La finale al meglio dei 3 set più lunga nella storia dell'@atptour ??
Il meglio di Alcaraz ? Djokovic ?#tennis | #CincyTennis pic.twitter.com/0xEddkRdFx
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) August 21, 2023
Estratto da gazzetta.it
alcaraz djokovic
Stavano già incidendo il nome di Carlos Alcaraz nell’albo d’oro dei vincitori di Cincinnati, gli organizzatori. Anche loro, per un attimo, si erano dimenticati chi c’era dall’altra parte della rete, contro lo spagnolo. Novak Djokovic è tutto qui: tennisticamente Satana, per gli avversari, immortale, infinito, grandioso.
Il serbo riesce a vincere una partita straordinaria, indimenticabile, ma che neppure i suoi tifosi più sfegatati ritenevano possibile recuperare, e Nole di match apparentemente già persi ne è riusciti a ribaltare davvero tanti (chiedere a Federer). E Djokovic ci riesce contro il numero uno del mondo, Alcaraz, che è arrivato a due turni dal servire per il match, nel secondo set.
Il punteggio era 7-5 4-2 per lo spagnolo, con Djokovic in grandissima difficoltà fisica, sull'orlo dello svenimento. La partita sembrava finita. Eppure, è bastato un attimo di distrazione di Alcaraz, un game sciagurato (come tante, troppe volte accade nelle sue partite, su questo deve lavorare), e il serbo, resiliente come sempre, ne ha approfittato come meglio non si poteva.
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Alla fine il match della finale di Cincinnati è finito 5-7 7-6 (7) 7-6 (4) in 3 ore e 48 minuti a favore di Djokovic, che vince il 39esimo Masters 1000 della carriera (record assoluto, inutile dirlo), il terzo in Ohio, il 95esimo totale in carriera e il quarto nel 2023. Il serbo ha così vendicato la sconfitta di Wimbledon e pareggiato i conti con Alcaraz negli head to head, ora 2-2. Attenzione, però: grandissimo Djokovic, certo, ma il ventenne di Murcia si deve soltanto mangiare la mani per aver buttato via una partita, come detto già vinta. Alcaraz è salito tantissimo di livello rispetto a tutto il torneo, dove ha sofferto molto e si è salvato parecchie volte anche grazie a suicidi altrui (come Hurkacz in semifinale), e sembrava inarrestabile
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