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    IL COVID FA SALIRE IL COSTO DELLA VITA: 4 ITALIANI SU 10 SI SENTONO PIÙ POVERI - PER UN CITTADINO SU DUE LA CRISI SANITARIA HA ALZATO I PREZZI DI TUTTI I PRODOTTI, NON SOLO LA BENZINA - I PIÙ PREOCCUPATI TRA COLORO CHE SI RITROVANO IL PORTAFOGLIO VUOTO (39,9%) SONO STATI RILEVATI NELLE AREE DEL CENTRO-SUD DEL NOSTRO PAESE E NELLA FASCIA TRA I 25 E I 64 ANNI…


     
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    Alessandra Ghisleri per "La Stampa"

     

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    La diffusione della pandemia a causa del Covid-19 ha avuto risvolti a livello nazionale non solo sotto l’aspetto sanitario, ma anche da un punto di vista economico e finanziario a causa dei diversi lockdown e chiusure che - a sorpresa - si sono alternati negli ultimi due anni. Ad oggi, prendendo in considerazione il livello economico delle famiglie, il 51,0% della popolazione dichiara di essere allo stesso livello pre-pandemico, mentre il 40,7% si sente più povero rispetto alla fine del 2019. A parte un 2,3% che si dichiara «fortunatamente» più ricco, cresce nell’arco di quasi un mese del 4,1% il pessimismo dell’indice di fiducia nel futuro economico, finanziario e lavorativo delle famiglie.

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    I più preoccupati tra coloro che si ritrovano ad avere un saldo negativo tra entrate e uscite (39,9%) sono stati rilevati nelle aree del centro-sud del nostro Paese e nella fascia tra i 25 e i 64 anni. In tutto questo il 79,3% degli intervistati segnala di aver verificato in prima persona un aumento del costo della vita.

     

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    Un cittadino su quattro (25,5%) lo identifica con il normale andamento dell’inflazione degli ultimi due anni, mentre il 53,8% ritrova l’origine proprio nella pandemia che con l’impatto della crisi sanitaria ha investito l’economia e il mercato del lavoro, causando anche un aumento dei prezzi delle quotazioni delle materie prime e dei trasporti. Questa percezione è dominante soprattutto tra gli over 45 nelle aree del nord del nostro Paese con una differenza di 6,3% rispetto al sud.

     

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    Per un cittadino su due (il 62,3% del 79,3% che ha segnalato un aumento dei prezzi) l’aumento dei prezzi riguarda tutti i prodotti in generale, mentre per un cittadino su quattro (il 31,5% del 79,3% di coloro che hanno indicato un aumento dei prezzi) l’incremento riguarda principalmente carburanti ed energia. A distanza di 20 mesi dallo scaturire dell’emergenza Covid si rilevano i cambiamenti che il contesto ha prodotto nella quotidianità degli italiani.

     

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    Lentamente, confidando nei vaccini, la maggior parte della popolazione cerca di avvicinarsi ad una situazione di «quasi normalità» nonostante per molti le difficoltà si siano spesso sovrapposte ponendo le persone a fronteggiare impegni più gravosi non solo economici. Un aspetto importante di cui tenere conto è che le emozioni e le percezioni indotte da una condizione complicata e difficile in cui si è immersi, sono capaci di protrarre il loro effetto nel giudizio -anche inconsapevole- di altri contesti differenti.

     

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    E così, se apparentemente non sembra facile trovare una correlazione diretta tra le intenzioni di voto e il carovita, la verità che ne emerge è che le continue stimolazioni dell’ambiente in cui viviamo influenzano notevolmente le nostre decisioni più di quanto siamo disposti ad ammettere. Molti politici, ogni giorno attraverso tv e social, inviano la loro visione sui temi di attualità attraverso messaggi personali in maniera più o meno compulsiva generando, a loro volta, consensi momentanei su più temi di attualità che rendono sempre più fluide e mobili le scelte di voto dell’elettore sottoposto ai diversi annunci.

     

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    Tuttavia l’aggregato non fa il totale, ossia non emerge un'unica strategia di insieme che possa produrre una adesione fedele ad un progetto politico a più ampio spettro e le variazioni nelle intenzioni di voto di settimana in settimana producono ben pochi cambiamenti lasciando i primi 4 partiti in un unico intervallo (previsto nell’errore statistico) nello spazio di 3,5 punti percentuali: Pd 19,4%, Fratelli d’Italia (FdI) 18,8%, Lega 18,0% e M5S 16,0%, con il 39,5% di indecisi e astenuti (+3,1% in 10 giorni). Tutte le altre formazioni, al di fuori di Forza Italia che sfiora l’8,0%, sono in lotta per la sopravvivenza per essere sopra la soglia prevista dall’attuale legge elettorale del 3,0%. Se non è stagnazione politica c’è da chiedersi per quanto terranno queste buone intenzioni… 

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