Marco Giusti per Dagospia
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E stasera in chiaro che vediamo? Beh, ma fanno “Basic Instinct” di Paul Verhoeven con Sharon Stone che fa perdere la testa a Michael Douglas e a proprio tutti solo accavallando le gambe su Iris alle 21! Leggo che Sharon Stone venne accettata come protagonista solo dopo che ben tredici altre attrici più note rifiutarono il ruolo di Catherine.
Attrici come Demi Moore o Michelle Pfeiffer non accettavano di fare le scene di nudo richieste, mentre la Stone sì. Aveva girato una valanga di film di serie B e non era diventata famosa. Però, pur avendo girato dei buoni provini, sul set era nervosa e Verhoeven ha dovuto starle molto dietro per tranquillizzarla, abbandonando del tutto Michael Douglas, che già non la considerava all’altezza di far coppia con lui, che era una vera star, e poi si sentì tagliato fuori dalle attenzioni del regista.
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La scena dell’accavallamento delle gambe della Stone al 27° minuto, nata sul set a richiesta di Verhoven con la scusa che le mutandine bianche dell’attrice davano noia e con mille sue raccomandazioni che non si sarebbe visto niente (stai tranquilla, sta tranquilla…) sembra che fosse un ricordo di un giochetto erotico che faceva una compagnia di scuola a Verhoeven. Comunque, se al 27° minuto vi spostate dal divano per un bicchier d’acqua o problemi di prostata, l’avete persa.
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Per i fan di spaghetti western è imperdibile l’appuntamento, Cine 34 alle 21, con “I giorni dell’ira”, il miglior film di Tonino Valeri e il primo e unico incontro tra Lee Van Cleef e Giuliano Gemma. E certo questo, per noi ragazzi nel Natale 1967 sembrò il regalo più bello. Aggiungiamoci che eravamo pazzi di Lee Van Cleef e del primo film di Valerii, Per il gusto di uccidere. Ma “I giorni dell’ira” era vietato ai 14 anni e dovemmo aspettare che lo derubricassero (pochi giorni dopo la sua uscita) per vederlo. L’unica cosa incriminabile era un più che giustificato “figlio di puttana” detto fin troppo enfaticamente da Andrea Bosic a Giuliano Gemma. Valerii ricorderà che “uno spettatore a Terni, alla terza parolaccia disse: se parla de fino in questo film!”. La storia è quella di un cowboy alla ricerca di un padre. E la morale è quella ben dichiarata nel film: “Quando colpisci un uomo devi ucciderlo o prima o poi lui ucciderà te”.
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L’inizio è strepitoso, anche perché non ti aspetti Gemma-Ringo che raccatta merda da tutta la città e subisce qualsiasi ingiuria. Questo è tra i suoi ruoli più sofisticati, è Scott “Mary”, cioè figlio di “Mary”, la ragazza del bordello, con padre ovviamente ignoto. Lo trattano tutti come un bastardo, a parte il vecchio stalliere Murph, cioè Walter Rilla e il cieco Pepe Calvo. Quando arriva in città il pistolero Frank Talby, cioè Lee Van Cleef, che ha dei conti da regolare coi maggiorenti locali, lo vede come un padre possibile e lo mitizza anche troppo. Bellissimo il duello a cavallo senza mani con fucile ad avancarica tra Benito Stefanelli e Lee Van Cleef.
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I due avversari devono caricare i fucili e poi sparare stando in equilibrio sul cavallo. Come spiegava Stefanelli: “Lui mi frega perché sputa la pallottola direttamente nella canna del fucile, guadagna tempo e mi brucia sul millesimo di secondo. Era un personaggio molto ben caratterizzato”. Lasciate perdere la commediola matrimoniale “The Big Weddeng” dello sconosciuto Justin Zackham, anche se ci sono Robert De Niro, Diane Keaton, Susan Sarandon, Rai Movie alle 21, 10, puntate magari sul clamoroso “Giù al Nord”, quello originale diretto da Dany Boom con Kadi Merad, Dany Boom stesso, Zoé Felix, che fu un caso nel 2008, col postino che dal paesino di provenza, dove vive, viene trasferito al nord, nel buco del culo del mondo nella cittadina di Bergues, dove la gente parla l’incomprensibile “ch’ti”… Rai Storia alle 21, 10 ripropone il malloppone da 366’ di “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana con Luigi Lo Cascio, Maya Sansa, Sonia Bergamasco, Jasmine Trinca e Alessio Boni e risolve la serata.
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Fermi tutti” Cielo alle 21, 15 propone il sederone di Claudia Koll già Collacione immortalato da Tinto Brass nel suo film di esordio, “Così fan tutte”. Brass lo accosta alle cupole delle chiese di Venezia. Il film segue la posta del cuore della Koll, sposina non troppo perfetta di Paola Lanza.
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In ordine, si fa sodomizzare da un francese, poi abbordare in tram da un seminarista nero, scatena i maschi in una carrozza ferroviaria, ritrova un vecchio amore e se lo fa per strada. Il marito la perdona. Dovrebbe esserci anche Rosanna Cancellieri in una sorta di cammeo. Lo ha confermato la stessa Cancellieri (o forse scherzava?), dicendo però che non è nuda nel film. Su Italia 1 alle 21, 20 avete anche “Il cacciatore di giganti” di Bryan Singer con Nicholas HOult, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Ian McShane, Bill Nighy. Lo ricordo molto divertente. Piuttosto modesto “Hangman – Il gioco dell’impiccato” di Johnny Martin con l’Al Pacino di questi ultimi anni, Rai 4 alle 21, 20. Non mi ricordo quasi nulla di “007. La morte può attendere” diretto dal nezelandese Lee Tamahori con Pierce Brosnan, Halle Berry (però…), Rick Yune e una ancora sconosciuta Rosamund Pike del 2002, Rete 4 alle 21, 15.
