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    IL DIVANO DEI GIUSTI - CHE VEDIAMO STASERA? BEH, COL RICORDO DI "AMERICA' FACCE TARZAN", ASPETTEREI LA SECONDA SERATA PER VEDERE "UN AMERICANO A ROMA". NELL'ATTESA MI RIVEDREI “IL LEGIONARIO”, RITRATTO SUPER-REALISTICO DI UN CELERINO NERO ROMANO. ASSOLUTAMENTE DA VEDERE - IN PRIMA SERATA AVETE ANCHE IL DIVERTENTE SUPERWESTERN "TOMBSTONE" - E IN SECONDA SERATA? OLTRE AL CAPOLAVORO DI ALBERTO SORDI, PASSA ANCHE IL FILM PREFERITO DA EDWIGE FENECH DEI TANTI CHE HA GIRATO, “IL LADRONE"… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    un americano a roma un americano a roma

    Che vediamo stasera? Quasi quasi… col ricordo di “Maccherone m’hai provocato…”, “America’ facce Tarzan”, avrei fatto un pensierino su un classico di sempre, cioè “Un americano a Roma” diretto da Steno, ideato da Lucio Fulci che lo scrisse insieme a Scola e Continenza con Alberto Sordi nel ruolo della vita, l’americano de Roma Nando Mericoni (o Moriconi? Mai saputo), costruito a imitazione, sembra, dell’artista Mimmo Rotella, che parlava proprio con lo slang romano-americano di Albertone, Maria Pia Casilio, Galeazzo Benti, Anita Durante, Carlo Delle Piane più noto allora come Pecorino. Capolavoro assoluto.

    un americano a roma 2 un americano a roma 2

     

    In un piccolo ruolo trovate anche Ursula Andress, appena arrivata a Roma, non se lo ricorda neanche più, Ma soprattutto Steno riprende la scena reale degli artisti americani a Roma, con la presenza di Ivy Nicholson, che poi finì nella Factory di Andy Warhol a girare “Batman Dracula” e altre follie. Lo trovate su La7 alle 22, 45.

     

    Nell’attesa di arrivare alla seconda serata in prima passa “Il legionario”, Rai 5 alle 21, 15, bella opera prima del bielorusso nato a Lecco Hleb Papou, ritratto super-realistico di un celerino nero romano, Daniel, interpretato da Germano Gentile, che si ritrova a dover evacuare il palazzone in Via di Santa Croce in Gerusalemme a San Giovanni a Roma, occupato da ben quindici anni dove vivono anche sua madre e suo fratello Patrick, Maurizio Bousso. Daniel, ribattezzato dal fratello Danielino il Celerino e dai commilitoni Ciobar, deve scegliere tra la fedeltà alla famiglia della Celere, e al suo comandante fascistissimo Aquila, Marco Falaguasta, o a quella di sangue.

     

    il legionario. il legionario.

     Il giovane regista, assieme agli sceneggiatori Giuseppe Brigante e Gabriele Mochi, ha fatto un gran lavoro di ricerca sia sul palazzo occupato sia sui rituali della Celere. Come il fratello Patrick ha un orgoglio romano, e lo spiega anche al figlioletto, Daniel ha un orgoglio di poliziotto, di squadra. Sa che quella famiglia non lo può tradire, anche se non solo non la pensa come Aquila, ma si prende tre giorni di sospensione perché ha menato un fascio che lo provocava durante una manifestazione. Assolutamente da vedere.

    albanese cetto c e senzadubbiamente albanese cetto c e senzadubbiamente

     Su Cine 34 alle 21 trovate “Cetto c’è senzadubbiamente” di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, terzo film della serie dedicata al celebre personaggio di onorevole calabrese di Albanese. Al grido di “Viva la Monarchia! Int’o culo a Cavour!” è un filo più stanco e meno ispirato del primo film di Cetto, ma è decisamente superiore al secondo, che si perdeva parecchio. Almeno qui la favoletta del pretendente al Regno delle Due Sicilie, diventate delle Due Calabrie, ha una sua unità di racconto, anche se tanti personaggi si perdono per strada, la moglie tedesca ad esempio, la notevole Caterina Schula, la prima moglie diventata suora, Lorenza Indovina, sempre bravissima.

