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    “SALVATECI, POTREBBERO ESSERE LE NOSTRE ULTIME ORE DI VITA” – IL DISPERATO APPELLO DEGLI ULTIMI DIFENSORI DI MARIUPOL ASSERRAGLIATI NELL'ACCIAIERIA AZOVSTAL: LA CITTÀ È STATA RASA AL SUOLO DOPO 50 GIORNI DI ASSEDIO E LA RUSSIA SI PREPARA A SGANCIARE LE ULTIME BOMBE ANTI BUNKER PER SBRICIOLARE COMPLETAMENTE LA FABBRICA DOVE SONO ASSERRAGLIATI ANCHE ALCUNI CIVILI – MOSCA HA DATO UN NUOVO ULTIMATUM CHE SCADE ALLE 13 DI OGGI E PUNTA IL DITO CONTRO I SOLDATI DEL BATTAGLIONE AZOV: “USANO I CIVILI COME SCUDI UMANI…”


     
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    1. 'SALVATECI', DIFENSORI MARIUPOL ALLO STREMO

    Da Ansa

     

    acciaieria azovstal di mariupol 1 acciaieria azovstal di mariupol 1

    Dall'acciaieria Azovstal di Mariupol arriva il disperato appello degli ultimi difensori della città ucraina assediata dalle forze russe.

     

    "Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita", dice un ufficiale dei militari di Kiev chiedendo alla comunità internazionale di "estrarli" da lì.

     

    "Facciamo appello a tutti i leader mondiali e li preghiamo di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e portarci nel territorio di un Paese terzo", scrive su Facebook il comandante Serguiy Volyna della 36ma brigata della marina nazionale ucraina. L'esercito russo ha "il vantaggio nell'aria, nell'artiglieria, nelle forze di terra, nell'equipaggiamento e nei carri armati. Difendiamo solo un punto, la fabbrica Azovstal, dove oltre ai soldati ci sono anche i civili che sono diventati vittime di questa guerra", prosegue il militare da Mariupol.

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    Agli ultimi difensori della città portuale del sud dell'Ucraina la Russia ha dato un altro ultimatum, in scadenza oggi alle 13 ora italiana: li ha invitati a porre fine alla loro "insensata resistenza" promettendo che "la vi

    ta sarà salvata" a chi si arrenderà. "L'unica spiegazione possibile di come i civili siano finiti nell'acciaieria di Azovstal è che sono stati portati lì dai nazionalisti ucraini per essere usati come scudi umani", ha attaccato intanto il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, durante la sessione del Consiglio di sicurezza Onu.

     

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    La situazione a Mariupol rimane "brutale", ha affermato da parte sua il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aggiungendo che le forze russe stanno bloccando anche i corridoi per le evacuazioni dalla città. "Gli occupanti - ha continuato Zelensky nel suo ultimo videomessaggio - stanno cercando di effettuare la deportazione dei residenti locali che sono caduti nelle loro mani. E il destino di decine di migliaia di residenti di Mariupol che sono stati trasferiti nel territorio controllato dalla Russia è sconosciuto". Un appello a garantire l'evacuazione dei civili è arrivato dalla Cina: tutte le parti in conflitto in Ucraina "dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e fare tutto il possibile per facilitare l'evacuazione e l'assistenza ai civili", ha affermato il rappresentante cinese all'Onu, Zhang Jun.

     

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    Ma "l'uccisione mirata di civili è proprio il marchio di fabbrica dell'esercito russo", secondo Zelensky. "E questo marchierà la Federazione Russa come la fonte del male. L'esercito di Mosca rimarrà per sempre descritto nella storia come il più barbaro e disumano del mondo", ha detto il presidente ucraino. Il leader americano Joe Biden ha chiesto intanto agli alleati di proseguire con l'invio di armi all'Ucraina e con le sanzioni contro la Russia. Lui stesso da parte sua dovrebbe annunciare nei prossimi giorni un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari in aiuti militari per Kiev, secondo quanto anticipato dal New York Times. Dal Canada arriverà invece artiglieria pensate, ha assicurato il premier Justin Trudeau. Il suo Paese ha anche ampliato le sanzioni contro Mosca, colpendo la governatrice della banca centrale russa Elvira Nabiullina e le due figlie del presidente russo Vladimir Putin.

