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    IL DIVANO DEI GIUSTI - "M'HAI ROTTO LA FODERA DEL CAZZO!"; PRONTI? IN PRIMA SERATA C'E' "LA BANDA DEL TRUCIDO": ER MONNEZZA HA UNA MOGLIE CICCIONA CHE SI CHIAMA "MOBY DICK", SCRITTURATA PER SCORREGGIARE. IL PROTAGONISTA SI PROPONE COME CAPO DELLA "F.I.G.A." (CIOÈ FEDERAZIONE ITALIANA GRATTA ANTIVIOLENZA) - ALLE 23:05 PASSA LA COMMEDIA SEXY NON POCO POLITICAMENTE SCORRETTA “UNA BELLA GOVERNANTE DI COLORE” - BELLO "PARIGI O CARA". STORIA DI UNA PROSTITUTA ROMANA CHE...


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Che vediamo stasera, Olimpiadi a parte, meme scemi su Salvini a parte? Intanto in chiaro su Tv2000 alle 20, 55, passa il bellissimo “Marnie” di Alfred Hitchcock, tratto dal racconto di Winston Graham, pensato per la bionda algida Grace Kelly, che alla fine rifiutò, e al suo posto venne chiamata Tippi Hedren, che si trovò malissimo col regista, col quale aveva una sorta di rapporto tossico, oggi scriveremmo molesto, e decise di non lavorarci più.

     

    Anche se questo, e lo sapeva bene, significò per lei non fare più nulla a Hollywood. Come protagonista maschile, anche se l’idea della storia vedeva, al fianco della frigida Marnie, ragazza che non può essere toccata da un maschio, un aristocratico americano, venne scelto addirittura Sean Connery subito dopo il successo di “007 – Licenza di uccidere”.

     

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    Connery aveva chiesto alla Eon,  che produceva i James Bond di poter essere liberato dal contratto solo se si fosse trattato di Hitchcock. Da parte sua, il regista e il suo sceneggiatore, Jay Presson Allen, andarono a vedere il film e trovarono perfetto Connery. Solo Tippi Hedren, vedendolo di persona fece notare a Hitchcock, che “Marnie dovrebbe essere frigida… ma lo avete visto lui che è?”. E Hithcock rispose, “Mia cara, si chiama recitazione”.

     

    Allora, “Marnie” ci piacque molto, anche se, in effetti, il nodo centrale, la frigidità di Marnie dovuto a una infanzia vissuta con la mamma prostituta alcolizzata, e il sex appeal maschile di Connery fanno un po’ a pugni. Fu l’ultimo film di grandi collaboratori di Hitchcock, il musicista Bernard Hermann, il direttore della fotografia Robert Burks, difficilmente rimpiazzabili, come vedremo nei film successivi. Occhio a un giovane Bruce Dern come marinaio.

     

     

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    Su Cine 34 alle 21 abbiamo “La banda del Trucido”, secondo film del Monnezza-Tomas Milian, che passa dalla regia di Umberto Lenzi a quella di Stelvio Massi. E ha bisogno di un doppio eroe buono, cioè Luc Merenda, Tomas-Monnezza ha una moglie ciccione chiamata Moby Dick, scritturata per scorreggiare (è così…) un film comico intitolato Torna a casa Spermula, e si propone come capo della F.I.G.A., cioè Federazione Italiana Gratta Antiviolenza, ladri che hanno una morale e non usano le armi. Fra Merenda e Tomas non è che ci fosse un gran rapporto.

     

    A Massi diceva “A Ste’ nun lo fa venì… oggi giri tutto a me, domani tutto a lui…”. Grande cast dei vecchi tempi, Franco Citti, Massimo Vanni, Salvatore Billa, Mimmo Poli, Nello Pazzafini, Mario Brega, oltre a Elio Zamuto, Corrado Solari e Katia Christine. Su Canale 20 alle 21, 05 passa il curioso e riuscito “Mine” film di guerra minimale diretto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro con Armie Hammer, Tom Cullen, Annabelle Wallis, Clint Dyer, Geoff Bell, Juliet Aubrey.