    zoe saldana ben affleck la legge della notte zoe saldana ben affleck la legge della notte

     

    Ma al di là della riuscita del film, fa piacere rivedere il vecchio Cetto a zonzo per gli schermi italiani accompagnato dal fido e torvo Pino di Nicola Rignanese, pronto a cedere ai piani politici del perfido Venanzio di Gianfelice Imparato. Come ben capisce lo stesso Cetto, non si tratta di offrire agli italiani la Monarchia, ma “la minchiata giusta al momento giusto”. Ecco.

    ben affleck la legge della notte ben affleck la legge della notte

     

    Iris alle 21 propone “La legge della notte” di Ben Affleck con Ben Affleck, Chris Messina, Zoë Saldana, Sienna Miller, Elle Fanning, Chris Cooper. Doveva essere un successo per Affleck, fresco di Oscar e di Batman. Qui prende il progetto che voleva fare per sé Di Caprio, che rimane come produttore, scrive lui la sceneggiatura e affida la direzione della fotografia a un genio delle luci come Robert Richardson, responsabile non solo di Shutter Island, ma anche di The Hateful Eight, che riprenderà tutto come una Arri Alexa con lente originali panavision del 1965. L’immagine è una meraviglia.

    ben affleck remo girone la legge della notte ben affleck remo girone la legge della notte

     

     Affleck sceglie un grande cast, Brendan Gleeson come il vice sceriffo,padre del bandito Joe Coughlin, interpretato dallo stesso regista, in quel di Boston, Elle Fanning come la mistica ex-tossica Loretta Figgis, Sienna Miller come Emma, la pupa del gangster, che fa perdere la testa al protagonista, Zoe Saldana come la bellissima ragazza cubana che Joe sposerà in Florida, Chris Cooper come il capo della polizia, e addirittura il nostro Remo Girone come Maso Pescatore, capo della gang italiana di Boston.

     

    LA LEGGE DELLA NOTTE LA LEGGE DELLA NOTTE

    Dovrebbe funzionare tutto, a cominciare dalla ricostruzione d’epoca, perfetta, da una serie di scene d’azione con macchine degli anni ’20. 65 milioni di dollari di budget. Invece il film è un flop epocale. Incasso di 21 milioni di dollari, perdita netta di 75 milioni. Non funziona troppo la sceneggiatura, firmata dallo stesso Affleck, non funziona la messa in scena, non funziona nemmeno troppo Affleck come protagonista nei panni del bandito galantuomo Joe Coughlin. Amen. Canale 20 alle 21, 05 propone un altro flop d’autore, il ricco fantascientifico “Jupiter Ascending” di Andy Wachowski e Lana Wachowski con Channing Tatum, Mila Kunis, Sean Bean, Eddie Redmayne, Douglas Booth, Tuppence Middleton. Il risultato? ‘na caciara.

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    E un disastro epocale per un giocattolone fantascientifico semimarxista da 175 milioni di dollari. Semi perché con un budget così alto e con così tante battute sulle palle di Stalin è difficile definirlo marxista. Ma anche talmente kitsch e sballato da poter diventare uno dei film più divertenti dell’anno. Basterebbe la complessa scena della lunga fila burocratica che devono fare i nostri eroi dalle varie amministrazioni spaziali, manco fossero negli uffici del Comune di Roma, per ottenere i documenti necessari per riconquistare la proprietà della Terra che culmina con l’apparizione di Terry Gilliam.

     

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    Gloria quindi, nel disastro più totale, ai fratelli non ancora sorelle Andy e Lana Wachowski e al loro Jupiter Ascending, diventato da noi Jupiter – Il destino dell’universo, folle space opera sui destini della razza terrestre e su chi la potrebbe salvare dalla distruzione. “Io non sono tua madre!”, urla la Jupiter Jones di Mila Kunis, immigrata russa di Chicago che si è scoperta regina della terra e reincarnazione di una specie di madre primordiale dei capitalisti dell’universo, cioè i fratelli Abrasax, fabbricanti di un elisir di lunga vita che rigenera le cellule vagamente vampiresco. “No”, le urla il cattivissimo Balem Abrasax, cioè Eddie Redmayne, qui abbastanza disastroso, “mia madre non ha mai pulito un cesso nella sua vita!”.

