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    IL CORAGGIOSO COMPAGNO PISAPIPPA MOSTRA LA DIVERSITA’ DELLA SINISTRA E SI PIEGA AL DIKTAT DI PECHINO E ANNULLA LA CONSEGNA DELLA CITTADINANZA ONORARIA AL DALAI LAMA - LO RICEVERÀ COMUNQUE A PALAZZO MARINO (CON QUALE FACCIA?) - LA CINA AVEVA MINACCIATO DI RITARSI DALL’EXPO 2015 SE IL SINDACO AVESSE CONSEGNATO LE CHIAVI DELLA CITTÀ AL LEADER TIBETAMO: “A QUANTO PARE IL DENARO CINESE VALE MOLTO DI PIÙ DI MILLE IDEALI”…


     
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    Marco Alfieri per "la Stampa"

    GIULIANO PISAPIAGIULIANO PISAPIA

    Il timore di una non partecipazione della Cina ad Expo 2015 ha portato alla sospensione della cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Come spesso avviene il dio denaro ha il sopravvento sulla democrazia e la libertà dei popoli». La sintesi dell'ultimo pasticcio politico-diplomatico in salsa ambrosiana arriva dal vice capogruppo Pd in Provincia, Roberto Caputo.

    Solo che alla guida di Milano non c'è più il centrodestra di Letizia Moratti bensì la giunta arancione di Giuliano Pisapia. Per questo il rinvio sine die della delibera consiliare che dovrebbe assegnare le chiavi della città al leader spirituale tibetano, suona come una stecca nel coro di una maggioranza politicamente sensibile ai temi della pace e dei diritti umani.

    DALAI LAMADALAI LAMA

    Non questa volta: a fare premio è l'impellenza di non irritare Pechino a ridosso di Expo 2015. Una retromarcia che fa esplodere l'ira del popolo arancione sulla pagina Facebook del sindaco. Decine i messaggi di protesta. Per tutti quello di Morena («Signor Pisapia si vergogni»), di Claudio («Anche tu cedi alla realpolitik? Sono veramente molto deluso») e di Stefano («A quanto pare il denaro cinese vale molto di più di mille ideali»).

    expo 2015expo 2015

    Pisapia martedì mattina, sempre che il premio nobel accetti, riceverà comunque il Dalai Lama a Palazzo Marino (su questa mediazione ci sarebbe l'ok delle autorità cinesi), ma è lui stesso ad appoggiare la proposta del presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, di rinviare il voto sulla cittadinanza, viste le pressioni di Pechino, e di lavorare a una soluzione alternativa. Una pezza peggio del buco, almeno per la comunità tibetana in Italia. «Vergogna se Pisapia non gli dà la cittadinanza. Il sindaco faccia una scelta coraggiosa che non getti discredito su Milano e l'Italia», tuona il presidente Kalsang Dolker, intervistato da Tempi.

    Antefatto. La delibera nasce dai banchi di Lega e Pdl, poi per volontà del presidente Rizzo viene trasformata in un documento consiliare. «La nuova delibera viene edulcorata su richiesta degli uffici del sindaco per venire incontro alle sollecitazioni della Farnesina, che sente puzza di bruciato», spiega Carlo Masseroli, capogruppo Pdl a palazzo Marino. Ma negli ultimi giorni la situazione deflagra. Ci sarebbero stati incontri, telefonate e lettere dall'ambasciatore e dal console cinese a Milano. In campo, a consigliare realismo, anche uomini d'affari del Dragone.

    hu jintaohu jintao

    «Le autorità di Pechino hanno minacciato la rottura dei rapporti e di ritirarsi dall'Expo», racconta Masseroli. In ballo ci sono gli ingenti investimenti e il milione di visitatori attesi dal celeste impero. Una versione confermata in aula dallo stesso Pisapia: «Alla cena organizzata dalla Fondazione Italia - Cina ho incontrato la console cinese che mi ha comunicato che la cittadinanza onoraria al Dalai Lama sarebbe stata interpretata come un segnale di inimicizia verso il suo popolo».

    «Noi non accettiamo diktat - precisa il sindaco -, ma non vogliamo creare inimicizia bensì pace...». Di qui l'opzione alternativa: «una manifestazione dentro al Consiglio comunale» con il premio nobel. Per Pisapia è una soluzione «convincente e ragionevole, che penso possa evitare un segnale di inimicizia verso il popolo cinese e al tempo stesso di rispetto verso il Dalai Lama».

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    In questo clima di imbarazzo la delibera ieri arriva in aula, preceduta da un vortice di incontri tra il sindaco e i capigruppo. Su proposta di Rizzo si decide di mettere ai voti il rinvio della discussione. Alla fine vince il sì alla sospensiva per 16 a 12 ma l'aula si spacca: il consigliere Pd Monguzzi esce polemico («il vento di libertà portato dalla coalizione di Pisapia non può che essere fratello di quello che ci porta il Dalai Lama»), il sindaco si astiene. Per Masseroli «è scandaloso che Pisapia pilatescamente non prenda posizione». Per l'assessore democratico Majorino, sorpreso dal dietrofront, «la cittadinanza onoraria va data». Evidentemente non questa volta: anche nella arancione Milano, tra poesia e prosa, vince la seconda...

     

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