Ame. Lam. Per "la Stampa"
ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI
Il ddl Zan si avvia sul binario morto della pausa estiva. E questo fa comodo a tutti, anche al Pd. Con molta probabilità se ne riparlerà a settembre. Ieri è iniziato il dibattito generale, che finirà la prossima settimana, con una maratona ostruzionistica della Lega e di FdI, decine di senatori iscritti a parlare, oltre mille emendamenti da votare e voti segreti che incombono.
Ma già oggi arriva in aula il dl Sostegni bis, che deve essere approvato entro il 24 luglio e su cui pare scontato la richiesta del voto di fiducia da parte del governo, mentre alle 11.30 la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, farà le sue comunicazioni sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Giovedì poi Palazzo Madama, oltre la fiducia, sarà impegnato col question time, con la sfilata dei ministri Lamorgese, Guerini e Orlando. Non è finita: arrivano due decreti urgenti, il 26 luglio il dl Recovery (da approvare entro il 30), poi il dl Cybersecurity, in mezzo ( 29 luglio) nuovo question time.
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
Già questo calendario dei lavori fa slittare il ddl Zan contro l'omotransfobia in avanti. Senza contare che il centrodestra conta di chiedere un voto per decidere di non passare all'esame degli articoli al termine della discussione generale. La spada di Damocle è stata annunciata da Roberto Calderoli e Ignazio La Russa che, in una lettera alla conferenza dei capigruppo, hanno annunciato che chiederanno di votare la decisione, magari in modalità segreta, mentre fuori dal palazzo a chiedere di sbloccare lo stallo è stata anche Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi:
giuseppe conte non risponde sul ddl zan 4
«Sono pronta a "sbattezzarmi": resto credente, ma una Chiesa che discrimina gli omosessuali e fa ingerenza politica sul ddl Zan, mi ha deluso» ha detto a Repubblica, chiedendo al leader di Forza Italia di ripensarci: «Copiare la Lega non conviene, tanto vale votare l'originale».
«La sensazione è che ora il Pd voglia prendere tempo e, dopo che la richiesta di sospensiva è stata respinta per un solo voto nei giorni scorsi, intenda allontanare il voto definitivo sul ddl» è quello che sostengono fonti del centrodestra. Ma il paradosso è che questo sospetto corrisponde alla verità. Da un lato la paura di andare sotto nelle votazioni a scrutinio segreto, di non avere i voti necessari, ma c'è dell'altro. Lo spiega la pasionaria dei diritti civili Monica Cirinnà, che considera scontato lo slittamento del ddl a settembre: «Noi saremo in campagna elettorale e la battaglia contro l'omotransfobia sarà uno dei cavalli di battaglia della nostra campagna».
salvini renzi
Cirinnà si riferisce alle elezioni amministrative,ma anche alle suppletive nel collegio di Siena dove sarà impegnato a Enrico Letta. Quanto potrà servire la tenuta della linea dura e pura sul ddl Zan sarà tutto da vedere, ma i Dem ci credono. Sicuramente ci crede Letta, che non perde un colpo contro i suoi avversari. Ieri ha avuto gioco facile nell'additare il leghista Claudio Borghi che in un post ha raccontato che già tre giornalisti lo hanno chiamato per sapere se si era vaccinato: «Finora sono stato gentile - ha scritto Borghi - al prossimo parte il vaffanculo. Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un Lgbt non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?».
alessandro zan
Palla alzata di fronte al popolo della sinistra e Letta schiaccia: «E questi sono coloro con i quali noi dovremmo negoziare e condividere norme contro la omotransfobia...». Borghi è stato travolto dalle critiche. Il senatore Zan ha chiesto a Salvini di cacciarlo dalla Lega. L'ex Radicale e senatore di Fi Elio Vito ha detto con queste persone non si può costruire un'alleanza e peggio ancora una federazione. Dal canto suo l'ex capogruppo Dem Andrea Marcucci in aula si è rivolto al presidente di turno Ignazio La Russa, chiedendo di dare l'esempio, di essere vaccinati: «Chiedo alla presidenza un intervento ai questori sulle nuove regole, anche in vista della green card». Un riferimento ai non vaccinati Salvini e Borghi. La Russa, che come esponente di FdI ha il dente avvelenato con la Lega, ha ricordato perfidamente di essere vaccinato: «A caldo la mia idea sarebbe di mettere i non vaccinati nella parte alta dell'emiciclo, con la mascherina e distanziati». Insomma il clima è questo e la battaglia contro l'omotransfobia può attendere.