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     Sì, perché Jupiter, malgrado gli occhioni scuri sempre spalancati, il gran bel corpo e un futuro da Sua Maestà, fa la cameriera nelle case dei ricchi americani di Chicago e la vediamo tutti parecchio china sui cessi. Giusto che la classe alta, i capitalisti che sfruttano gli abitanti della Terra allevati come animali da ingrasso, non abbiano nessuna voglia di trattare da pari con lei, cresciuta come manovalanza, malgrado le api, che non dicono mai bugie, l’abbiano da subito riconosciuta e protetta come la regina del pianeta.

     

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    E ha problemi di classe perfino il bel fustone Caine Wise di Channing Tatum, con pizzetto, orecchie pizzute vulcaniane e scarponcini per volare nell’Universo, di professione guerriero licotone, cioè mezzo uomo e mezzo lupo, che dopo averla salvato dagli attacchi delle squadracce dei signori di Abrasax, pur innamorato di lei, quando scopre che è una nobile, la guarda con referenza, la chiama Sua Maestà e china lo sguardo. Ahi! I Wachoskis sguazzano in questa storia della Cenerentola di Chicago che si scopre Regina, ma che sogna di tornare a pulire i cessi e ama la sua orrenda famigliola russa che la sfrutta fino a cercare di farle vendere le ovaie.

     

    TOMBSTONE TOMBSTONE

    Decisamente più divertente il “Tombstone”, Rai Movie alle 21, 10, superwestern diretto da George P. Cosmatos con Kurt Russell come Wyatt Earp, Val Kilmer come Doc Holliday, Powers Boothe, Joanna Pacula, Sam Elliott, Bill Paxton, Charlton Heston, Stephen Lang e Thomas Haden Church come I cattivissimi Clanton e perfino Harry Carey Jr. Il film venne iniziato da Kevin Jarre, anche sceneggiatore, e infatti dirige le scene con Charlton Heston, ma venne cacciato e al suo posto, su indicazione di Sylvester Stallone, arrivò, con solo due giorni per prepararsi, George Pan Cosmatos, che si portò dietro, come sceneggiatore fantasma, John Fasano.

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    Ma il vero regista, secondo Val Kilmer, alla fine fu Kurt Russell, e solo a lui si deve il gran successo del film. Robert Mitchum doveva interpretare Old Clanton, ma cadde da cavallo e si fece male. E’ il narratore. Il ruolo andò a Stephen Lang, secondo il regista costantemente ubriaco sul set. Su Cielo alle 21, 15 avete invece “Demolition” diretto da  Jean-Marc Vallée con Jake Gyllenhaal, Naomi Watts, Chris Cooper, Polly Draper, Wass Stevens, un curioso ma irrisolto melodramma che vede un uomo impazzire per la morte della moglie al punto da riuscire a sfogarsi solo quando ha la mazza in mano e addobba un muro. Sbang! Sbatabang!

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    Insomma, lo sfortunato Davis Mitchell interpretato da Jake Gyllenhall, ha tutto, una bella moglie, una bella casa, un bel lavoro nella società del suocero, Chris Cooper. Quando, in un banale incidente, la moglie muore, non perde solo lei, perde anche se stesso e la propria identità. Dopo una prima strana euferia, cade in profonda depressione. Si fissa così nello spaccare tutto col martello pneumatico e nel pretendere un risarcimento da una società che gestisce le macchinette per le merendine negli ospedali, visto che una di queste macchinette gli ha fregato qualche spicciolo.

     

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    Così scrive una lettera all’ufficio reclami della società che sfora nel diario personale dei propri sentimenti repressi. Queste lettere finiscono nelle mani di Karen Moreno, cioè Naomi Watts, donna sensibile, repressa e svitata almeno quanto il vedovo, che decide di conoscerlo, anche se a casa ha un figlio di incerta sessualità, Chris, Judah Lewis, e una specie di fidanzato manesco e poco interessante. Il film segue due o tre percorsi senza infilarne uno buono. Italia 1 alle 21, 20 propone “Fast & Furious 5” di Justin Lin con Dwayne Johnson, Vin Diesel, Paul Walker, Jordana Brewster, Elsa Pataky, Tyrese Gibson.