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In seconda serata, in una marea di repliche, “Un giorno di ordinaria follia” di Joel Schumacher con Michael Douglas , Rai 4 alle 23, 05, “per pochi dollari ancora” di Giorgio Ferroni con Giuliano gemma, Cine 34 alle 23, 20, “John Q.” di Nick Cassavetes con Denzel Washington, Iris alle 23, 25, “Invasion” di Oliver Hirschbiegel con Nicole Kidman e Daniel Craig, canale 20 alle 23, 50, spunta “Vizi di famiglia”, commedia del grande Rob Reiner con Jennifer Aniston, oggi è il suo compleanno (auguri!), Kevin Costner, Shirley MacLaine, Mark Ruffalo, La5 alle 23, 10. Nella notte vi segnalo “Fight Club” di David Fincher con Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Jared Leto e il povero Meat Loaf, Rai 4 all’1, 10, “Cronaca familiare” di Valerio Zurlini con Marcello Mastroianni, Jacques Perrin, tratto dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini, Rai Tre all’1, 15.
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Per molti è il capolavoro del regista, con grande uso del colore, che nella vecchia visione nella tv in bianco nero francamente mi era sembrato un po’ noioso e non l’ho mai visto al cinema, dove andrebbe visto. Ho visto al cinema, invece, e ve lo consiglio caldamente “L’infermiera nella corsia dei militari”, Cine 34 all’1, 20, unico incontro tra la dilagante Nadia Cassini al suo massimo splendore e il regista Mariano Laurenti, con il cast dei soliti Banfi-Alvaro-Sposito, ad esempio, è divertente, ma non la grandiosa commediaccia che ci si sarebbe aspettati. Anche l’idea di una clinica psichiatrica per militari rincoglioniti (in testa Carlo Sposito come “Moshe Dayan” e Enzo Andronico-bersagliere), puzza già di barzelletta movie. Nadia ce la mette tutta, ballando, agitatissima, cantando (“Go out and Dance” di Zitelli), ma la trovatina di lei che si maschera da infermiera ha il fiato corto.
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La gag migliore, ancora una volta, è giocata sul sedere della Cassini, ma stavolta associato a quello di Banfi, mai così inquadrato, anche nudo, come in questo film. Lo si vede prima a letto con la moglie, poi in un sogno paradisiaco accostato a quello della Cassini. Fondamentale, per i fan, la scena del dottor Banfi che, per far vedere ai suoi pazienti che non c’è alcun pericolo nel farsi siringare il sedere, mostra quello dell’infermiera, cioè della Cassini. Notevoli le scene con Nieves Navarro sempre nuda e Banfi che cerca di erotizzarla. Alvaro ha invece una specie di parrucca afro in testa e fa il pittore pazzo. Carmen Russo è la bella modella. Linda De Felice ha un ruolo marginale, ma notevole, quello della suora scorreggiona.
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Ricordo come un’opera prima assolutamente non controllata, malgrado le migliori intenzioni, “Lost River” di Ryan Gosling con Christina Hendricks, Saoirse Ronan, Eva Medes, e Barbara Steele come nonna, Iris all’1, 45. Tutta una platea di critici a Cannes rimase muta alla fine della proiezione. La Warner Bros cercò di vendere subito i diritti a qualche altro distributore, ma alla fine lo fece circolare solo (e male) sulle piattaforme. Un disastro. Non fu un successo nemmeno “4 pazzi in libertà” di Howard Zieff con Michael Keaton, Christopher Lloyd, Peter Boyle, Stephen Furst, Lorraine Bracco canale 27 alle 2, 10, dove i quattro pazzi, davvero in libertà, sono testimoni di un vero omicidio compiuti da due poliziotti, ma non riescono a convincere nessuno di quanto stanno dicendo. Keaton lo girò lo stesso anni del suo “Batman” diretto da Tim Burton.
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Tra gli altri film della notte più fonda “Io, Emmanuelle” di Cesare Canevari con Erika Blanc, Adolfo Celi, Paolo Ferrari, Cine 34 alle 4, 25, che non è proprio il porno che pensate, anche se, Erika Blanc si mostrava parecchio nuda. “L’ho scelta perché costava poco”, disse elegantemente il regista, “poi si è rivelata perfetta… era bravissima”. Sembra che la avesse preferita a Edwige Fenech, che lo avrebbe fatto volentieri, perché più espressiva. “Ero molto amica di Cesare”, dirà la Blanc, “mi lasciava esprimere senza interferire”. Ma si rifiutò di baciare in bocca un attore che non era un attore, cioè l’avvocato di Canevari, messo lì per risparmiare.
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Per Giovanni Buttafava “un sexymélo che sfrutta il nome (e solo quello) dell’eroina dell’ormai famosissimo romanzo erotico, uscito anche in Italia con alterne vicende di pirateria editoriale e di strascichi giudiziari”. Proprio la Emmanuelle Arsan cercò di bloccare il film, che risulta tratto dal romanzo di una certa Graziella Di prospero, “Disintegrazione 68”. Lo trovai un po’ lento, anche se la scena finale con Erika Blanc che si lascia scivolare un bicchiere di latte sul corpo nudo faceva il suo effetto. Gianni Ferrio riuscì a convincere Mina a cantare la canzone del film. Ci sarebbe anche “Situazione imbarazzante” diretto da Garson Kanin, grande sceneggiatore, nel 1939 con Ginger Rogers, David Niven, Charles Coburn, Rai Movie alle 3, 30.
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