Marco Giusti per Dagospia
roberto benigni massimo troisi non ci resta che piangere
E in chiaro stasera che vediamo? Ci sarebbe “Il Re Leone” di Jon Favreau, quello più nuovo del 2019, stupendo, su Rai Uno alle 21,25. O “Non ci resta che piangere” su Rete 4 alle 21,25 di Roberto Benigni e Massimo Troisi, molto più che un film di coppia, un film di coppia, unico, che Benigni e Troisi al massimo della loro popolarità girarono assieme senza una vera e propria sceneggiatura, affidandosi all’occhio esperto di Giuseppe Rotunno, qualcosa in più di un direttore della fotografia.
Ma il film era così fresco e divertente, pieno di trovate, e di amici come Carlo Monni come Vitellozzo o come Paolo Bonacelli come Leonardo. La prima parte, nel ricordo di allora, è più bella. Perché vedere Benigni e Troisi come Totò e Peppino che finiscono all’epoca di Leonardo è uno spettacolo. Ma alla fine già rivederli è un tale piacere…
roberto benigni massimo troisi non ci resta che piangere
Tra i film ancora più antichi, punterei sul vecchissimo, e ormai raro, biblico tutto americano “La storia di Ruth”, diretto nel 1960 in cinemascope da Henry Koster con Elana Eden come Ruth, Stuart Whitman, Tom Tryon, Peggy Wood, Viveca Lindfors e un giovanissimo Victor Buono al suo esordio. Ruth doveva essere interpretata da Susan Strasberg, figlia di Lee Strasberg.
la ricerca della felicita
Aveva tutte le caratteristiche giuste, ma alla fine i produttori scelsero la giovane israeliana Elana Cooper, che era già una star in Israele, dopo aver visionato ben trecento attrici. Elana, mitragliera dell’esercito israeliano, era già stata una delle cinque finaliste per il ruolo di Anna Frank al cinema (poi scelsero Millie Perkins), e grazie a quello convinse i boss della Fox, che le cambiarono però il nome, troppo inglese, e la ribattezzarono Elana Eden. Benché molto fotogenica, Elana Cooper o Eden non funzionò come star. Nel 1965 fece un film di spie in patria diretta da Menahem Golan, “Commandos in azione”, col nome di Ilana Foch.
la ricerca della felicita'
Su Iris alle 21 avete uno dei rari successi americani di Gabriele Muccino, “La ricerca della felicità”, melo sulla discesa agli inferi di un uomo senza lavoro nella società americana, con Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton. Ricordo la presentazione del film in pompa magna a Roma. Muccino sembrava al top della sua carriera.
mad max interceptor
Su Cine 34 alle 21 torna Enzo Salvi in coppia con Maurizio Mattioli in “Din Don 5 – Bianco Natale” di Paolo Geremei con Fiordaliso, Andrea Dianetti, Simona Borioni. Occhio al doppio Mad Max nello stesso momento. Su Warner tv alle 21 trovate “Interceptor”, cioè “Mad Max”, di George Miller, un capolavoro che ridefinì il cinema action post-apocalittico, con l’allora ignoto a tutti Mel Gibson, Joanne Samuel, Roger Ward. Venne lanciato al Festival di Cannes del 1979.
E su Canale 20 alle 21,05 l’ultimo Mad Max di Miller, cioè il meraviglioso “Mad Max Fury Road” con Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne, Nathan Jones, Zoë Kravitz. Leggo che per “Interceptor” Geroge Miller riuscì a raccattare i soldi per prodursi il film lavorando come medico al pronto soccorso in Australia, lo girò in 12 settimane con un budget di 350 mila dollari. Mel Gibson, che era ancora studente di recitazione, venne pagato 10.000 dollari. Non parliamo poi di come vennero o non vennero pagati le comparse e i motociclisti. Diciamo a birre.
mad max interceptor
Anche l’idea del post-apocalittico fu dettata dalla povertà. Non potendo usare set veri e propri inserendo comparse e attori, si decise sul campo di girare con gli extra nel deserto o in zone selvagge e di inventarsi così un futuro post-atomico. Ricordiamoci che la versione americana venne ridoppiata dalla AIP, a parte Robina Chaffey, la cantante del Sugartown Night Club, perché gli attori parlavano australiano.
mad max fury road
La fonte di ispirazione della storia e dell’ambientazione del film venne a George Miller da un piccolo film futuristico americano, “A Boy and His Dog” di L.Q.Jones, celebre caratteriste western dei film di Sam Peckinpah. Quanto all’ultimo Mad Max, vi ripropongo quanto ne scrissi da Cannes quando lo vidi. In estasi. Pochi cazzi. "Mad Max: Fury Road" di George Miller è una bomba. Buttate via "Fast and Furious 7", "Avengers 2". "Mad Max" è l’action movie dell'anno, Tom Hardy l'unico in grado di prendere il posto di Mel Gibson giovane e di stare al posto suo, perchè la vera eroina è Charlize Theron come Furiosa, ribelle senza un braccio con mezza capa annerita dal grasso del suo camion, piena di armi da tutte le parti.
