Marco Giusti per Dagospia
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Stasera, il film più fresco mi sembra il “Quo Vadis” di Mervyn LeRoy con Robert Taylor, Deborah Kerr e Peter Ustinov, Iris alle 21, se non volete aspettare la Moana Pozzi in versione soft di “Provocazione”, Cielo alle 23, del grande Piero Vivarelli, un passato da X-Mas diviso con un presente da ultimo comunista castrista, o fare le 4, 25 su Rai Tre per vedere “Kommunisten” di Jean-Marie Straub con Franco Fortini. Vi consiglio quindi di controllare bene lo streaming. Perché, anche se non è facile districarsi nell’offerta, tanta ma non così tanto buona, di Amazon, Netflix e Sky, vedo che qualcosa di interessante e anche molto interessante c’è.
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Su Amazon, ad esempio, andrebbero visti, segnalatissimi da tutti i siti come tra i migliori film dell’anno, il documentario “Time”, il drammatico “Sound of Metal” di Darius Marder con Riz Ahmed, Olivia Cooke e Mathieu Amalric, storia di un batterista heavy metal che perde l'udito, il fantascientifico “The Vast of Night” di Andrew Patterson, il neo noir femminista “I’m Your Woman” di Julia Hart con Rachel Brosnahan, donna di un bandito in fuga con un pupetto. Il 23 dicembre arriva su Netflix l’atteso film di e con George Clooney nel grande nord, “The Midnight Sky”.
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Il 25 dicembre Disney+ presenta il bellissimo film di Pete Docter “Soul”, e Amazon “Sylvie’s Love” di Eugene Ashe, storia d’amore anni ’50 con Tessa Thompson e il sassofonista Nnandi Asomugha. Dovremo aspettare per “One Night on Miami” di Regina King, previsto il 15 gennaio su Amazon. Dovremo aspettare ancora di più per altri film da Oscar, come “Nomadland” di Chloe Zoé con Frances McDormand, già vincitore a Venezia, o come “Promising Young Woman” revenge movie al femminile con Carey Mulligan, almeno il 15 febbraio.
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Chissà quando per “News of the World” di Paul Greengrass con Tom Hanks nel ruolo di un soldato che accompagna una ragazza in Texas subito dopo la fine della Guerra di Secessione. Tutti film che hanno un’uscita pur limitata in sala in America in questi giorni per poter arrivare all'Oscar. “The Prom” e “Ma Rainey’s Black Bottom” li trovate invece su Netflix. Oltre a “Quo Vadis”, un film che amo molto perché mia madre mi chiamò Marco in onore del nome del personaggio che interpretava Robert Taylor, Marco Vinicio, vedo che alle 21 passano dei classici come il capolavoro di Howard Hawks “Susanna” con Cary Grant e Katharine Hepburn, Rai Movie alle 21, 10, l’ottimo e fortunato “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller con la coppia Gianni-Melato su Cine 34, un Pupi Avati considerato buono, “Regalo di Natale” con Diego Abatantuono, Alessandro Haber, Carlo Delle Piane e George Eastman, Rai Storia alle 21, 10, il miglior Batman di Nolan, cioè “Il cavaliere oscuro”.
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Tutti film supervisti. Più raro, e parecchio interessante, “Slow West”, Cielo alle 21, 20, cupo western girato in Nuova Zeland da John McLean con Michael Fassbender, il giovane Kodi Smit-McPhee e Ben Mendelsohn. Un ragazzo scozzese colto e preparato, ma davvero ingenuo, cerca di raggiungere nel profondo west, tra banditi e indiani, la ragazza che ama scappata col padre dopo aver commesso un delitto.
Fassbender, cacciatore di taglie, lo aiuta nel viaggio. Ma ci sono altri cacciatori di taglie in giro. Lo avevo visto un mese fa su Mubi. Molto buono anche se un filo lento. Rete 4 si butta sul “Pinocchio” di e con Roberto Benigni. Magari andrebbe rivisto, anche se allora non piacque quasi a nessuno. I costumi di Danilo Donati, però, erano bellissimi. In seconda serata vedo che Mediaset Italia 2 alle 23, 25 programma “La cosa” di John Carpenter con Kurt Russell e Iris alle oo, 30 si lancia in “I trasgressori” di Walter Hill con Bill Paxton, gran bel film d’azione.
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Alle 2, 15 arriva su Rai Movie un capolavoro di George Stevens, “Gunga Din” con Cary Grant, imitato cento volte e sempre entusiasmante. Non lo rivedo da anni. Ma il film più curioso della notte mi sembra sia “Italiani! E’ severamente proibito servirsi delle toilette durante le fernate”, Cine 34 alle 4, 30, opera prima di Vittorio Sindoni, allora lanciato come un giovane regista sulla scia del “Grazie zia” di Samperi, n quanto film sulla contestazione giovanile con un po’ di sesso.
Protagonista è il napoletano Franco Acampora nel ruolo di Benito, giovane rivoluzionario che ha fatto il voto di non scopare la fidanzata, la bellissima Silvia Dionisio, fino a quando il sogno della rivoluzione non diventerà realtà. Ma Benito è pieno di contraddizione e finisce pure compromesso col mondo della canzone.
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Attenti al finale che ricordo ancora come un incubo. Non ve lo dico, tranquilli. Allora mi interessò, ma c’erano molti elementi grotteschi, come la presenza di Silvio Noto presentatore, Stefano Torossi allora giovane musicista, il caratterista Sandro Dori come prete paffuto e innovatore. C’è pure la messa beat. Ne ho un ricordo un po’ vago, a parte il finale, come vi ho detto, e Silvia Dionisio diciottenne al tempo specializzata in ruoli di ragazza ambigua e pericolosa.
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