Marco Giusti per Dagospia
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E a Pasquetta che vediamo? Vi propongo due serie inglesi, La divertente, avventurosa, un po’ per ragazzini “Nell la rinnegata” o “Renegade Nell”, Disney+, ideata da Sally Wainwright, diretta da Amanda Brotchie, M.J.Delaney e Ben Taylor, dove una ragazza, Nel Jackson, interpretata da Louisa Harland, tornata da una brutta esperienza di mare non meglio spiegate dietro uno strambo capitano, è diventata una sorta di piratessa con superpoteri grazie alla magia di un elfo, ma si mette nei guai proprio quando torna a casa e si scontra col figlio infame di un nobile che uccide sia il padre di lei, oste, che il suo stesso padre per prendersi subito l’eredità.
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Nell, assieme alle sorelle, a un ragazzo nero e a un buffo giovane nobile diventato bandito, il Charlie Devereaux di Frank Dillane, lo sfidano in un lunghissimo duello attraverso l’Inghilterra. Molto ben scritta e ben diretta è una serie superiore sotto molti aspetti. Assolutamente più adulta, non facile, ma decisamente di grande livello, molto apprezzata anche dai critici inglesi, è su Amazon “The Devil’s Hour”, ideata e scritta da Tom Moran, diretta da Johnny Allan con Jessica Rains nei panni di Lucy Chambers, madre di un bambino né autistico né veramente malato, che non ride né piange mai, ma vede persone nella notte che la madre non vede. Da parte sua la madre si sveglia ogni notte alle 3, 30, l’ora del lupo, come ricordava anche il titolo di un vecchio paurosissimo film di Ingmar Bergman.
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Lucy lavora ai servizi sociali, tratta tutti i giorni con brutti ceffi pericolosi che possono dar noia a ex mogli e bambini, e quasi ogni sera si tromba il marito che ha cacciato di casa e che si ostina a non far dormire con lei. Ma quel che davvero sente, vede e fa Lucy non è così chiaro allo spettatore. Di certo, Lucy non sa di essere al centro degli interessi di un terribile killer, il Gideon del celebre attore scozzese Peter Capaldi, inseguito da una particolare coppia di sbirri inglesi, il sofisticato indiano Ravi Dhillon, interpretato da Nikesh Patel, investigatore geniale che odia la vista del sangue, e il suo socio, più rozzo e simpatico, interpretato da Alex Ferns. Molto ben costruita, ottimi attori.
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E in chiaro in prima serata che vediamo? Cine 34 alle 21 propone il primo cinepanettone apocrifo, cioè non prodotto da De Laurentiis, “Olé” di Carlo Vanzina con Massimo Boldi, al primo divorzio da Christian, Vincenzo Salemme, Enzo Salvi in vacanza a Toledo. Ma ci sono anche Daryl Hannah, Natalia Estrada e la bomba sexy Francesca Lodo, starlette lelemoriana come coattissima J.Lo di Ostia.
Chi se la ricorda più, vero? Ma se c’era, qualcuno l’avrà scelta. Il film uscì, distribuito da Medusa, in 500 copie, e andò contro “Natale a New York” di Neri Parenti, cinepanettone ufficiale con De Sica, Ghini, Bisio, Ferilli, Canalis, 800 copie, e il cinepandoro outsider “Commediasexi” di Alessandro D’Alatri, 01 Distribution, 350 copie, con i debuttanti Paolo Bonolis e Elena Santarelli. Ricordo che non era male, malgrado qualche battuta pesante “Ha visto più piselli lei del minestrone de mi nonna”.
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Le uniche battutte eccessive, ma sono anche le più divertenti, sono quelle che dice il grande Enzo Salvi, cioè il Cipolla, parrucchiere di Ostia in viaggio con Francesca Lodo: «Senti che c'ho sotto le ascelle... i frutti di mare». «È la mia Golden Lady, nel senso che me la calzo», ecc. Anzi, il suo parrucchiere, oltre tutto, è anche un padre separato affettuoso perché, quando si imbatte nella scolaresca milanese in vacanza accompagnata da Boldi e Salemme e riconosce il figlio, si accoda e va in giro per musei con la fidanzata manicure coatta.