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    In guerra, attenti a dove mettete i piedi! Ti può capitare infatti di mettere un piede su una mina. E se lo sposti salti in aria. O, meglio, potresti anche farcela. Ma hai solo un sette per cento di probabilità di non saltare in aria per un qualche malfunzionamento della bomba. Non è tanto. Ci sarebbe il metodo “Schuman”, scavi una buca accanto a te, ti butti dentro e se ti va bene ci rimetti solo una gamba o due. Sei un soldato in piena guerra, chiedi aiuto, ma i salvatori arriveranno solo tra 52 ore. Così dovrai aspettare col piede sulla mina, senza poterlo spostare, per ben 52 ore.

     

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    In pieno deserto. Questa, più o meno, la storia di “Mine”, opera prima di due registi italiani che lo hanno scritto e diretto, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con un occhio al cinema americano, ai piccoli horror e a Buried, il film col soldato che si sveglia vivo ma sepolto in una bara. Non a caso Peter Safran, produttore di Buried, è dietro anche a questa produzione. Per farlo i due Fabio sono andati nelle Canarie, con un bravo direttore della fotografia spagnolo, Sergi Vilanova Claudin. Tecnicamente il film è ineccepibile, ben girato, moderno, sembra un film americano a basso costo.

     

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    Inoltre il protagonista, il soldato col piede sulla bomba, è una vera star americana, Armie Hammer, l’attore miliardario che abbiamo visto protagonista in The Lone Ranger a fianco di Johnny Depp, in Operazione U.N.C.L.E., e in “Call Me By Your Name”. Forti di un bagaglio di video, spot e corti di ogni tipo, i due registi si trovano a riempire con flashback, incubi, situazioni assurde, una storia che è elementare e che ha come unica ossatura la tensione provocata dal piede sulla bomba. E la devono far durare 106 minuti. Non è semplice.

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    Iris alle 21, 10 propone l’action “D-Tox” di Jim Gillespie con Sylvester Stallone, Charles S. Dutton, Polly Walker, Tom Berenger, Kris Kristofferson, dove Stallone, agente dell’FBI, cerca il serial killer che ha ucciso la sua ragazza. Rai Movie alle 21, 10 propone “Unico testimone” di Harold Becker con John Travolta, Vince Vaughn, Matthew O' Leary, Steve Buscemi, Teri Polo, dove un bambino, figlio dei divorziati John Travolta e Teri Polo, è l’unico testimone del delitto compiuto dal pessimo Vince Caughn, nuovo uomo della mamma. Non bello.

     

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    Mediaset Italia 2 alle 21, 15 propone la stravaganza horror+Jane Austen “PPZ - Pride and Prejudice and Zombies” di Burr Steers con Lily James, Sam Riley, Jack Huston, Bella Heathcote, Douglas Booth, Matt Smith. Non funzionò molto. Ma l’idea era divertente. Produce il tutto Natalie Portman che si era innamorata dell’operazione, ma non riuscì a interpretare il ruolo della protagonista, Elizabeth Bennet.

     

    Su Cielo alle 21, 20 abbiamo “Star Trek”, potente reboot diretto da J.J. Abrams con Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana, Winona Ryder, Zoë Saldana, Karl Urban. Non sembra male “Mistero a Saint-Tropez”, commedia gialla di Nicolas Benamou con Christian Clavier, Benoît Poelvoorde, Thierry Lhermitte, Jérôme Commandeur, Rai Tre alle 21, 20.

     

     

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    Magari preferite, Rete 4 alle la ndrangheta-comedy “Uno di famiglia” di Alessio Maria Federici con Pietro Sermonti, maestro di dizione, che salva la vita al figlio di un boss e diventa, come da titolo, uno di famiglia. Ci sono anche Lucia Ocone, Nino Frassica, Sarah Felberbaum, Moise Curia. Rai Uno alle 21, 25 propone una commedia di cuochi e di inclusione, “Il menu della felicità” di Hervé Mimran con Lionnel Astier, Laurent Bateau, Angélique Bridoux, Bernard Campan, Vincent Chalambert. Una commedia civile che magari in Italia non sappiamo fare, o forse sapremmo fare ma chi te la produce?

