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R. Tro. per “il Messaggero”
8 MARZO AL QUIRINALE - IL RACCONTO DI UNA EX PROSTITUTA
«Così anche io sono diventata una cosa da comprare come quando si va dal macellaio...». È di spalle, ha il volto coperto. Ma la sua voce monotona e triste come una cantilena che non avrebbe mai voluto saper ripetere fa scendere lacrime sul viso di chi è seduto nel salone del Quirinale. Il presidente Sergio Mattarella la ascolta commosso, tutti pendono dalle labbra di Stefania, quella giovane donna di spalle, i cui boccoli curati per l' occasione stridono con l' orrore che sta raccontando.
Si presenta, la vocina giovane e straziata: «Ho 24 anni e vengo dalla Bulgaria, avevo 17 anni quando sono arrivata in Italia, portata da persone che credevo amiche dei miei familiari. Loro mi avevano promesso un lavoro e io ho accettato vedendo quanto si stava male in famiglia. Sulla strada mi hanno mandato con la forza, con calci e pugni. E con le minacce e le torture, delle quali ancora porto i segni nel mio corpo e in particolare nelle mie orecchie tagliate brutalmente dai magnaccia».
8 MARZO AL QUIRINALE - IL RACCONTO DI UNA EX PROSTITUTA
I presenti scuotono la testa, abbassano il capo, si asciugano le lacrime, qualcuno segue attentamente il suo racconto sconvolto. Come il presidente Mattarella. L'orrore deve ancora arrivare. «Una notte ero psicologicamente e fisicamente distrutta, mi trascinavo per entrare nelle macchine dei clienti, mi sentivo anche sporca e bruttissima perché mi avevano strappato tutti i capelli e si vedeva la cute, le mie mani erano gonfie così anche le ginocchia e avevo dei buchi nella pancia che mi avevano fatto saltandomi sopra con i tacchi a spillo».
Stefania si ferma, ha un groppo in gola. Poi continua: «Eppure, questi uomini che voi chiamate clienti sono persone che vanno a fare la spesa e comprare qualcosa di cui hanno bisogno, che sentono la necessità di appropriarsi di cose. Così anche io sono diventata una cosa da comprare come quando si va dal macellaio. Non riuscirò mai a capire come una persona che si definisce uomo possa non avere pietà di una ragazza che sanguina, che piange e che soffre, facendo finta di niente, comprarla per chiedere di fare sesso mentre piange e sta male».
MATTARELLA ASCOLTA IL RACCONTO DI UNA EX PROSTITUTA
«UNA TORTURA» «Ciò che mi addolora è quando si parla della prostituzione come un lavoro. Per me è una tortura, così come lo è per le tante giovanissime donne che oggi vado a incontrare sulle strade con la comunità Papa Giovanni XXIII, con don Aldo, per convincerle a uscire da questo inferno. Il tutto non è facile, ma sarà possibile se lo Stato chi comanda, avrà la volontà di fare leggi per fermare queste persone disumane».
Accanto a lei c' è Hope, il volto travisato, i bei riccioli lunghi.
8 MARZO AL QUIRINALE - IL RACCONTO DI UNA EX PROSTITUTA
Arrivata in Italia dalla Nigeria, appena 19enne, per studiare. Sognava un futuro migliore, è finita rinchiusa nella casa di una maman senza mangiare per giorni, racconta le minacce, i soprusi, finalmente l' arrivo delle forze dell' ordine. La fine dell' incubo. D' altronde il suo nome vuol dire speranza. Oggi vive in Sicilia dove è diventata cuoca, «faccio gli arancini», racconta guadagnandosi l' applauso dei presenti, mentre nella sala dei corazzieri si levano le note di Futura di Lucio Dalla.