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    PRENDETE IL CAPORALATO E FATELO A PEZZI - IL RACCONTO DI UN RAGAZZO NIGERIANO SFRUTTATO DAL CAPORALATO DEI RIDERS: “MI DAVANO TRE EURO A CONSEGNA E MI TOLSERO IL DENARO CHE SERVIVA PER CURARE MIA MADRE - QUANDO MI SONO LAMENTATO, MI HANNO BLOCCATO L'ACCOUNT SULLA PIATTAFORMA. DANILO DONNINI NON RISPONDEVA AI MESSAGGI, E SI RIFIUTAVA DI PAGARMI. IO L'HO SUPPLICATO. MI DICEVA "TU NON PUOI FARMI NIENTE, NON SEI ITALIANO, IO SONO ITALIANO…”


     
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    Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis per “la Repubblica”

     

    «Ho perso tutto quello avevo. […] hanno preso tutti i miei soldi. […]». Daniel va sempre in bicicletta, ma non consegna più pasti a domicilio. Vive ancora in un centro di accoglienza, a Roma. […] Fino allo scorso luglio ha lavorato per una delle due società che reclutavano e gestivano i riders in mezza Italia per conto di Uber Italy, e che pagavano i fattorini tre euro a consegna. […]

     

    DANIEL IBRAHM - RIDER DI UBER EATS DANIEL IBRAHM - RIDER DI UBER EATS

    «A Roma ho cercato un lavoro […] Un mio amico mi ha presentato a Danilo. […] All' inizio erano 3,5 euro all'ora, ma quando scopre che in quel modo non guadagna molto cambia: 3,50 a consegna».  Nell' indagine della procura di Milano, Danilo Donnini è titolare di una delle due ditte che si occupa della gestione dei riders sulla piazza di Roma. Ora sotto inchiesta. «[…] venivamo pagati senza ricevute. Quando mi sono lamentato, mi hanno bloccato l' account sulla piattaforma. […] A chi come me non aveva documenti, pagava direttamente in contanti, perché non avevamo un conto in banca. […]».

     

    […] «Proprio in quei mesi mia madre in Africa si è ammalata, è stata ricoverata in ospedale. Io avevo bisogno dei soldi per le spese mediche. Danilo non rispondeva ai messaggi, e si rifiutava di pagarmi. Io l' ho supplicato. Mi diceva "tu non puoi farmi niente, non sei italiano, io sono italiano"». […]

    rider uber eats rider uber eats

     

    A luglio, nel tentativo di incassare qualcosa, Daniel scrive per una settimana a Donnini, che con Giuseppe e Leonardo Moltini, gestisce la Flash Road City e la Frc srl, tutti indagati per caporalato. […] «[…] Mia madre è morta il primo settembre e non ho potuto aiutarla. Quelle persone mi hanno fatto impazzire […]». Negli stessi giorni in cui Daniel scrive sms disperati a Donnini, quest'ultimo discute della gestione dei riders con un dipendente di Uber Italy. «Siccome gli abbiamo decurtato i soldi perché hanno dei tassi di accettazione e cancellazione degli ordini schifosi.. allora abbiamo cominciato a punirli.. visto che non vogliono sentire, prima di bloccarli…poi adesso li blocchiamo.. anche perché di 'sta gente me ne voglio liberare..».

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