     

    Passiamo alla seconda serata con “Diana – La storia segreta di Lady D” diretto dal tedesco Oliver Hirschbiegel con Naomi Watts come Diana, Naveen Andrews, Douglas Hodge, Charles Edwards, Geraldine James, Rai Movie alle 22, 40. Così così. Su La7D alle 22, 50 passa un buon film civile ispirato alla storia vera di una pneumologa di Brest che scoprì la relazione tra una serie di morti e le cure passate dallo Stato, “150 milligrammi” di Emmanuelle Bercot con Sidse Babett Knudsen, Benoît Magimel, Charlotte Laemmel, Isabelle de Hertogh.

     

    la banda del trucido la banda del trucido

    Cielo alle 23, 05 propone la commedia sexy non poco politicamente scorretta “Una bella governante di colore” di Luigi Russo con Ines Pellegrini, Renzo Montagnani, Marisa Merlini, Orchidea De Santis. Sottospecie di Malizia con la variante della governante di colore al posto della procace camerierina veneta. Gli effetti sono analoghi. Ines Pellegrini aveva da poco interpretato Zumurrat ne “Le mille e una notte” di Pier Paolo Pasolini e si trovò inguiata in in questa commedia poco edificante.

     

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    La Pellegrini non deve avere avuto una bella esperienza sul set. Quando venne invitata da Enzo Biagi in un pesantissimo dibattito televisivo sulla pornografia assieme a Eleonora Giorgi e a Ilona Staller (Proibito, il 4 luglio 1977) subì un vero e proprio processo. Con Biagi incalzante oltre il dovuto dopo averle fatto vedere le scene più piccanti del film. «Lei arrossisce?» - «Nel mio caso, non arrossisco». «Si sente un bell’oggetto?» –

     

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    «Io mi sto realizzando, non mi sento un oggetto». «Il suo senso del pudore?» – «Il pudore io non ce l’ho». «Suo padre è soddisfatto di questi film?» – «Io so cosa faccio. Ho rifiutato film come Gola profonda nera e Bocche calde, ma se sto sessanta giorni senza lavorare mi tolgono anche la mutua così ho dovuto accettare Una bella governante di colore». «Quando io ho fatto questo film il regista mi ha proposto un’altra cosa. Mi ha detto che ci sarebbe stata dietro Dacia Maraini… Poi sul set ha cambiato tutto. Quando mi spoglio significa che quella scena è richiesta. È il mio personaggio che si deve spogliare, non io».

     

    La Pellegrini dice anche che Luigi Magni è pronto a farle fare un film da una sua idea. «Una ragazza che si traveste da uomo e lavora in un cantiere». Non fece poi molto altro. Su Cine 34 alle 23, 10 ci sarebbe “Colpo di fulmine” di Marco Risi con Jerry Calà, Ricky Tognazzi, Vanessa Gravina, Valeria D'Obici, Bettina Giovannini, commedia sentimentale tra un trentenne, Calà, e una ragazzina di 11 anni. Tutto platonico, per fortuna. E tutto risolto secondo il modello della commedia del tempo.

     

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    Iris alle 23, 15 passa un film della coppia Cassel-Bellucci in missione in Marocco per impedire al solito oligarca russo di vendere armi in Angolacheta, “Agents secrets” Frédéric Schoendoerffer con Vincent Cassel, Monica Bellucci, Sergio Peris- Mencheta, Ludovic Schoendoerffer. La7 alle 23, 20 propone quello che per me è il miglior film di Ettore Scola, scritto magnificamente da Age e Scarpelli, “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” con Alberto Sordi, piccolo editore romano favoloso, Bernard Blier, il suo assistente, doppiato da Max Turilli, mai così divertente, Nino Manfredi come l’amico scomparso che non vuole proprio tornare a Roma, Franca Bettoja come la moglie romana borghese, Manuel Zarzo.

