moonage daydream 1
Marco Giusti per Dagospia
Stasera che vediamo? Intanto ieri in sala è andato benissimo il documentario su David Bowie di Brett Morgen “Moonage Daydream" con 96 mila euro, 11.288 spettatori in 239 sale, dietro a “Avatar”, ancora primo con 133 mila euro e 17.446 spettatori in 240 sale. Purtroppo rimane in sala solo fino a domani e andrebbe proprio visto al cinema.
dragonheart
Stasera in chiaro cosa posso proporvi? Beh, su Mediaset Italia 2 alle 21, 15 almeno c’è un filmone di draghi, “Dragonheart” diretto nel 1996 da Rob Cohen con Dennis Quaid protagonista che non c’entra proprio nulla, ma anche grandi attori inglesi come David Thewlis, Julie Christie, Pete Postlethwaite. Peccato vederlo nell’edizione doppiata, perché in inglese la voce del drago Draco era quella di Sean Connery e valeva lo spettacolo, mentre quella di Re Artù era di John Gielgud. Va detto che da noi lo doppia il grandissimo Gigi Proietti, ma sono belle anche le voci dei doppiaggi stranieri, Philippo Noiret in Francia, Francisco Rabal in Spagna, Mario Adorf in Germania.
richard gere ufficiale e gentiluomo
Su Canale 27 alle 21, 10 avete il romanticone “Ufficiale e gentiluomo” di Taylor Hackford con Richard Gere, Debra Winger, Louis Gossett jr. Fu un grande successo al tempo e la coppia Gere – Winger funzionava benissimo, anche se non si sopportavano molto. Clamoroso, ma giusto l’Oscar di Louis Gossett jr, che fa il sergente istruttore, il primo che andò a un afro-americano come miglior attore non protagonista. Il ruolo, pensato per un bianco, era stato offerto a Jack Nicholson e James Woods. Curiosamente Gossett jr venne istruito da R. Lee Ermey, il sergente di ferro di “Full metal Jacket”.
CHECCO ZALONE - TOLO TOLO 1
Su Canale 20 alle 21, 05 avete il kolossal con gli zombi più rapidi del mondo (aho’, ma so’ zombi, su…) “World War Z” di Marc Forster con Brad Pitt, Mireille Enos, James Badge Dale, Daniella Kertesz, Matthew Fox, David Morse, tipico film salvato dalla produzione. Rimontato, riscritto e con un terzo atto, dove c’è anch Favino, completamente nuovo appiccicato. Infatti nell’anteprima test che ne fecero a Roma non si vedeva. Canale 5 alle 21, 25 torna su “Tolo Tolo”, il meno riuscito dei film di Checco Zalone, e il più discusso, anche a causa del video che molte ragazze hanno ritenuto politicamente scorretto, ma anche l’ultimo grande successo italiano del 2000.
adriano celentano renato pozzetto lui e peggio di me
Cine 34 alle 21 presenta il modesto “Lui è peggio di me” di Enrico Oldoini con Adriano Celentano, Renato Pozzetto, Kelly Van der Velden, Sergio Renda, mentre Iris se la cava con “Hondo” diretto nel 1966 da Lee H. Katzin con Ralph Taeger, Kathie Browne, Michael Rennie, Noah Beery jr., remake del celebre “Hondo” in 3D diretto da John Farrow, prodotto da John Ford con John Wayne che dopo la guerra civile gira per l’Arizona assieme al suo cane Sam, ma pensato come pilot per una serie televisiva che andrà avanti per 17 episodi.
pandorum 3
Ralph Taeger prese il posto pensato prima per James Arness poi per Peter Graves. Sembra che la serie non fosse affatto male. Ci sono anche buoni registi come William Witney, adorato da Tarantino. Rai Movie alle 21, 10 passa il fantascientico/horror di modestissima considerazione critica “Pandorum. L’universo parallelo” diretto da Christian Alvart, prodotto da Paul W. Anderson con Dennis Quaid, Ben Foster, Cam Gigandet, Antje Traue, Cung Le.
