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    IL CORPO DI MARCHIONNE SARÀ PROBABILMENTE CREMATO, MA NON A ZURIGO - LA CERIMONIA SI SVOLGERÀ IN AMERICA O IN CANADA (TORONTO SEMBRA LA DESTINAZIONE PIÙ PROBABILE, LÌ È SEPOLTA LA MADRE) O A CHIETI - FCA, EXOR E CNH, FERRARI E JUVENTUS, RICORDERANNO IL MANAGER A SETTEMBRE CON DUE OMAGGI A TORINO E AD AUBURN HILLS, A DETROIT


     
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    Alberto Mattioli per “la Stampa”

     

    SERGIO MARCHIONNE SERGIO MARCHIONNE

    L'ultimo viaggio, per lui che passava la vita in aereo saltando da un fuso orario all' altro, l' ha

    portato qui a Zurigo, all'UniversitätsSpital, l'ospedale dell' Università. L'addio di Sergio Marchionne è stato così discreto che non si sa nemmeno con precisione di cosa sia morto. Era stato ricoverato il 28 giugno per un intervento alla spalla destra, forse l'asportazione di un sarcoma, e aveva già preso degli appuntamenti per il dopo convalescenza, che doveva essere veloce.

     

    Invece durante la fase di recupero c'è stata una complicazione improvvisa e inattesa, un' infezione che ha colpito il suo fisico già debilitato e che gli antibiotici non sono stati in grado di vincere. Così il manager è stato spostato in rianimazione, dove però non era attaccato in modo sistematico alle macchine. Poi un nuovo attacco l'ha portato venerdì scorso al coma irreversibile e ieri alla morte. Smentita quindi, pare, l'ipotesi del tumore ai polmoni, resta il mistero sulla causa della morte. Ma ormai ha davvero poca importanza.

    SERGIO MARCHIONNE SERGIO MARCHIONNE

     

    La notizia è arrivata in mattinata. Con Marchionne che lottava per la vita sono rimasti fino alla fine la compagna, Manuela Battezzato, «la mia fortuna» come la chiamava lui, e i figli del primo matrimonio, Alessio e Tyler, che vivono in Canada. Anche da parte loro, discrezione assoluta. Nessuno ha parlato né si è fatto vedere, e la conferma che Marchionne se n' era andato per sempre è arrivata ai giornalisti accampati davanti all' ospedale da Torino. Si è capito che il corpo era già stato portato via quando sono spariti gli uomini della sicurezza che controllavano il portone d’accesso.

     

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    L'ospedale si è rifiutato di confermare la notizia del decesso e in precedenza perfino quella che Marchionne fosse ricoverato lì. Dalla portineria, impeccabilmente cortesi ma implacabilmente discreti, si rifiutavano perfino d' indicare l' ubicazione delle camere ardenti e se vi fosse stato composta la salma. Un giro dentro lo si è potuto fare lo stesso.

     

    L' ospedale è proprio come si immagina: silenzioso, ordinatissimo, pulitissimo. Nei lunghi corridoi è raro incrociare un medico e ancor più un paziente. Unico tocco ironico, una scritta sul muro dell'"HerzZentrum", la cardiologia: «Qui ogni anno aggiustiamo più cuori di quanti ne abbia spezzati Casanova in tutta la sua vita», i soliti italiani.

     

    marchionne marchionne

    Il ricordo Stesso riserbo sui prossimi passaggi. La cerimonia dell' addio sarà riservatissima. Il corpo di Marchionne sarà probabilmente cremato, ma non si sa né quando né dove. Di certo, non a Zurigo. La sua vera casa era il jet, ma aveva due residenze nella Confederazione, una vicino a Losanna, nella Svizzera francese, e l'altra a Schindellegi, nel cantone di Schwyz, in quella tedesca, poco distante da Zurigo.

     

    marchionne berlusconi marchionne berlusconi

    Ma magari la cerimonia si svolgerà in America o in Canada (Toronto sembra la destinazione più probabile, lì è sepolta la madre) o a Chieti dove tutto cominciò 66 anni fa: di sicuro c' è solo che sarà strettamente privata. L' azienda, anzi le sue aziende, Fca e le altre, Exor e Cnh, Ferrari e Juventus, ricorderanno il manager dei due mondi in settembre con due omaggi di qua e di là dall' Atlantico, a Torino e ad Auburn Hills, a Detroit. Ma già ieri gli operai hanno osservato dieci minuti di silenzio.

     

    "Lo ha detto la tv" Fuori dall' ospedale, era discreto perfino il circo mediatico, peraltro solo italiano. Tutti per ore ad aspettare senza sapere con certezza cosa, e a sussultare a ogni atterraggio e decollo di elicotteri (l'ospedale dispone di un eliporto), finché se n'è perso il conto.

     

    marchionne elkann marchionne elkann

    Oppure a spiare ogni arrivo di auto blu, ma scendevano sempre e soltanto degli arabi anziani. In tutto questo silenzio, la nota di cordoglio vero è arrivata, manco a dirlo, da due italiani, in fin dei conti emigrati come lui. Patrizia lavora alle Generali che hanno una sede vicino all'ospedale: «Non ho potuto non venire, solo per esprimere il mio cordoglio. Era abruzzese come me, e questo ha la sua importanza».

     

    Perché? «Era una persona solida ma discreta. Un gran lavoratore, un grande manager, una grande personalità però senza ostentazioni. Non era un "montato", se posso dire così». Luigi, napoletano, pensionato, è in Svizzera da cinquant'anni, faceva il cameriere: «Che era morto l' ha detto la tivù e per prima cosa ho pensato che a 66 anni sei davvero troppo giovane per morire. E sono venuto per dire che, be', mi dispiace».

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