     

    monica bellucci vincent cassel agents secrets monica bellucci vincent cassel agents secrets

    Grandi battute, “Aridanghete rompe coiota”. Non ricordavo la citazione dannunziana di Sordi, "O falce di luna calante, qual mèsse di sogni ondeggia al tuo mite chiaror qua giù!". Rai Movie alle 23, 25 propone un grande film di Martin Scorsese, “Silence” con Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson, Ciarán Hinds, Tadanobu Asano, Issei Ogata. Quando, dopo due ore di silenzio, Dio spiega al protagonista, padre Rodrigues, che lui è sempre stato a suo fianco, che è sempre stato lì mentre lui sui soffriva, magari attraverso la presenza del suo personale Giuda, Kichijiro, che lo ha sempre tradito e gli ha chiesto sempre, dopo, confessione e perdono, il film finalmente si apre.

     

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    E, forse, anche noi spettatori intuiamo a cosa sia veramente interessato Martin Scorsese che per tanti anni ha inseguito questo Silence, ponderoso, complesso viaggio nel silenzio di Dio, una non-voce che diventa voce solo grazie alla fede e alla comprensione dell’altro, ma anche kolossal storico-cattolico tratto dal fondamentale libro di Shusako Endo del 1966, già portato sullo schermo da Masahiro Shinoda nel 1971, sul martirio dei cristiani convertiti e dei missionari gesuiti nel Giappone del ’600.

     

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    Su Rete 4 alle 23, 55 mi rivedrei, perché non me lo ricordo proprio, “Lo squalo 2”, sequel del celebre Jaws di Spielberg diretto da Jeannot Szwarc con Roy Scheider, Lorraine Gary, Murray Hamilton, Joseph Mascolo. Non è bello come il primo Squalo. Lo sapete. Ma la tagline originale, "Just when you thought it was safe to go back in the water . . . ", divenne famosissima. Gli suali cattivi sono sempre quelli ripresi in Australia da Ron e Valerie Taylor. Roy Scheider non voleva riprendere il suo ruolo, ma la Universal lo obbligò a farlo perché era appena uscito dal cast de “Il cacciatore” di Michael Cimino e era sotto contratto. Lo fece, alla fine, ma si scontrò tutti i giorni col povero regista. Spielberg avrebbe voluto fare non un sequel, ma un film coi figli dei personaggi di Quint e di Brody. Il film costò 30 milione, il triplo del primo Jaws. Andò benissimo. Tanto che si fece anche il terzo Squalo.

     

    lo squalo locandina lo squalo locandina

     Rai Tre alle 0, 45 propone il bellissimo e stilosissimo “Drive My Car” di Ryûsuke Hamaguchi con Hidetoshi Nishijima, Tôko Miura, Masaki Okada, Reika Kirishima. Tratto da un racconto di Haruki Murakami, premiato per la sceneggiatura a Cannes, e molto amato dai critici, è un film che non si limita a citare “Zio Vanya” o a metterlo in scena tranquillamente già mediato dalla presenza del testo di Murakami. No.

     

    Il protagonista del film, il regista Yosuke di Hidetoshi Nishiji, non solo se lo ascolta tutto il giorno in macchina, una Saab 900 turbo rosso vera punto forte della storia, ripetendo le battute a memoria di Vanya, ma lo mette in scena prima a Narita e poi a Hiroshima in una versione dove ogni attore, giapponese, coreano, filippino, cinese, parla con la sua lingua in una sorta di Babele cechoviana.