air force one
Meglio magari, ma di poco, la commedia “Due cuori e una provetta” di Josh Gordon, Will Speck con Jennifer Aniston, Jason Bateman, Patrick Wilson, Juliette Lewis, Jeff Goldblum. Rai Due se la cava alle 21, 20 con “Bad Boys for Life” di Adil El Arbi, Bilal Fallah, i due registi che si sono visti recentemente cancellare “Bat Girl”, con Will Smith, Martin Lawrence, Joe Pantoliano, Paola Núñez, Vanessa Hudgens. Canale Nove alle 21,25 se la cava con l’eterno “Air Force One” di Wolfgang Petersen con Harrison Ford, Gary Oldman, Glenn Close. Funziona sempre.
juliet, naked – tutta un’altra musica
In seconda serata ci sarebbe l’action nato dall’omonimo fumetto di Andrew Diggle “The Losers” di Sylvain White con la Zoë Saldana di “Avatar”, Jason Patric, Jeffrey Dean Morgan, Chris Evans, Idris Elba, Columbus Short. Pessime critiche. Uffa. Ricordo invece piuttosto bello “Juliet, Naked – Tutta un’altra musica” di Jesse Peretz con Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O'Dowd, storia di una coppia un po’ sfigatella arrivata alla mezza età, disillusi, diciamo. Lei ha un museo nella sua cittadina, lui è l’unico fan e esperto di un rocker sconosciuto. Poi arriva un demo registrato 25 anni prima dall’oscuro rocker e la storia prende un’altra piega. Buffo, ma riuscito.
duello al rio d argento 2
Iris alle 23 presenta un buon western di Don Siegel un filo rovinato da Audie Murphy, l’attore-soldato adorato dal cinema americano e da Ciro Ippolito, l’unico che si ricordi di lui credo, “Duello al Rio d’argento” con Faith Domergue, Stephen McNally, Lee Marvin, Susan Cabot. Audie Murphy come Silverf Kid vestito di pelle nera con cappellone assurdo viene ribattezzato Johnny Sombrero. Lee Marvin si mangerà tutti. Ovvio. Primo film di Don Siegel alla Universal e suo primo western in assoluto. Da non perdere. Me lo registro sicuro.
romy schneider boccaccio 70
Su cine 34 alle 23, 10 trovate “Boccaccio 70” celebre film a episodi di Vittorio De Sica, Federico Fellini, Luchino Visconti, Mario Monicelli con Sophia Loren, Peppino De Filippo, Anita Ekberg, Tomas Milian, Romy Schneider. Bellissimi gli episodi di Visconti, con Romy Schneider e Tomas Milian che fanno i ricchi e giovani milanesi perditempo degli anni 60, e Fellini, con Peppino che fa l’inflessibile censore democristiano che si ritrova in sogno una Anita Ekberg gigantesca che esce dal cartellone del “bevete più latte” e lo tormenta. Episodio capolavoro.
florence guerin profumo
Su Cielo alle 23, 15 ariecco Florence Guerin nudissima in “Profumo” di Giuliana Gamba, mentre su Canale Nove alle 23, 55 passa “Nemico pubblico”, grande thriller di Tony Scott sulle intercettazione e la fine di ogni privacy con Will Smith, Gene Hackman, Jon Voight, Lisa Bonet, Regina King, Stuart Wilson. Grande cast, dominato da Gene Hackman.
joan lui
La notte si accende con “Joan Lui” di e con Adriano Celentano nel suo film più pazzo e più disastrato, Cine 34 alle 00, 05. Un film sul ritorno di Cristo ai giorni nostri. Uscito per il Natale ’85 che viene così accolto dalla critica: “Non è solo un film, è un’ira di Dio” (Sauro Borelli), “Se lui è Dio, niente da dire. Ma come uomo e come cineasta non è così che si salverà l’anima” (Alberto Farassino), “Pensieri di Frate Indovino ricicciati intorno al biliardo di via Gluck” (Michele Serra). Venti miliardi di lire buttati dalla finestra per un film che voleva fare da anni.
