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    IL DIVANO DEI GIUSTI - “TI PIACE LA TORRE EIFFEL?”, “DA DAVANTI, MA NON DA DIETRO!” - PREPARATEVI, STASERA CINE34 PASSA IL CHIASSOSO “MATRIMONIO A PARIGI”. TRA LE BATTUTE: “LO SAI PERCHÉ IL CESSO SI È INTAPPÉ? PERCHÉ SO’ TROPPO GENEROSO DI CHIAPPE!” – IN PRIMA SERATA C’È IL PRIMO WESTERN AMERICANO DI CLINT EASTWOOD: “IMPICCALO PIÙ IN ALTO” - ALLE 2 PASSATE C’È IL FOLLE WESTERN CALABRESE “TARA POKÌ” SUPERCULT - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Che vediamo stasera? Ovviamente le prime due puntate (su sei) su Sky di “True Detective – Night Country”, tutte scritte e dirette dalla messicana Issa López con Jodie Foster e Kali Reis' protagoniste nei panni delle due detective Liz Danvers e Evangeline Navarro che devono risolvere lo strano caso della scomparsa di otto persone a Ennis, Alaska, da un centro ricerche. Il dramma sarà vedere una puntata a settimana… E domani passa su Sky l’ultima puntata di “Fargo 5”.

     

    JENNIFER JASON LEIGH - FARGO 5 JENNIFER JASON LEIGH - FARGO 5

    Su Paramount è da vedere invece “Mean Girls”, high-school comedy per ragazze, serie tratta da un film del 2004 diretto da Mark Walters e già diventata serie nel 2011. Stavolta dirigono gli episodi Samantha Hayne e Arturo Perez jr, e la sceneggiatura è di Tina Fey, già attrice nel film del 2004. Le giovani e belle protagoniste sono Angourie Rice, che avete visto negli ultimi “Spider Man”, Renée Rapp, Babe Wood.

     

    Su Amazon posso segnalarvi a 11 euro l’ultimo film di Roman Polanski, “The Palace”, scritto assieme a Jerzy Skolimowsi, prodotto anche da Luca Barbareschi, quasi un cinepanettone ambientato al “Palace” di Gstaad. Piuttosto divertente e parecchio trash. Ma 11 euro sono 11 euro… Pare piuttosto bello il film australiano “Toomelah” di Ivan Sen con un ragazzetto aborigeno che scappa da scuola. Almeno questo è gratis.

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    Bello anche “Helen”, crime intelligente diretto nel 2008 da Joe Gawlor e Christine Molloy con. Anne Townsend e Sonia Saville sulla ricostruzione del caso di una ragazza scomparsa, appunto Helen, la cui vita viene come messa in scena dalla polizia con un’altra ragazza nel ruolo di Helen per capire cosa le sia capitato.

     

    E in chiaro che vediamo? Ci sarebbe un capolavoro come “Il Padrino 2” di Francis Ford Coppola con Robert De Niro, Diane Keaton, Al Pacino, Gastone Moschin, Robert Duvall, John Cazale, Iris alle 21, quello con il lungo flashback di Don Corleone giovane alle prese con i mafiosi di Little Italy a New York e la grande parte a Cuba con Lee Strasberg attore. Magari preferite il divertente ma chiassoso “Matrimonio a Parigi” di Claudio Risi con Massimo Boldi, Anna Maria Barbera, Biagio Izzo, Paola Minaccioni, Massimo Ceccherini, Cine 34 alle 21.

     

     

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    Nel finale Rocco Siffredi, stilista bisex, si avvicina alle spalle di Ceccherini con capello biondo cenere e gli dice, appizzandoglielo, “Ti piace la Torre Eiffel?”. E Cecche: “Da davanti, François, ma non da dietro!”. Tra le battute che mi ero segnato troviamo. “A bientost!”, “La Tigre della Magnesia”, “Ho detto guarda la culotte, no lo culett!”, “Pruderie? Ah... anche a lui ci prude lì”, “Ti vedo un po’ consumato, un po’ consummé”, “Io ho studiato economia all’Albicocca”.