mad max fury road 6
Le voci dicono che sia lei che Tom Hardy sul set sono stato più cattivi del deserto della Nanibia, star viziate e insopportabile. Ma il risultato sullo schermo si vede. Il resto lo fanno i set incredibili del deserto africano, una sorta di Monumental Valley fordiana riscoperta, una marea di mostri che cacciano i nostri eroi e una ciurma di belle ragazze che Furiosa cerca di liberare dalle grinfie di Immortal Joe capo di una tribu' di rincoglioniti pelatoni, chiamati War Boys, che sognano il Valhalla come i guerrieri dell'Isis e si tirano su col sangue dei pochi umani sani rimasti.
mad max fury road 2
Su Rai Movie alle 21,10 avete “Real Steel. Cuori d’acciaio” di Shawn Levy con Hugh Jackman, Kevin Durand, Evangeline Lilly, Anthony Mackie. Alle persone più gentili, meno interessate ai film di botte e azione, consiglio “Fraulein” di Caterina Carone con Christian De Sica, Lucia Mascino, Therese Hämer. Ah, se Caterina Carone, per la sua opera prima, non avesse voluto due nomi popolari come protagonisti, la Lucia Mascino nota in tv per la sitcom Mamma per caso e addirittura Christian De Sica in un raro ruolo non comicarolo, ma due sconosciuti, magari stranieri, avrebbe potuto forse vedere il suo film d’esordio scelto da un festival importante, Cannes, Venezia, Locarno.
DE SICA IN FRAULEIN
Ma ha voluto costruire un film fiabesco interpretato da volti noti, e questo, per il folle mercato non solo italiano, comporta una qualche punizione. E’ assurdo, ma è così. Perché questa operina, questa fiaba delle montagne che vede l’incontro tra due solitudini, la nascita di un’amicizia e poco più mentre una tempesta elettrica si scatena nella montagna provocando non si sa bene quali stravaganze nella testa degli abitanti del posto, è un piccolo film assolutamente delizioso e particolare all’interno del nostro cinema.
DE SICA IN FRAULEIN
Trovo bellissimo anche “Black Book”, incredibile spy movie in tempo di guerra diretto da Paul Verhoeven tornato in Olanda dopo la lunga parentesi hollywoodiana (23 anni!), con Carice van Houten, come l’ebrea Rachel Stein che per vendicarsi dei tedeschi che hanno sterminato la sua famiglia, diventa l’ariana Ellis de Vries pronta a infilarsi tra gli alti comandi dei nazisti, Sebastian Koch, Thom Hoffman, Halina Reijn, Derek de Lint, Matthias Schoenarts. Film molto hitchcockiano di grandissima presa drammatica, scritto da Gerard Soeteman, vecchio collaboratore di Veroheven nell’arco di vent’anni, ma anche molto erotico grazie a Carice van Houten, che ritroveremo come la maga Melisandre di “Trono di spade”. Favolosa.
noah 6
Su La7 alle 21,15 trovate un film di prigioniere, tutte donne, tutte di paesi diversi, dei giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale in quel di Singapore, “Paradise Road” di Bruce Beresford con Glenn Close, Frances McDormand, Cate Blanchett, Julianna Margulies. Bellissimo cast, ma pessimi giudizi critici.
Su Rai 4 alle 21,20 avete un kolossal biblico di Darren Aronofsky, “Noah” con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Emma Watson, Ray Winstone. La scena di maggior culto è l’incontro tra Noé e Matusalemme. “Una tazza di tè?”, chiede il vecchissimo Matusalemme di Anthony Hopkins chiuso nella sua grotta al nipote Noè che gli è venuto a chiedere delucidazioni sul suo sogno riguardante il Diluvio Universale.
noah 5
Detto questo, non ci sono compromessi, rispetto a questo massiccio “Noah”, un film che Aronofsky ha costruito in quindici anni, scrivendolo assieme al suo sceneggiatore Ari Handel, neurobiologo ebreo-svizzero già responsabile del misticheggiante “The Fountain”, poi al disegnatore canadese Niko Henrichon, col quale hanno dato vita a una graphic novel di “Noah” che servirà quasi come storyboard, e infine a John Logan, lo sceneggiatore di “Il gladiatore”, probabilmente imposto dalla Paramount, ma che non firma sui titoli, vai a sapere perché, non ci sono vie di mezzo.
noah 3
O lo accetti o non lo accetti. Ma se lo accetti devi digerire non tanto il Noah guerriero di Russell Crowe che sceglie, rispettando la giustizia del Creatore, non si dice mai Dio, di lasciar morire tutto il genere umano salvando solo gli animali innocenti e la sua famiglia, ma di farti piacere pure gli “watcher”, sorta di angeli custodi finiti sulla terra e diventati dei giganteschi Transformer di roccia che lo aiutano a costruire l’Arca. O di farti piacere l’idea del cattivo re Tubal Cain, discendete dalla razza di Caino, un grande Ray Winstone, che spara con una specie di fuciletto agli watcher per entrare anche lui nell’Arca di Noè o Noah che dir si voglia.
noah 2
E, ancor più profondamente, di rispettare la scelta di Aranofsky di fare del suo protagonista un padre pronto a uccidere la sua stessa stirpe forte dell’idea che lui ha della giustizia del Creatore.
