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    "IL COVO DI VIA GRADOLI CONDIVISO DALLE BR, DAI NAR E DAGLI 007 IN VIA GRADOLI? FU UNA COINCIDENZA" – L’EX BR ADRIANA FARANDA CONDANNATA PER IL SEQUESTRO E L'OMICIDIO DI ALDO MORO, È STATA SENTITA COME TESTIMONE NEL NUOVO PROCESSO SULLA STRAGE DI BOLOGNA: “NON ERO A CONOSCENZA CHE IN VIA GRADOLI 96 CI FOSSERO APPARTAMENTI RICONDUCIBILI AI SERVIZI SEGRETI E NON HO MAI NEANCHE AVUTO IL SOSPETTO CHE CI FOSSERO CONTATTI TRA I BRIGATISTI E I SERVIZI” - L'EX POSTINA DELLE BR VENNE ARRESTATA INSIEME ALLA FIGLIA DI UNA SPIA DEL KGB...


     
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    Sarah Buono per il "Fatto quotidiano"

    adriana faranda adriana faranda

     

    Coincidenze, solo quello. Per Adriana Faranda, storica brigatista, non c' è nessun collegamento nell' aver condiviso con i Nar un covo di proprietà dei servizi segreti. L' ex terrorista, condannata per il sequestro e l' omicidio di Aldo Moro, è stata sentita come testimone assistita dalla Corte d' Assise bolognese nel nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980.

     

    Un processo che vede come principale imputato Paolo Bellini, ex di Avanguardia Nazionale, e che sta provando ad approfondire il ruolo dei mandanti e organizzatori dell'attentato, tra cui Licio Gelli e Federico Umberto d' Amato. A interessare i magistrati, il covo di via Gradoli 96, a Roma, usato dalle Br durante i giorni del sequestro Moro, nel 1978, e tre anni più tardi, nel 1981, dai Nar. Dall' inchiesta della Procura generale è emerso che gran parte degli appartamenti a quel civico erano gestiti da società o persone riconducibili ai servizi segreti.

    aldo moro aldo moro

     

    "Non ero a conoscenza che in via Gradoli ci fossero appartamenti riconducibili ai servizi segreti e non ho mai neanche avuto il sospetto che ci fossero contatti tra i brigatisti e i servizi". Faranda pagava le bollette a Domenico Catracchia, oggi imputato per false dichiarazioni ai pm. L' ex postina venne arrestata nel maggio 1979 in un appartamento insieme alla proprietaria Giuliana Conforto: figlia di Giorgio, spia del Kgb. Come ha ricordato il sostituto pg Umberto Palma, "Giorgio Conforto faceva anche il doppio gioco Usa e Italia".

     

    adriana faranda adriana faranda

    Sempre Palma ha ricordato all' ex brigatista che l' avvocato di Giuliana Conforto, Alfonso Cascone "era un agente del Viminale", confidente dell' Ufficio affari riservati di Federico D' Amato (uno degli organizzatori della strage secondo l' accusa). Una ulteriore particolarità, evidenziata ancora dai Pg, ma bollata da Faranda come coincidenza, è che lo stabile di via Massimi 91 a Roma, dove trovò rifugio nel '78 il brigatista Prospero Gallinari, ospitava "il cardinal Egidio Vagnozzi, che aveva contatti nei servizi e con Giorgio Di Nunzio", faccendiere oscuro legato a Licio Gelli.

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