     

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    Sono quasi tutti svarioni e francesismi di Anna Maria Barbera, un tempo nota come Sconsolata. Fa la moglie di Biagio Izzo, rigida guardia di finanza napoletana che si ritrova a dividere viaggio e suite parigina con Massimo Boldi, piccolo Berlusconi di provincia, direttore della rete locale Telelecco (notevole quando fa gli spot con il parrucchino in testa recitando Dura Minga!) e evasore totale di tasse. “La prima parola che ho detto non è stata mamma, ma evado!”, si vanta Boldi, in perfetta sintonia con il paese in cui viviamo. Spara grandi battute coatte anche Enzo Salvi, nel ruolo di tassinaro a Parigi con moglie non finissima, Loredana De Nardis. Rivolto a Boldi: “Che t’asciughi i capelli con la carta della pizza?”. “Lo sai perché il cesso si è intappé? Perché so’ troppo generoso di chiappe!”.

     

    Ma il più divertente di tutti è uno stralunato Ceccherini, assurdamente innamorato di Paola Minaccioni, avida donna del suo socio Boldi, che rimpiazza eventualmente con un manichino. “Adoro i rendez-vous romantici!” dice Ceccherini, non sapendo che ha scatenato per sbaglio gli appetiti sessuali di Rocco Siffredi. “Ti ho già visto da qualche parte”, gli fa continuamente. In un incredibile fuori onda, inserito giustamente alla fine dei titoli di coda, Ceccherini si lamenta rivolto alla camera direttamente con la Medusa della sua condizione.

     

     

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    Nel film precedente c’era Elisabetta Canalis innamorata di lui, ma lui voleva trombare solo le vecchie. In questo gli hanno messo accanto Raffaella Fico e c’è Rocco Siffredi che lo vuole prendere da di dietro… Ah! Rai Movie alle 21, 10 ripropone il primo western americano girato da Clint Eastwood dopo il successo internazionale dei film di Sergio Leone, cioè “Impiccalo più in alto”, diretto da Ted Post con Clint Eastwood, Inger Stevens, Ed Begley, Pat Hingle, Ben Johnson, Bruce Dern. Con Leonard Freeman, anche sceneggiatore, fonda per l’occasione la Malpaso Productions. Ma litigarono subito e Freeman lasciò il set e la produzione.

     

     

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    Clint appoggiò molto Ted Post, che aveva diretto già 24 episodi della sua serie televisiva, “Rawhide”, ma che nel cinema aveva girato solo tre piccoli film. Quando iniziarono a girare il film, non si erano ancora visti i film italiani di Clint Eastwood. Il film non era affatto male, anche se non valeva i film di Leone. Ma notammo tutti che qualcosa di spaghetto western circolava anche lì, a cominciare dal cinturone di Clint, che è lo stesso che portava nei film di Leone. Inger Stevens impazzi per Clint Eastwood durante la lavorazione, ebbero anche una storia, e disse a Ted Post, “Ogni volta che fai un film con Clint e c’è un ruolo, chiamami”.

     

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    Ottima la frase di lancio americana: “Avevano fatto due errori. Impiccare l’uomo sbagliato e non terminare il lavoro”. Se avete un cane apprezzerete “Qua la zampa” di Lasse Hallström con Dennis Quaid, K.J. Apa, Bryce Gheisar, Juliet Rylance, Luke Kirby, Britt Robertson, Canale 27 alle 21, 10.

     

    Non parla di cani, il curioso “Mondocane” di Alessandro Celli con Dennis Protopapa, Giuliano Soprano, Alessandro Borghi, Barbara Ronchi, Ludovica Nasti, Rai 5 alle 21, 15, sorta di violento post-atomico, anzi post-pandemico, ambientato in quel di Taranto, utilizzando gli stabilimenti dell’Ilva come fossero già il fantasma di una città finita in mano alle gang di ragazzini orfani.

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    Interpretato da due veri ragazzini di Taranto, Dennis Prestopapa e Giuliano Soprano, da un Alessandro Borghi ancora una volta in versione cattiva, un bel po’ sopra le righe, è il capo della gang delle Formiche, che lotta contro la polizia che difende i cittadini borghesi di “Taranto Nuova” e pensa a una restaurazione della Vecchia Taranto, rivela presto la sua struttura di film coi ragazzini amici/nemici.

