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    ZAIA, AHIA! - IL GOVERNATORE DEL VENETO SPINGE PER L'APPROVAZIONE DELLA LEGGE SUL FINE VITA MA IL CARROCCIO SI SPACCA. NON SOLO IL GOVERNATORE DEL FRIULI FEDRIGA ANCHE IL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA ALLA GIUSTIZIA OSTELLARI FA SAPERE CHE NON LA PENSA COME ZAIA: “LO STATO NON DEVE AIUTARE A MORIRE MA A VIVERE NELLE MIGLIORI CONDIZIONI POSSIBILI" - DOMANI IL VOTO CON UNA MAGGIORANZA DIVISA E GLI STRALI DEI VESCOVI DEL TRIVENETO: “IL SUICIDIO ASSISTITO È UNA SCORCIATOIA”


     
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    Estratto da Il Mattino

    ostellari ostellari

    Il sottosegretario leghista alla Giustizia Andrea Ostellari in una intervista al Mattino fa sapere che sul fine vita non la pensa come Zaia: “lo Stato non deve aiutare a morire ma a vivere nelle migliori condizioni possibili, assicurando a tutti ogni cura (…) Il voto di domani in consiglio regionale non diventerà un referendum su Zaia

     

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    SUICIDIO ASSISTITO IN VENETO SALE LA FRONDA CONTRO ZAIA

    Laura Berlinghieri per “la Stampa” - Estratti

     

    Gli scricchiolii nell'ingranaggio perfetto dello "Zaiastan" – il governo veneto di Luca Zaia che prosegue dal 2010 e che rincorre il sogno del quarto mandato – si misurano tutti qua. Nel leghista Nicola Finco, vicepresidente del Consiglio regionale, che, in barba alle dichiarazioni di voto del presidente, indice una conferenza stampa, paragonando il suicidio assistito all'iniezione letale dei condannati a morte.

     

    LUCA ZAIA FLAVIO TOSI LUCA ZAIA FLAVIO TOSI

    Nell'ordine impartito ai suoi dall'ex compagno di partito Flavio Tosi, novello delfino berlusconiano alla guida dei forzisti veneti: domani si deve votare contro. E nel muro eretto dai Fratelli d'Italia, compatti nell'osteggiare questa legge, che invece tanto piace al presidente veneto, deciso nel farsi volto della nuova Lega progressista.

     

    LUCA ZAIA A CAVALLO LUCA ZAIA A CAVALLO

    La proposta di legge è quella presentata dai volontari dell'associazione Coscioni. Chiede di introdurre tempi certi per il suicidio medicalmente assistito: non più di 27 giorni tra la presentazione della domanda e l'esecuzione della prestazione. Il tutto, nell'assenza di una legge nazionale.

     

    Ci ha pensato nel 2019 la Corte Costituzionale, indossando gli abiti del legislatore, stabilendo i requisiti necessari perché a un malato possa essere concesso il "Sì", ma non dicendo nulla sui tempi. Ecco allora l'intervento dell'associazione Coscioni.

     

    La proposta di legge è stata depositata nei Consigli regionali di Sardegna, Basilicata e Lazio. Gli uffici tecnici di Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo ne hanno dichiarato la costituzionalità.

     

    luca zaia luca zaia

    "Perché la legge non introduce nuovi diritti ma individua tempi e procedure per l'attuazione di diritti già esistenti, muovendosi nello spazio riservato dalla Costituzione alle Regioni" ribadisce Marco Cappato, tesoriere della Coscioni.

     

    L'iter di approvazione del pdl è a una fase avanzata in Friuli-Venezia Giulia. Dove però il presidente Massimiliano Fedriga - leghista pure lui, a proposito delle due anime della Lega - in un'intervista a La Stampa ha promesso: «Quando sarà il momento, io voterò contro la legge. Penso sia una scorciatoia per fare passare le persone deboli come un peso per la società». E allora, la Regione che si candida come apripista è il Veneto: sei mesi dopo la consegna delle 9.062 firme dei cittadini, il testo approderà in Consiglio domani. Davanti allo sguardo del presidente Zaia, che ha annunciato la sua presenza in aula, e che lì quasi certamente assisterà alla spaccatura inevitabile della sua maggioranza.

     

    ostellari salvini ostellari salvini

    Secondo un sondaggio pubblicato dal Mattino di Padova, dei 51 votanti, 24 sono favorevoli, 18 contrari e 4 si asterranno. Per essere approvata, la legge avrà bisogno della maggioranza assoluta dei voti a favore, e quindi risulteranno fondamentali le scelte dei 5 consiglieri ancora indecisi. Zaia ribadisce che i suoi potranno votare secondo coscienza e non si tratterà di una scelta politica. Ma, per ribadirlo, ha già convocato due volte tutto il gruppo consiliare nel quartier generale della Lega, ricordando che lui voterà a favore.

     

    In un quadro già complesso, si inseriscono i vescovi della Conferenza episcopale del Triveneto, che, in una lettera firmata con la Commissione per la Pastorale della salute, scrivono: "Il suicidio assistito è una scorciatoia: il malato è indotto a percepirsi come un peso, a causa della sua malattia, e la collettività finisce per giustificare il disinvestimento e il disimpegno nell'accompagnare il malato terminale". 

     

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    Massimiliano Fedriga A PONTIDA Massimiliano Fedriga A PONTIDA

     

    IL VENETO VA ALLA CONTA SUL SUICIDIO ASSISTITO ZAIA, UN SÌ CHE DIVIDE

    Enrico Ferro per “la Repubblica” - Estratti

     

    Dopo la battaglia civile portata avanti dall’associazione Luca Coscioni con il malato di distrofia muscolare Stefano Gheller, la proposta di legge sul fine vita approda in Consiglio regionale del Veneto.

     

    Domani, prima e per ora unica Regione in Italia, dovrà esprimersi sulla regolamentazione del suicidio medicalmente assistito a fronte di «una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili». La casistica è già disciplinata dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale ma il Consiglio veneto può dotare il sistema sanitario di una procedura e di tempi certi (massimo 27 giorni), per eliminare il coefficiente di discrezionalità ideologica che subentra in assenza di regole.

    LUCA ZAIA A PONTIDA LUCA ZAIA A PONTIDA

     

    L’associazione Coscioni, tra Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Rovigo e Belluno, ha raccolto oltre 9 mila firme. E una norma dello Statuto regionale impone di portare ai voti in consiglio, entro sei mesi dalla presentazione, ogni progetto di legge di iniziativa popolare. Ecco, dunque, perché il Veneto sarà la prima Regione italiana a farlo. Il testo passerà soltanto con il voto a favore della maggioranza dei presenti: il 50% più uno dei consiglieri che si presenteranno in aula.

     

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    Sullo sfondo (ma non troppo) c’è la Chiesa con i suoi vescovi, la cui posizione è stata esplicitata lo scorso luglio da monsignor Michele Tomasi, a Treviso: «Facciamoci carico della vita quando è fragile», ha detto, auspicando che venissero potenziate le cure palliative. 

     

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