     

    i baccanali di tiberio i baccanali di tiberio

    Passiamo alla seconda serata con il vecchissimo “I baccanali di Tiberio” di Giorgio Simonelli con Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Abbe Lane, Tino Buazzelli, Aroldo Tieri, Cine 34 alle 23. Nick Nostro ricorda, a più riprese, che questo, come altri firmati da Simonelli, lo ha girato quasi tutto lui. Era una specie di ditta, uno metteva il nome e l’altro dirigeva. Crederci?  Al film avrebbe dovuto partecipare come attore anche il sarto Schubert, fasciato un una aderentissima tunica in lamé d’oro, ma alla fine rifiutò l’invito.

     

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    Tognazzi e Chiari, che formano una nuova coppia comica, per non discutere su quale nome precederà l’altro sui cartelloni accettano l’incrocio comico Walter Tognazzi – Ugo Chiari. Le critiche del tempo lo massacrano come da copione. “Si ride poco, nonostante la simpatia che siamo disposti a concedere in partenza a Chiari e a Tognazzi. La colpa è del regista, lo squallido Giorgio Simonelli” (Enzo Muzii, “L’Unità”, 16 gennaio 1960). Rai Movie all’1, 15 passa il biopic sull’oscuro scrittore J.D.Salinger “Rebel in the Rye” di Danny Strong con Nicholas Hoult, Zoey Deutch, Sarah Paulson, Kevin Spacey, Lucy Boynton, Hope Davis.

     

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     Iris alle 2 propone un filmone come “Ritorno a Cold Mountain” di Anthony Minghella con Jude Law, Nicole Kidman, Renée Zellweger, Donald Sutherland e Rete 4 alle 2, 05 il film più stravagante dei Vanzina, il loro Casanova, cioè “La partita” con un supercast, Matthew Modine, Jennifer Beals, Faye Dunaway, Corinne Cléry. Cine 34 alle 2, 25 passa l’erotico esotico ambientato a Rio de Janeiro, ma girato quasi tutto in una camera d’albergo con la protagonista, la bellissima Tania Alves, sempre nuda, “Sole nudo” di Tonino Cervi con David Brandon nel ruolo di un immobiliarista in fuga deciso a suicidarsi, Paolo Bonacelli nel ruolo assurdo di un cameriere che non si fa i fatti suoi, Girolamo Marzano, Antonio Maimone. Un delirio.

    l ultimo harem corinne clery l ultimo harem corinne clery

     

    Siamo sull’erotico anche con “L’ultimo harem” di Sergio Garrone, con Corinne Cléry, nudissima, George Lazemby, il James Bond australiana di scarsa fortuna, Daniela Poggi, nudissima, Maria Kosty, Ursula Buchfeliner, Adriana Vega, Mirta Miller, Cine 34 alle 3, 55. La storia vede la bella modella Corinne Cléry in quel di Cannes che si innamora di un ricco ministro di un emirato. Lo sposa ma presto scopre di essere la sua quarta moglie. Minchia!

    l ultimo harem l ultimo harem

    Dice Garrone che il film “non rispetta né il libro di Vasquez Figueroa né la mia sceneggiatura tratta dal libro, Perché l’intervento della produzione è stato pesante e si sono preoccupati dei d ialoghi e non di quella che era la storia base”. In pratica il film è stato manipolata dalla produzione e da film di quasi denuncia della condizione della donna nella famiglia islamica è diventato un’operetta. I produttori, secondo Garrone, ebbero paura di offendere il mondo arabo e “l’hanno fatto diventare una storia d’amore, togliendo la parte più interessante che scavava nella psicologia dell’uomo. E questo perché non accettavano che Garrone facesse questo tipo di film: potevo fare western, horror, film di guerra e nazisti, ma non film di denuncia”.

     

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    Chiudo col film preferito da Edwige Fenech dei tanti che ha girato, “Il ladrone” di Pasquale Festa Campanile con Enrico Montesano, Edwige Fenech, Bernadette Lafont, Claudio Cassinelli, Rai Movie alle 5. Un film che pensava importante, prodotto dalla Rai, ne esiste infatti una versione più lunga, tratto dal romanzo dello stesso Campanile sul ladrone buono che incontrò Gesù Cristo sulla croce. Guarda caso anche qui Edwige è nudissima. Così è la vita.

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