     

    I set di Taranto e il casting di giovani attori che parte di quella realtà hanno tragicamente vissuto e continuano a viverla, rende il film qualcosa di diverso da una fiction televisiva volenterosa e girata per un pubblico giovanile. Su Rai 4 alle 21, 20 trovate “The Gunman”, superthriller diretto dal Pierre Morel di Taken, coprodotto e interpretato da Sean Penn, che lo ha pure scritto assieme a Don McPherson e Pete Travis ispirandosi a un bel romanzo del 1985 di Jean-Patrick Manchette, con un grande cast, Idris Elba, Javier Bardem, Ray Winstone, Jasmine Trinca, Mark Rylance. Sean Penn si toglie la canotta ogni dieci secondi per farci vedere i muscoli, prima di menare tutti alla Jason Statham o fare impazzire di desiderio la povera Jasmine Trinca al suo esordio hollywoodiano.

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    Magari non è il disastro che si disse, ma certo non fu un successo, visto che con un budget da 40 milioni di dollari ne portò a casa solo 16. Né funzionò da trampolino di lancio per la nostra Jasmine Trinca, più al sicuro nel cinema italiano (stasera passa la seconda parte di “La storia”, o per il grande attore teatrale inglese Mark Rylance, qui nei panni del cattivo. Fallisce proprio laddove Penn si era più impegnato, nel costruire cioè un thriller che avesse delle idee e un qualche impegno morale.

     

     

     

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    Lui, Sean Penn, è Jim Terrier, un killer professionista con una pesante crisi psicofisica. Scopre in Africa, che c’è chi lo vuole morto. Magari è uno dei suoi vecchi compari che lo accompagnarono otto anni prima in una missione in Congo al soldo di una potente multinazionale. Solo loro sanno che fu lui a uccidere il Ministro delle Miniere con un fucilone di precisione. A causa di questo omicidio Jim dovette lasciare al socio Felix, Javier Bardem, la bella Annie, cioè Jasmine Trinca, senza dirle una parola di addio.

     

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    Cielo alle 21, 20 passa “Il labirinto del silenzio” di Giulio Ricciarelli con Alexander Fehling, Johannes Krisch, Johann von Bülow, Gert Voss, Friederike Becht, indagine condotta d aun procuratore tedesco su chi ha cercato in Germania di coprire il passato dei criminali nazisti. Buon film storico.

     

    Passiamo alla seconda serata. La7 alle 22, 45 ripropone il clamoroso giallo anti-razzista “La notte dell’ispettore Tibbs” di Norman Jewison con Sidney Poitier, Rod Steiger, Warren Oates, Lee Grant, Larry Gates, Scott Wilson, un film che cambiò davvero le cose quando uscì a metà degli anni ’60. Ebbe cinque Oscar, miglior film, miglior sceneggiatura, miglior protagonista, Rod Steiger, montaggio e suono. Ma non vinse. Per volontà di Sydney Poitier, che ricordava un brutto incidente che accadde a lui e a Harry Belafonte col Ku Klux Klan nel Mississippi, venne girato a Sparta, in Illinois,. E non al sud.

    matrimonio a parigi siffredi ceccherini matrimonio a parigi siffredi ceccherini

     

    Quando si girarono degli esterni in Tennesse, Poitier dormiva con la pistola sotto il cuscino. Ma ebbe problemi lo stesso coi razzisti del posto. E tornarono tutti in Illinois. Haskell Wexler, il direttore della fotografia, lavorò per riprendere al meglio in un film a colori la pelle di Sydney Poitier. Il produttore, Walter Mirisch, convinse i capi della United Artists che il film avrebbe incassato bene lo stesso, anche senza gli incassi delle grandi sale popolari del sud, che lo avrebbero solo boicottato.