Italia 1 alle 21,20 torna sul vecchio “Top Gun” di Tony Scott con Tom Cruise davvero giovane, Val Kilmer con la sua voce, Kelly McGillis ancora bellissima, Anthony Edwards, Tom Skerritt, John Stockwell.
In seconda serata posso segnalarvi “Cacciatore bianco, cuore nero” di Clint Eastwood con lo stesso Clint nei panni del regista John Huston in Africa, Jeff Fahey, George Dzundza, Marisa Berenson. Da rivedere anche, Canale 27 alle 23,10, “Piccole canaglie” di Penelope Spheeris con Travis Tedford, Bug Hall, Brittany Ashton Holmes, Whoopi Goldberg, che ricostruisce il mondo dei Little Rascals, di Spanky e Alfalafa, bambini-attori.
A me piacque pure il fantascientifico “Atmosfera Zero” di Peter Hyams con Sean Connery, Peter Boyle, Francis Sternhagen, Rai Movie alle 23,20, che riporta le atmosfere western di “Mezzogiorno di fuoco” coi tre killer che vogliono uccidere lo sceriffo sulle lume di Giove. Forse il miglio film di Hyams, almeno nel ricordo di allora.
la gatta sul tetto che scotta 2
Iris alle 23,25 presenta un classico di Tennesse Williams cucinato da Hollywood negli anni ’50 togliendo ogni sua “pericolosità”, cioè “La gatta sul tetto che scotta”, diretto da Richard Brooks con Elizabeth Taylor, Paul Newman, Burl Ives, Jack Carson e Judith Anderson. Tennesse Williams, quando scoprì che l’omosessualità del protagonista, il Brick di Paul Newman, era stata rimossa nel film si infuriò. George Cukor, che doveva dirigere il film se la dette a gambe.
la gatta sul tetto che scotta 1
Brooks accettò la cosa, era Hollywood, e la fece digerire a Paul Newman che, in fondo, prendeva un ruolo pensato per James Dean e faceva coppia con Liz in un film a colori dove i loro occhi si sarebbero parecchio osservati. Nella versione teatrale, diretta da Elia Kazan, i protagonisti sono Ben Gazzara e Barbara Bel Geddes, ma i due genitori sono, come qui, lo strepitoso Burl Ives come Big Daddy e Madeleine Sherwood. Burl Ives, cantante folk che ebbe problemi col maccartismo, e non si comportò bene, ruba la scena a tutti come il padre-padrone del debole Brick che ha sposato una donna focosa quando lui ha altri interessi.
Su La 7 alle 23,40 avete una delle ultime versione della celebre opera di Thackeray “La fiera delle vanità”, diretta da Mira Nair con Reese Witherspoon, Romola Garai, Jonathan Rhys-Meyers, Gabriel Byrne, Jim Broadbent. Su Rete 4 alle 23,50 si procede con la filmografia di Massimo Troisi con “Pensavo fosse amore invece era un calesse” con Massimo Troisi, Francesca Neri, Angelo Orlando, Marco Messeri.
ritorno a casa gori 2
Nella notte posse indicarvi il rarissimo “La passeggiata”, rilettura gogoliana di Renato Rascel in doppia veste di protagonista e regista, con Valentina Cortese, Giuseppe De Martino, Enzo Maggio, Rete 4 alle 2,40, il notevole “Ritorno a Casa Gori” diretto da Alessandro Benvenuti, scritto da Ugo Chiti con Sabrina Ferilli, Alessandro Benvenuti, Athina Cenci, Alessandro Haber, Cine 34 alle 2,45, “Borsalino” di Jacques Deray con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo, Rai4 alle 3,15, “Fantaghirò 5” di Lamberto Bava con Alessandra Martines, Remo Girone, Luca Venantini, Ludwig Briand, Michaela May, Canale 5 alle 3,15.
ritorno a casa gori 1
Chiudo con un raro film napoletano, “Napoli sole mio” di Giorgio Simonelli con Maurizio Arena, Lorella De Luca, Titina De Filippo, Tina Pica, Virgilio Riento, Gloria Christian, Ferruccio Tagliavini, Aurelio Fierro, Rete 4 alle 4,15 seguito da “L’ha fatto una signora”, diretto nel 1938 da Mario Mattòli con Michele Abruzzo, Rosina Anselmi, Tina Pica, Virgilio Riento, Nino Taranto, Alida Valli, Iris alle 5,20. Due meraviglie assolute del nostro cinema…
sabrina ferilli ritorno a casa gori sabrina ferilli alessandro benvenuti ritorno a casa gori jean paul belmondo con alain delon in borsalino, 1970. ritorno a casa gori 3 jean paul belmondo alain delon borsalino ALAIN DELON E BELMONDO CON IL BORSALINO jean paul belmondo alain delon borsalino