TUTTI GLI INTRECCI TRA BERNABÉ E CARRAI
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Francesco Spini per la Stampa
franco bernabe
Dall' uovo di Pasqua dei francesi spunta la sorpresa: tra gli «indipendenti» inseriti nella lista di maggioranza per il nuovo cda di Telecom Italia compare una vecchia conoscenza di Corso d' Italia, l' ex numero uno Franco Bernabè.
Nel mettere a punto la compagine di governo dell' ex monopolista del telefono, Vivendi sfodera tutte le accortezze per ammorbidire la suscettibilità italiana, già provata dalla presa a tenaglia francese che coinvolge anche Mediaset.
E Vincent Bolloré, gran patron del gruppo transalpino dei media, gioca la carta che a suo tempo, nel corso di un complicato incontro a Palazzo Chigi la scorsa estate, aveva promesso all' ex premier Matteo Renzi: inserire nel consiglio una figura di garanzia per il governo italiano, Bernabè appunto.
carrai renzi
Il manager, oggi impegnato come presidente dell' Istituto centrale delle banche popolari (Icbpi), in ottimi rapporti con il raider bretone, non avrà cariche esecutive in azienda, questo è chiaro fin da subito. Ma c' è da scommettere che la sua presenza sarà piuttosto ingombrante per un ad, peraltro confermatissimo, come Flavio Cattaneo. Il quale, probabilmente, dovrà rassegnarsi inoltre ad operare sotto il diretto controllo del «padrone» parigino.
VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE
L' amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, attuale vicepresidente di Tim, è stato posto infatti in cima alla lista depositata ieri sera, posizione che di solito segnala il designato alla presidenza. Nella compagine, però, compare anche il nome di Giuseppe Recchi, attuale presidente. Di per sé un attestato di stima per lui e per il lavoro svolto negli ultimi tre anni. Non è nemmeno detto che Recchi non possa essere confermato nella carica: la nomina del presidente, infatti, spetterà direttamente al cda nominato dall' assemblea convocata per il 4 di maggio.
yannick bollore con la moglie chloe
A Parigi però sembrano intenzionati a far valere i 3 miliardi e mezzo investiti nella società italiana e, salvo ostacoli insormontabili (la nomina francese è stata definita «non irrilevante» anche dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas), sarebbero propensi a confermare il duo al vertice della società, ma a parti invertite. Così lo schema con de Puyfontaine presidente (con le stesse deleghe dell' attuale numero uno) e Recchi suo vice, è allo stato quello considerato più probabile.
Tanto più che, secondo indiscrezioni, de Puyfontaine presto, una volta compiuta la fusione con la pubblicitaria Havas, potrebbe essere costretto a cedere il timone di Vivendi a Yannick Bolloré, rampollo di Vincent in grande ascesa. Se la strada per de Puyfontaine in Tim sarà percorribile lo si capirà nei prossimi giorni, quando l' Agcom, forse già domani, deciderà sulla compatibilità con la legge della presenza di Vivendi tanto in Telecom quanto in Mediaset.
GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO
Nella lista di maggioranza, composta da 10 persone (su un cda a 15), compaiono poi altri uomini Vivendi come il confermato Hervé Philippe, direttore finanziario di Vivendi, Frédéric Crépin, direttore affari legali del gruppo, seguiti dagli italiani Recchi e Cattaneo. Gli indipendenti, oltre a Bernabè, vedono la confermata Félicité Herzog, e tre nuovi ingressi.
Si tratta di Marella Moretti, manager del settore finanziario di Fca France, Camilla Antonini, scrittrice e giornalista economica, e Anna Jones, in passato amministratore delegato di Hearst Magazine Uk e co-fondatrice di una start-up, Allbright, che si occupa di raccogliere fondi per imprese guidate da donne.