     

    Non uscì neanche in Sudafrica, dove tutti i film con Sydney Poitier erano vietati. Su Cine 34 alle 23 passa invece “Il ragazzo del pony express” di Franco Amurri con Jerry Calà, Isabella Ferrari, Alessandro Benvenuti, Emanuela Taschini, Gabriella Saitta. Rai Movie alle 23, 10 presenta un tardo western con Burt Lancaster, “Io sono Valdez” diretto dal regista teatrale Edwin Sherin alla sua opera prima, con Frank Silvera, Susan Clark, Richard Jordan, Jon Cypher, Barton Heyman. In un primo tempo, quando la MGM comprò i diritti del romanzo di Elmore Leonard per farne un film, Burt Lancaster doveva essere solo produttore, Marlon Brando il protagonista e Sydney Pollack il regista. E infatti fece scrivere la sceneggiatura a David Rayfield.

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    Ma quando il protagonista diventò lo stesso Burt Lancaster, la sceneggiatura venne interamente riscritta da Roland Kibbee. Lex Monson venne scelto da Lancaster tra gli attori afroamericani che abitavano al tempo a Roma. Aveva girato il folle “Violenza per una monaca” con Rosanna Schiaffino. Su Cine 34 alle 0, 45 arriva il folle “8 e ½ “ di Massimo Ceccherini, “Faccia di Picasso” con Massimo Ceccherini, Alessandro Paci, Marco Giallini, che fa il produttore romano coatto (“Grande Paci!”). Un film su che film fare o non fare dopo un successo. Vengono così parodiati capolavori del tempo, da “Lo squalo” a “Rocky”, “L’esorcista”. Molto divertente. Su Iris avete “memorie di pesce rosso” di Terry Kinney con Matthew Broderick, Alan Alda, Virginia Madsen, Dylan Baker, Bobby Cannavale, Louis C.K., commedia che mette insieme un redattore di giornale colpito da improvvisa amnesia, lo zio malato di Alzheimer, una figurina rarissima da vendere a una fiera.

     

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    Rete 4 alle 2, 10 propone il folle western calabrese “Tara Pokì” supercult mezzo-calabrese e mezzo-western (è vero...) con Mino Reitano (e famiglia) per la regia di Amasi Damiani, che ha oggi 100 anni e ancora gira piccoli film. L’idea venne a Salvatore Siciliano, un signore che possedeva esterni e un piccolo studio a Mazzano dove si giravano molti western. Mino, giovane calabrese, fa secco il padre della fidanzata, megaboss un po’ stronzo che non lo vuole come genere perché è un pezzente, e scappa nel West dove diventa un celebre bounty killer. Riesce così a far pace con l’amata fidanzata Teresa detta Tara Pokì. Lei arriva e lui le canta la canzone del film in un tripudio di dissolvenze ultrakitsch.

     

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    Alcune fonti riportano che, proprio il giorno delle nozze, la ragazza vendicherà l’onore del padre. La versione tv che ho visto io ha invece un lieto fine. Boh? Se non lo vedi non ci credi. I primi 44 minuti sono rigorosamente da piccolo melò regionale, con Mino con coppola e baffetto. Poi il nostro scappa in America e, per prima cosa, si cambia la coppola con un cappello da cowboy. Lì affronta il razzismo yankee, “Non bisogna fidarsi di due tipi di uomini, i negri e gli italiani”. Poi, grazie agli amici calabresi presenti anche lì, entra nelle grazie del grosso Pedro Sanchez alias Ignazio Spalla e diventa un killer professionista e rispettabile.

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    Lo amano anche le messicane (“che bel muchacho”). Non male quando fa fuori il terribile bandito Jim il Nero, “stiratore di fimmine e vigliacco”. Ovviamente preferisce il coltello alla colt. Totalmente assurdo. Assurdo anche il più ricco “Tentacoli”, sub-Squalo diretto da Ovidio G. Assonitis con John Huston, Shelley Winters, Bo Hopkins, Henry Fonda, Iris alle 2, 10. Su Iris alle 3, 40 passa l’horror “Nero veneziano” di Ugo Liberatore con Renato Cestié, Rena Niehaus, Yorgo Voyagis, Fabio Gamma, Iris alle 3, 40. La finisco qui.

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