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    IL "DECOUPLING" È REALTÀ - HUAWEI HA LANCIATO "HARMONYOS NEXT", IL SUO SISTEMA OPERATIVO FATTO IN CASA - FIN'ORA IL COLOSSO CINESE SI AFFIDAVA A GOOGLE E AL CODICE ANDROID OPEN SOURCE PER SVILUPPARE I SUOI SOFTWARE, MA LE SANZIONI DECISE DURANTE LA PRIMA PRESIDENZA TRUMP, E POI CONFERMATE E RAFFORZATE DA BIDEN, HANNO COSTRETTO L'AZIENDA A VIRARE VERSO IL "DISACCOPPIAMENTO" TRA I MONDI DIGITALI DELLA CINA E DELL’OCCIDENTE - UNA SCELTA CHE RENDERÀ I SUOI DEVICE MENO ATTRATTIVI IN OCCIDENTE VISTO CHE…


     
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    Estratto dell'articolo di Paolo Ottolina per il "Corriere della Sera"

     

     

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    Le sanzioni americane che dovevano sotterrare la cinese Huawei hanno avuto l’effetto opposto: il colosso di Shenzhen è più sano che mai. […] Dopo aver chiuso il 2023 con utili raddoppiati, ora Huawei fa la prossima mossa: affrancarsi del tutto dai software americani, lanciando il primo smartphone che funziona grazie a un sistema operativo sviluppato completamente in casa. Il telefono Mate 70, che debutta oggi, gira con HarmonyOS Next. […]

     

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    Le sanzioni del 2019, decise durante la prima presidenza Trump, poi confermate e rafforzate da Biden, avevano tagliato fuori Huawei dall’accesso ai servizi di Google, costringendo l’azienda fondata nel 1987 da Ren Zhengfei a sviluppare la prima versione di HarmonyOS. Finora era comunque basato sul codice Android open source e compatibile con le app Android. Ora arriva un taglio netto con Google e un passo deciso verso il «decoupling» tecnologico, il disaccoppiamento tra i mondi digitali della Cina e dell’Occidente.

     

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    Per Huawei il successo nel mercato consumer, spinto anche da un vento nazionalista, è crescente: +30% nelle vendite di smartphone nei primi nove mesi del 2024 rispetto a un anno prima. […] Vincere la sfida di HarmonyOS non sarà facile neppure per un colosso come Huawei: il cuore del sistema, il «kernel» in gergo informatico, non è più Linux (da cui nasce Android di Google) ma si chiama HongMeng. Questo comporta che gli sviluppatori debbano riscrivere le proprie applicazioni da capo. Attualmente ce ne sono già più di 15 mila. […]

     

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    Non manca l’intelligenza artificiale e un assistente tipo Siri, chiamato Celia. Tuttavia HarmonyOS Next è lontano dall’essere completo: «Non possiamo ancora supportare WeChat Pay, né il servizio di localizzazione di Baidu (l’equivalente di Google Maps in Cina, ndr)» dice uno sviluppatore citato dal Financial Times. Impensabile poi che il sistema, senza le app di Google, possa essere attrattivo in Occidente. Ma il vicepresidente di Huawei, Eric Xu, tira dritto: «Non c’è modo di tornare indietro. Continueremo a investire e sviluppare l’ecosistema Harmony per superare tutti gli ostacoli».

     

     

     

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