     

    Così la scena finale del “Noi, dobbiamo vivere, zio Vanya” è addirittura detta con il linguaggio dei segni coreano dalla giovane ragazza muta che interpreta la nipote di Vanya. E, ammetto, è forse la scena più bella del lunghissimo film. Lungo, poi, perché ha un antefatto che è quasi un film a parte. Prima che partano i titoli e la storia del Cechov da mettere in scena a Hiroshima, con l’arrivo di un personaggio apparentemente minore, quello della ragazza, Toko Miura, che fa da autista al regista sulla sua inseparabile Saab 900 Turbo rosso, siamo già dentro il suo dramma.

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    Perché abbiamo visto come è morta, per un’emorragia cerebrale, la sua adorata moglie, Oto, Reika Ririshima, che si inventa lunghe storie fantasy mentre sta scopando col marito o quando hanno appena finito. Storie che lei, una volta dette, non è in grado di scrivere, ma che il marito ricorda perfettamente e poi trascrive, in modo che lei ci faccia dei drammi televisivi, interpretati dal suo giovane amante. Bella e intelligente, Oto è infatti infedele al marito, che soffre in silenzio per non perderla. Anche perché i due hanno perso una bambina quindici anni prima e si sono lentamente e con fatica ripresi dalla tragedia solo dopo anni.

     

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    E’ Oto che ha inciso per lui tutto “Zio Vanya” su nastro e così è a lei che risponde nei suoi viaggi in macchina. Detto questo, ogni personaggio, anche l’autista Misaki, di solito muta e scontrosa, ha un dramma da raccontare che apre la storia. Cechovianamente, perché ognuno di loro trova dentro “Zio Vanya” il modo per toccare la sua realtà. Non per tutti, vi avverto, anche perché è estremamente lento e le tre ore si fanno sentire. Piuttosto riuscita la commedia francese “La cuoca del presidente” di Christian Vincent con Catherine Frot, Jean d'Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont, Brice Fournier. Più o meno è la vera storia della cuoca Danièle Delpeuch, che nel 1986 divenne cuoca di Mitterand. Certo, se fai un film così su Berlusconi presidente del consiglio, non ti puoi limitare alla cuoca del presidente.

     

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    Iris all’1, 25 propone “The Shape of Things”, commedia d’amore e arte in un college diretta da Neil LaBute con Gretchen Mol, Paul Rudd, Rachel Weisz, Frederick Weller. Interessante “A Lonely Place to Die” diretto da Julian Gilbey con Melissa George, Ed Speleers, Eamonn Walker, Sean Harris, Alec Newman, Karel Roden, Rai4 all’1, 40, dove un Gruppo di scalatori trova una ragazza serba rinchiusa in una caverna. Qualcuno deve averla rapita… E le cose si mettono male quando arrivano i rapitori. Favolosa l’arbasinata di Franca Valeri e Vittorio Caprioli, “Parigi o cara”, storia di Delia, una prostituta romana con ovvietà da piccolo borghese che va in vacanza dal fratello gay a Parigi. Dirige Vittorio Caprioli con Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Fiorenzo Fiorentini, Margherita Girelli e Nando Cicero, Rete 4 alle 2, 20.

     

    La prima parte, quella romana, è meravigliosa e Franca Valeri rappresenta perfettamente il sogno piccolo borghese di una italietta che crede sempre di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che è. Musiche di Fiorenzo Carpi, fotografia a colori di Carlo De Palma, costumi di Coltellacci, che cinema che avevamo… Volgharissimo “Da Scaramouche or se vuoi l’assoluzione baciared devi… sto cordone” di Gianfranco Baldanello con Stan Cooper alias Stelvio Rosi, Mario Brega co-protagonista, Dada Gallotti, Franca Gonella e Rolando De Santis detto Er Chiiodo, celebre caratterista felliniano in un ruolo migliore del solito. Chiudo con “Profondo rosso” di Dario Argento con David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Macha Meril, Clara Calamai, Iris alle 4, 55, e con l’ottimo “Un sogno chiamato Florida” di Sean Baker con Willem Dafoe, Brooklynn Prince, Bria Vinaite, Caleb Landry Jones, Valeria Cotto, Rai Movie alle 5 .

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