adriano celentano joan lui
In cambio il vecchio e furbo Mario Cecchi Gori gli chiese altri due film tranquilli da attore, “Lui è peggio di me”, da filmare prima, e “Il burbero”, da girare dopo. Entrano nell’impresa un malcapitato produttore tedesco e Berlusconi. Ingenuotto. Scoppia l’inferno già in fase di riprese. Con la data prevista del 25 dicembre, Cecchi Gori toglie di mano ii rulli del premontato a Celentano e li fa stampare in stabilimenti diversi. Tre elicotteri e quattro aerei portano il film in tutta Italia. Ma il film è in sala. Io c’ero. Al primo spettacolo. Presente.
adriano celentano joan lui 1
Tre ore di film con sbalzi di colore, tagli maldestri. Il legale di Celentano tuona contro la produzione che ha deturpato l’opera d’arte (disse proprio opera d’arte). Cecchi Gori ha già preparato una versione più corta, due ore, così cambia le pizze da tre ore e mette questa. Ovunque, tranne che a Roma, a quel che mi ricordo. Scoperto il trucco, Celentano giura che non farà mai “Il burbero” e chiede il sequestro del film. Ma il sequestro è inutile perché il film va così male che i cinema lo stanno smontando. Non si sa bene quanto abbia incassato.
adriano celentano joan lui
Si parla anche di flop pilotato. Ma il film è indifendibile. Quindi un capolavoro stracult. Si va da Claudia Mori nuda sotto un ruscello, agli apostoli comici Gian e Mirko Setaro dei Tretté che chiudono ogni scena. Gli attori sono abbandonati a se stessi, alla brava Marthe Keller che non capisce dove si trova si unisce una scatenata Rita Rusic fresca di “Attila” che sculetta nella scena del Tempio sicura di essere Tina Turner. I balletti, che vedono in prima fila un giovane Lucio Presta, sono uno spreco di soldi, il ruolo del diavolo, offerto a Dario Argento, è interpretato da Hal Yamanuchi. Sarà l’ultimo film di Celentano da regista.
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Su Iris alle 2, 35 passa uno dei grandi avventurosi in Technicolor per la MGM diretti da Richard Thorpe, “Ivanhoe” con Robert Taylor, Elizabeth Taylor, Joan Fontaine, George Sanders, Emlyn Williams. Thorpe era un maestro del cappa e spada, ma non legò con Joan Fontaine, che lo trovò più interessato a “inquadrare bene i cavalli che a curare gli attori”, mentre Elizabeth Taylor si trovava sbagliata per la parte, troppo giovane rispetto al quarantenne Robert Taylor. Non era meglio Deborah Kerr?
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Il film viene preparato fin dal 1935 con Fredric March come Ivanhoe, Loretta Young come Lady Rowena, e Gary Cooper com Re Riccardo. Nel 1938 arriva Robert Taylor come Ivanhoe, Myrna Loy come Lady Rowena, e Clark Gable come Re Riccardo, ma con la Guerra in Europa non si poteva più girare come sperato in Inghilterra. Alla fine si gira nel 1951, con Taylor un po’ troppo vecchio per il ruolo e poco interessato al film dopo il suo divorzio da Barbara Stanwyck.
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La sceneggiatura è di Æneas MacKenzie, Noel Langley e di Marguerite Roberts che nel frattempo viene bollata come comunista e blacklisted perché non ha voluto fare i nomi dei compagni di partito, e quindi tolta dai titoli di testa. Attenti alle frecce che tira il vero arciere inglese, eroe della Seconda Guerra Mondiale, dove combatteva proprio con l’arco e le frecce, “Mad” Jack Churchill, attenti alla spettacolare caduta dal castello di Paddy Ryan, grande stuntman del tempo.
