di trasferire qualsiasi cosa dove vuoi tu perche conta quello che ti frigge in testa e dove lo vuoi.
basquiat e
Era profetico gia all’inizio degli anni Ottanta quando indicava Basquiat, vivente, come un fenomeno da osservare. Sempre stato patito dell’arte?
Considero Basquiat il Picasso della nostra epoca. Un cubista che nasce dalla Street art e dall’arte africana, la sua scissione mentale era gia binaria. Nel 1981 Basquiat espose da Mazzoli a Modena, aveva appena fatto il passaggio da Samo a Basquiat, dall’essere writer ad artista. Erano altri tempi, possono sembrare distanti e lontani, ma l’arte era collegata alla musica, tutto procedeva insieme, con Bowie, i Talking Heads, Laurie Anderson, Lou Reed, e non era mainstream.
LE STELLE DI MARIO SCHIFANO
La copertina del disco, spesso progetto di artisti, oggi non esiste piu. Schifano aveva un complesso musicale: le Stelle; non era mercato ma un’esperienza per la mente. Proveniva tutto dalla sottocultura hippy degli anni ‘60-70, era realta aumentata, musica con arte, per creare una mutazione.
Quando ha iniziato a interessarsi all’arte?
A meta degli anni ’70, frequentando quotidianamente Achille Bonito Oliva. Ricordo che una sera mi porto a cena dal gallerista Cleto Polcina e rimasi molto impressionato da un lavoro di zollette: era «La rosa di zucchero» di Aldo Mondino, del ’72, che pagai con le cambiali, un milione di lire al mese. Fu il mio primo acquisto. Negli anni ’80 rifiutai un‘opera di Keith Haring offertami da Salvatore Ala perche era lunga sei metri e non sapevo dove metterla. A Roma ho frequentato tutti gli artisti: Boetti, Schifano, Ceroli e gli altri.
dago e achille bonito oliva
Per anni ho avuto la casa piena di opere dedicate ad Achille Bonito Oliva, spesso suoi ritratti; lui teneva tutto in magazzino perche non gli piaceva avere opere alle pareti. Ricordo un Ontani bellis- simo. Quando Anna, mia moglie, venne a vivere con me gliele resi perche lei era ossessionata da tutte quelle facce di Achille!
I suoi gusti?
damien hirst-fuma-pisello-fuori
Ho sempre preferito i dervisci di Mondino all’Arte povera, e in genere all’arte piu astratta. All’epoca regalai un piccolo arazzo di Boetti a un amico per il compleanno perche non avevo altro in casa e non mi importava possederlo. Ho sempre cercato di avere un filo rosso: le mie guide sono state la fede e l’eros. Ho molte opere legate al sacro: «Ascension» di Bill Viola, un crocifisso immerso nel sangue di Andres Serrano, disturbatore che incontravo al bar della Pace di Roma; ho sacrificato la stanza degli ospiti per riallestire «New Religion», la cappella di Damien Hirst come l’artista l’aveva progettata. Ma il lavoro che amo di piu e «Mars» di Nam June Paik, una scultura con 28 monitor della fine degli anni ’80 che trasmettono immagini basate sui frattali che non si ripetono mai.
Bill Viola 202
Che genere di collezionisti siete lei e sua moglie Anna?
Siamo emotivi e non sistematici, anzi, non siamo collezionisti. Chi entra in casa nostra pensa di es- sere a un luna park perche mescoliamo l’alto con il basso, siamo pieni di gadget che a volte catalizzano gli ospiti piu di Kiefer o Schifano. La casa rappresenta la mia vita, non e uno showroom da collezionista.
Che cosa la colpisce per prima in un’opera d’arte?
L’inaspettato, quello che m’illumina, cio che ho nella testa ma non lo so. L’arte e un approccio individuale e non generalizzabile.
Come sono stati i suoi inizi professionali?
Scrivevo per giornaletti musicali, «Ciao 2001», «Ciao Amici», «Popster». Nel ’78 ho iniziato a scrivere di musica su «Lotta Continua», poi son passato a «L’Europeo» di Mario Pirani, quindi a «Panorama» e nell’87 a «L’Espresso».
kiefer
Quando arrivo Dagospia nessuno credeva nel potenziale del web, qualcuno disse perfino: «Il web e una moda stagionale».
Non erano lungimiranti, si vede anche dai giornali e dagli spettacoli dell’epoca. Se avessero guardato i loro figli alle prese con i videogiochi interattivi avrebbero capito di piu del mondo. Non sei passivo: ti metto in mano la console e tu vinci o perdi. L’account e il tuo, non sei piu un fan, l’intermediazione e eliminata.
Dago ph Porcarelli
Tu sei protagonista, e un piacere che nessuno ti toglie. Tu sei la star, la faccia e la tua. Quando ti fai la tua realta parallela, questo non puo non avere un effetto sulle personalita. Il selfie diventa uno specchio e con il telefono ti posti come tu vuoi essere. Artificio o realta? Tutti vogliamo essere altro, s’inizia a credere alla propria fiction ed e per questo che tutti amano internet. Persino i critici fanno incursioni su Instagram cercando altre vie per la loro comunicazione personale: Jerry Saltz, Hans Ulrich Obrist, anche Bonami che fa «The Bonamist».
Un famoso articolo di Giorgio Manganelli per «Il Messaggero» raccontava di come i Greci hanno inventato l’Olimpo per creare una realta parallela. L’uomo e sempre insoddisfatto. L’Olimpo era essere come si vorrebbe, anche la religione ha un suo mondo parallelo: qui valli di lacrime e poi il Paradiso.
Tornando a oggi, qual e la situazione?
il 5g per i gamer
Tutti procedono a fari spenti ma presto il 5G cambiera tutto per via della velocita di connessione, e i cinesi sono avanti tre anni agli Stati Uniti. Oggi il vero controllo non avviene con bombe e marine: quando gli Stati Uniti producono un blackout e lasciano il Venezuela senza luce elettrica per una settimana, la potenza e tale che capisci come con il 5G puoi finire male. Non invadi piu l’Iraq, ba- stano droni e tecnologia.
Lei era profetico nell’uso della tecnologia ed eretico nei contenuti: oggi si puo ancora esserlo con il conformismo imperante? Si sente cosi ancora oggi che e riconosciuto e consolidato?
Il cambiamento e epocale. Nell’era di internet non sarebbe mai successa Auschwitz, con il telefonino in mano non e piu possibile. Nel ‘900 la guerra produceva gli affari con le locomotive che trasportavano le armi e tutto era basato sul- le conquiste territoriali, mentre l’epoca digitale si basa sulla pace. Con internet i fattacci e le risse le vedi subito.
netflix e gli oscar 1
E un sisma mentale. Chi ha inventato tutto questo, pc incluso, non era laureato, non era ideologico, era contro il potere, e sono gli stessi che avevano inventato il videogioco, hippy figli di Timothy Leary, che volevano stare fuori dalla corsa del topo, dall’American Dream. Tutto e nato nei giardini californiani dove li hanno lasciati giocare, e oggi lo streaming di Netflix oscura Hollywood e Netflix non la puo comprare piu nessuno. In inglese «free» significa sia libero sia gratis, su Facebook non c’e il tasto «non mi piace». Hanno cambiato il mondo e hanno vinto perche nessuno puo sostituire Google. Non sono ideologici e vogliono fare i soldi ma in pace. Oggi l’essere profetico muore la sera e rinasce la mattina. Qui non si fanno piani quinquennali. La visione e la cosa importante e ne vedremo delle belle domani e dopodomani.
Dago ph Porcarelli