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    Anche il premier Boris Johnson ha annunciato l'invio da parte del Regno Unito di altri armamenti a Kiev, tra cui i missili britannici Brimstone. Zelensky però ha sferzato di nuovo l'Occidente sulla questione armi: "Se avessimo ricevuto nella prima settimana di guerra ciò che stiamo ottenendo ora, avremmo già posto fine" a questo conflitto, ha affermato. La Cina invita invece gli altri paesi ad astenersi dall'invio di armamenti in Ucraina: farlo infatti "non porterà alla pace" ma anzi "prolungherà e intensificherà il conflitto aggravando ulteriormente la catastrofe umanitaria", ha detto il rappresentante cinese all'Onu, Zhang Jun, attaccando anche le sanzioni internazionali contro la Russia: "Il blocco di beni di altri stati mina la stabilità economica mondiale e colpisce la sovranità", ha detto. Una buona notizia arriva intanto sul fronte della sicurezza nucleare.

     

    DONNE E BAMBINI NASCOSTI NELL ACCIAIERIA AZOVSTAL DI MARIUPOL UCRAINA DONNE E BAMBINI NASCOSTI NELL ACCIAIERIA AZOVSTAL DI MARIUPOL UCRAINA

    L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha infatti reso noto che da ieri sera sono state ristabilite le comunicazioni dirette con la centrale di Chernobyl. Le forze russe avevano sequestrato il sito il 24 febbraio per cinque settimane, prima di ritirarsi il 31 marzo. Il 10 marzo l'Ucraina aveva informato l'Aiea di aver perso i contatti con l'impianto. L'autorità di regolamentazione aveva continuato a ricevere informazioni sulla situazione a Chornobyl attraverso la gestione esterna della centrale. "Questa chiaramente non era una situazione sostenibile ed è un'ottima notizia che ora si possa contattare direttamente il sito quando necessario", ha affermato il direttore generale Rafael Grossi, annunciando anche di aver intenzione di dirigere una missione di esperti dell'Aiea nella centrale ucraina entro fine mese per condurre valutazioni di sicurezza nucleare e radiologica, fornire attrezzature vitali e riparare i sistemi di monitoraggio remoto di salvaguardia dell'impianto.

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    2. APOCALISSE D'ACCIAIO

    Monica Perosino per "La Stampa"

    Chissà in quanti respirano ancora là sotto, stretti nelle gallerie di cemento armato a trenta metri di profondità.

    Chissà cosa pensano i civili seppelliti vivi da tonnellate di cemento che, pian piano, si sgretolano sotto le bombe anti-bunker che piovono senza sosta dal cielo. Sappiamo solo cosa pensano i soldati del Battaglione Azov e dell'esercito ucraino: «Spareremo fino all'ultima pallottola, non ci arrenderemo mai».

     

    DONNE E BAMBINI NASCOSTI NELL ACCIAIERIA AZOVSTAL DI MARIUPOL UCRAINA DONNE E BAMBINI NASCOSTI NELL ACCIAIERIA AZOVSTAL DI MARIUPOL UCRAINA

    Per Mariupol, o meglio, per quello che resta di Mariupol, sono ore cruciali, forse le ultime. Anche se la città è praticamente caduta, rasa al suolo da 50 giorni di assedio, un ultimo drappello della difesa ucraina impedisce all'esercito russo, circa 12 mila soldati, di chiudere la partita, piantare la bandiera e salire in Donbass. Qui, a controllare la città portuale che garantirebbe un collegamento di terra con la Crimea, dovrebbe, secondo i piani, rimanere la Guardia nazionale russa. Ma i piani del Cremlino non stanno andando come previsto, nonostante i video che mostrano esaltati kadyroviani - i miliziani ceceni guidati da Kadyrov - ridere sguaiati mentre inquadrano pezzi di arti, cadaveri riversi, pozze di sangue in uno dei capannoni dell'acciaieria.

     

    donne e bambini nascosti nell acciaieria azovstal di mariupol donne e bambini nascosti nell acciaieria azovstal di mariupol

    Il battaglione rifiuta di arrendersi, la Russia bombarda a tappeto per chiudere la partita con la città-martire dopo quasi due mesi di assedio. L'ordine di distruggere «completamente» l'area dell'Azovstal è stato reso noto dall'intelligence ucraina, che ha diffuso l'intercettazione di una telefonata in cui ne parla un militare russo.

    «Stanno preparando sorprese da tre tonnellate dal cielo», hanno detto gli 007 di Kiev. Le soprese sarebbero le famigerate bombe FAB-3000 anti-bunker ad alto potenziale esplosivo. Il reggimento Azov, che difende l'impianto con combattenti stranieri e alcune unità di marines (un migliaio di militari in tutto), ha denunciato che questi super ordigni sono stati sganciati sotto la gigantesca rete di tunnel di epoca sovietica. Nonostante nel sottosuolo si nascondessero almeno mille civili, per lo più donne e bambini.