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Non ricordo come riuscita la commedia a tinte gialle “L’arcangelo” del pur bravissimo Giorgio Capitani con Vittorio Gassman, Pamela Tiffin, Irina Demick, Adolfo Celi, Laura Antonelli. E’ uno dei film girati in inglese prodotti da Mario Cecchi Gori per la distribuzione internazionale, già venduto alla Fox sul titolo, “L’arcangelo”, una storia con un vero arcangelo che scende sulla terra, la presenza di Gassman e la regia di Luigi Comencini, che verrà completamente riscritto e dove verrà tolta la storia dell’arcangelo. Comencini se ne va e subentra il povero Capitani con una sceneggiatura del tutto stravolta firmata da Steno, Renato Castellani, Adriano Baracco, probabilmente riscritta da Capitani. Un disastro.
satanik
Su Iris arriva una rarità come “Satanik” di Piero Vivarelli con la misteriosa Magda Konopka, Julio Peña, Umi Raho, Luigi Montini, prodotto da Romano Mussolini e non considerato particolarmente riuscito. Ma Vivarelli aveva meravigliose storie di sesso selvaggio con Magda Konopka, da anni scomparsa non si sa dove. Dicevano Argentina. Dicevano anche che era stata una autentica spia… Su Cine 34 alle 4, 30 avete “I carabbimatti” di Giuliano Carnimeo con Gianni Agus, Leo Gullotta, Giorgio Bracardi, Daniele Formica, Giorgio Ariani. Due risate si fanno.
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Chiudo con il thriller erotico “Istantanee per un delitto” di Mario Imperoli con Erna Schurer, Monica Strebel, Luis La Torre, Lorenza Guerrieri, Rete 4 alle 4, 45 e, soprattutto, con il favoloso “La stanza del vescovo”, Rai Movie alle 5, diretto da Dino Risi alle prese col mondo di Piero Chiara con un Ugo Tognazzi in stato di grazia che riprende i personaggi lombardi già provati con Lattuada, un grande Patrick Dewaere, una bellissima Ornella Muti, due ragazze sfrontate sempre nude, Katia Tchenko e Karine Verlier, in un film che “soffiò” al collega Luigi Comencini.
la stanza del vescovo
Al punto che ci fu alla Fono Roma un vero scontro a pugni tra i due non più giovani signori, come ben ricordano ancora in molti. Il problema era che il film, messo in piedi già in un periodo di crisi, era l’ultima commedia con grosso budget che si girava nella stagione e il piatto era particolarmente ghiotto. Non sappiamo come lo avrebbe realizzato Comencini, certo che Risi si diverte assai nel mettere in piedi una serie di personaggi e personaggini. A cominciare proprio dal folle e assatanato Orimbelli di Tognazzi.
ornella muti la stanza del vescovo
“In certi particolari momenti la tinca mi fa piangere, mi commuove. Anche le tette, eh. Il culo invece mi fa ridere”. O quando spiega perché si è fatto Charlotte, ragazza di Marco. "La donna degli altri non esiste, anzi la donna non è proprietà di nessuno. Nella fattispecie poi ieri si trattava di cosa abbandonata, giuridicamente una res nullius, un residuato, una cosa avanzata. Insomma, io ho preso solo un suo avanzo". O quando parte coi ricordi africani di tucul e pietanze curiose.
la stanza del vescovo
Tognazzi, spinto da Risi e Chiara, è straripante, Ornella Muti superba, il film è pieno di nudi più o meno sfrontati per la gioia del protagonista e dello spettatore. Risi si diverte a chiamare Berlusconi, sì proprio come quel Berlusconi, il marito castrato di Ornella Muti, che non è affatto morto e ricompare col volto e la voce di Max Turilli. La cosa dette talmente noia a Berlusconi che Canale 5, pur avendo il film, seguitava a mandarlo in onda a ore impossibile, raccontava divertito il vecchio Dino. Come era divertito dello scazzo con Comencini.
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