Certo, questi professori non sono proprio il massimo dell'efficienza. Probabilmente proprio il fatto di dover costruire un cinepanettone, con tutti gli ingredienti dovuti, il viaggio, il paese esotico, le belle ragazze, il triangolo, unito all'idea del film politicamente corretto, ha legato le mani ai Vanzina, grandi esperti di cinema comico, che di solito avrebbero saputo come dosare al meglio battute e sketch. Così Boldi, pur più libero, perde parte della sua forza, Enzo Salvi, che poteva esser più sviluppato, si limita a qualche buona battuta (la migliore è quando risponde a un «quanto sei boro» della sua compagna con un «Ha parlato Camilla Parkinson»), Salemme gira spesso a vuoto e è un peccato, per non parlare di Daryl Hannah al suo primo ruolo dopo Kill Bill, doppiatissima, obbligata a far la bella contesa tra i due professori.
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Dopo Tarantino, con la benda sull'occhio, può reggere qualsiasi serpente velenoso, ma non regge il cinepanettone all'italiana. Magari rivisto, “Olè” riserva qualche sorpresa. Iris alle 21 propone “Ore 15: 17 attacco al treno” di Clint Eastwood con Anthony Sadler, Alek Skarlatos, Spencer Stone, Jenna Fischer, Judy Greer, Ray Corasani. Vi avverto. L’ultimo quarto d’ora, pura azione, funziona. Le autocitazioni sparsa qua e là, la maglietta di High Plain Drifter e il manifesto di Lwetters from Iwo Jima… Ma se un film non funziona, non funziona. Clint Eastwood ha voluto ricostruire qui minuziosamente il vero attacco al treno Thalys sulla linea Amsterdam-Parigi di un terrorista sventato da tre bravi ragazzi americani.
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Non è un brutto film. Non è neanche patriottico. E’ solo noioso e di poco interesse. Perché Eastwood non può limitarsi alla pura azione sul treno dove due soldati americani, Alek Skarlatos e Spencer Stone, e un loro amico Antony Sadler, interpretati da loro stessi, e non come doveva essere da Chris Hemsworth, Zac Efron and Michael B. Jordan, intuiscono l’azione di un terrorista pieno di armi e pallottole e riescono a evitare un massacro, quindi infarcisce l’evento con le loro storie. In patria, ovviamente. Quando sono bambini a Sacramento, e non sono bambini proprio normali, hanno dei forti problemi di attenzione. Poi quando crescono e scelgono di fare il militare. E non brillano praticamente in niente.
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Anzi, Spencer Stone viene scartato un po’ da tutti i corpi che aveva sognato. Poi quando si incontrano in giro per l’Europa per un viaggetto tra Germania, Italia e Francia. Magari Clint Eastwood vuole mettere in scena la costruzione di un eroe e quanto il tutto alla fine si debba un po’ al caso. Perché è un puro caso che Spencer, che si butta contro il terrorista armato, rimane vivo. C’è molto in comune con l’eroismo “normale” dei protagonisti dei suoi ultimi film, Sully e American Sniper, è vero. Ma lì c’era una costruzione di cinema, anzi, di grande cinema, che qui sembra completamente assente. Quando il film parte è ormai troppo tardi.
E nemmeno il bel discorso, vero, di François Hollande, allora presidente francese, salva un film inerte. Peccato. Su Canale 20 alle 21, 05 l’action “Quello che non ti uccide” diretto da Joe Carnahan con Frank Grillo, Mel Gibson, Naomi Watts, Will Sasso, Rio Grillo, Selina Lo, Michelle Yeoh. Andate sul sicuro con “Assassinio sull’Orient Express”, quello diretto da Sidney Lumet con Albert Finney come Hercule Poirot, Ingrid Bergman, Lauren Bacall, Martin Balsam, Jean-Pierre Cassel. Alla prima era del film a Londra nel 1974 era presente in sala proprio lei, Agatha Christie, la Regina del Crimine, che aveva scritto il romanzo, due miliardi di copie!, solo quarantanni prima e che in genere detestava gli adattamenti cinematografici delle sue opere. Agatha Christie, che aveva allora 86 anni e sarebbe morta quattordici mesi dopo, aveva però molto apprezzato il lavoro di Lumet.
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Uno dei pochi registi in grado di sfidare la teatralità, quasi claustrofobica della situazione, un giallo, con tanto di omicidio, ambientato nel 1934 e legato al caso Lindbergh, tutto risolto all’interno dei vagoni dell’Orient Express, fermo per un problema di neve sulle alte montagne. La Christie aveva avuto da ridire solo sui baffi di Albert Finney, che non erano quelli da lei pensati per Poirot. Su Rai Movie alle 21, 10 avete l’ottima commedia western “Cowboy” di Delmer Daves con Glenn Ford, Jack Lemmon, Anna Kashfi, Brian Donlevy, Dick York, Victor Manuel Mendoza, dove un cittadino di Chicago come Jack Lemmon finisce vaccaro assieme a Glenn Ford.