     

    donne e bambini nascosti nell acciaieria azovstal di mariupol donne e bambini nascosti nell acciaieria azovstal di mariupol

    Sebbene il numero di persone intrappolate non sia verificabile, basti la certezza che là sotto non ci sarebbero solo soldati. Lo confermerebbero anche i russi, che ancora ieri chiedevano agli ucraini di arrendersi, con l'annuncio del Cremlino di «oltre 120 civili usciti dai sotterranei dell'Azovstal», smentito dagli stessi separatisti filorussi poche ore dopo: «Nessuno ha usato il nuovo corridoio umanitario per i civili da Azovstal».

     

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    Nel caos di ore drammatiche, il parlamentare ucraino Sergiy Taruta ha anche parlato di 300 persone rimaste sepolte sotto i detriti di un ospedale nei pressi dell'acciaieria colpito da un raid russo. Subito dopo, però, il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, ha assicurato che «da molto tempo nessuno si nasconde nella zona, soprattutto nell'edificio dell'ospedale, che era stato colpito in precedenza».

     

    Dopo aver tentato un assalto all'acciaieria con le forze speciali, i russi hanno lanciato un nuovo ultimatum, promettendo un corridoio umanitario per chi avesse deposto le armi e per i civili, in «totale sicurezza».

    Gli ultimi difensori di Mariupol non hanno ceduto, ma hanno ammesso che l'acciaieria è «quasi completamente distrutta» e denunciato che ci sono «civili sotto le macerie».

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    «Combatteremo, useremo tutte le cartucce che ci sono rimaste, ma chiediamo alla patria di salvare i civili, i feriti e portare via i corpi», ha detto Sviatoslav Kalyna Palamar, vice comandante del reggimento Azov. Un nuovo ultimatum è previsto per oggi.

     

    La Azovstal è una della più grandi acciaierie d'Europa, capace di sfornare quasi 4 milioni di tonnellate l'anno di semilavorati destinati ai principali mercati europei e mondiali. Un'area di oltre 11 mila metri quadrati, tra altoforni, fornaci, stabilimenti, capannoni, edifici, è un luogo ideale per la guerriglia tra un dedalo di sotterranei, tunnel, cunicoli e una fitta rete di binari. È una sorta di gigantesco bunker, difficilissimo da espugnare, per questo i russi stanno scaricando le Fab-3000, anche se il sito è stato pensato e costruito per resistere ad attacchi nucleari.

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    L'hanno realizzato gli stessi russi, nel 1930, scegliendo quel posto sul Mar d'Azov per la vicinanza con il porto di Mariupol. A fondarla fu il Presidio del Soviet Supremo dell'Urss, e solo tre anni dopo, nel 1933, la prima produzione uscì dall'altoforno, spento prima d'ora solo durante la Seconda guerra mondiale, quando nel 1941 la Germania nazista occupò Mariupol. «È una fortezza in una città», aveva raccontato Rinat Akhmetov, il miliardario ucraino, che controlla il gruppo Metinvest a cui fa capo l'acciaieria.

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    Sul colosso che si affaccia sul mare e nelle cui viscere si nascondono chissà quante persone, stanno cadendo le micidiali bombe ad alto potenziale esplosivo che dovrebbero servire come una sorta di testa d'ariete per l'assalto finale. Risalenti all'era sovietica, le Fab-3000 sono entrate in servizio nel 1946 e furono progettate proprio per colpire strutture industriali, dighe e strutture sotterranee: un'arma adatta, quindi, per raggiungere i tunnel sotterranei del grande impianto. Questo tipo di bombe è stato utilizzato dai sovietici durante la guerra in Afghanistan negli anni Ottanta.

     

    carri armati russi a mariupol carri armati russi a mariupol

    Contro la loro potenza devastante (2.983 kg di esplosivo) in grado di penetrare un'armatura fino a 288 mm di spessore e un raggio di distruzione di 46 metri, anche la più disperata resistenza non può nulla. E Putin ora ha fretta: entro il 9 maggio vorrà annunciare di aver "liberato" Mariupol in tempo per la Festa della vittoria, costi quel che costi. La caduta della città martire è questione di giorni, più verosimilmente di ore. E ora, fonti europee, hanno una sola certezza: quello che vedremo a Mariupol sarà «infinitamente peggio di Bucha».

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