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Scritto da Edmund North e da Dalton Trumbo, che non firma perché blacklisted, tratto da un libro di Frank Harris sulle sue esperienze da cowboy. Lemmon patì le pene dell’inferno sul set e rischiò di morire non essendo assolutamente preparato a fare il cowboy. Non pare male, ma ha modeste critiche, Cielo alle 21, 15, la comedy-sociale “Appuntamento al parco” diretto dall’inglese Joel Hopkins con Diane Keaton, Brendan Gleeson, James Norton, Lesley Manville, Alistair Petrie, dove una vedova americano si incontra con un uomo che vive da anni in mezzo a un bosco e non vuole cedere a chi vuole buttarlo fuori per farci un palazzo di lusso. Su Italia 1 alle 21, 20 seguita la saga dei bambini lasciati soli a casa con “Home Alone 3”, tradotto da noi con “Mamma ho preso il morbillo” di Raja Gosnell con Alex D. Linz, Kevin Kilner, Olek Krupa, Rya Kihlstedt, Lenny von Dohlen. Ha ottime critiche l’action-mistery hongkonghese “Shock Wave 2” di Herman Yau con Andy Lau, Ching Wan Lau, Ni Ni, Sean Tierney, Harry Oram, Jai Day, Liviu Covalschi.
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Rai Uno alle 21, 30 presenta una commedia francese con incontro tra un giovane medico borghese annoiato e un giovane malato sulla sedia a rotelle, “Volami mia” di Christophe Barratier con Victor Belmondo, Gérard Lanvin, Yoann Eloundou Noah, Ornella Fleury, Marie-Sohna Conde. Mai visto. TV8 alle 21, 30 propone invece “Men in Black International”, diretto dallo specialista in action F. Gary Gray con Chris Hemsworth, Liam Neeson, Emma Thompson, Tessa Thompson, Rebecca Ferguson. Non fu un gran successo. Critiche pessime. “E’ come se avessero scordato di farlo divertente”. Passiamo alla seconda serata con un western spettacolare, ma molto visto ultimamente, come il vecchio “Rio Conchos” di Gordon Douglas scritto da Joseph Landon e Clair Huffaker rubacchiata, senza dirlo, da “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad, con un gruppo di quattro pistoleri, Richard Boone, Anthony Franciosa, Stuart Whitman e Jim Brown, in missione a caccia di un ufficiale sudista impazzito, Edmond O’Brioen, che vende fucili agli indiani.
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L’unica donna del film è una bella indiana, Wende Wagner, che venne scelta personalmente tra 200 aspiranti attrici da Richard D. Zanuck. La bomba del film fu la presenza del campione dei Cleveland Browns Jim Brown, per la prima volta passato al cinema dal rugby, che ha un ruolo di ugual peso dei pistoleri bianchi. Nemmeno Franciosa aveva mai fatto un western. Quello che ci stupì, però, fu il ritmo indiavolato che aveva il film, la violenza sparsa qua e là che sarebbe stata ripresa dai registi italiani di spaghetti western, la musica di Jerry Goldsmith, il titolo mezzo messicano.
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La seconda serata è costruita come la prima con una serie infinita di avanzi. Segnalo il curioso "Colpo di fulmine" di Marco Risi con Jerry Cala' e Vanessa Gravina, Cine 34 alle 23, 15, seguito all1, 10 dal più stracult ma trashissimo "Vita smeralda" diretto dallo stesso Jerry col Dogui e le ragazzetti dell'epoca delle vacanze in Sardegna di Berlusconi. Altro che il Twiga. Su Iris all' 1, 20 un tardo film di Robert Altman, "Conflitto di interesse" con Kenneth Branagh e Robert Downey jr. Da recuperare.
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Non era affatto male "Young Adult" con Charlize Theron, 7Gold all'1, 30. Chiudo con capolavori del tipo "Non escludo il ritrono" biopic su Calufano diretto da Stefano Calvagna Rete 4 ae 2, 10, la più rara commedia americana "Cominciò con un bacio" di George Marshall con Glenn Ford e Debbie Reynolds, Iris alle 3, 15, il peplum-giallo "L'inchiesta" di Damiano Damiani con Keith Carradine e Harvey Keitel, Rai Due alle 4, 15 ( ne fecero un temake prima Giulio Base poi Kevin Reynolds) e "Ischia, operazione amore" di Vittorio Sala con Walter Chiari, Graziella Granata, Helen Chanel, Peppino De Filippo Cine 34 le 4, 25, tipico filmetto estivo girato durante le vacanze di Walter Chiari sullo yacht di Rizzoli...
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