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    “DI STORICO RESTA LA COLOSSALE INCAZZATURA DI WASHINGTON” – “IL FATTO QUOTIDIANO” IRONIZZA SULLA GRANCASSA OFFERTA DAI GIORNALI ALL’INCONTRO TRA I MINISTRI DEGLI ESTERI DI ISRAELE E LIBIA A ROMA: “TAJANI È STATO ‘PUBBLICAMENTE RINGRAZIATO’ (‘IL GIORNALE’), D’ALTRONDE HA ‘OSPITATO E AGEVOLATO L’INIZIATIVA’ (‘LA STAMPA’), ANCHE PERCHÉ ‘LUNGA’ È STATA LA MEDIAZIONE ITALIANA CON ‘SUPERVISIONE’ DEL TAJANI MEDESIMO (REPUBBLICA). CHE COMMENTA DICENDO DI ASSISTERE (CORRIERE) ‘CON PIACERE SE C'È UN DIALOGO CON PAESI CHE PRIMA NON SI PARLAVANO’. SICURO, IL PIACERE È TUTTO SUO…”


     
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    1. E PENSARE CHE ERA UNO “STORICO INCONTRO”

    Dal “Fatto quotidiano”

     

    antonio tajani antonio tajani

    Poteva essere meno che “storico”? Impossibile, verrebbe da dire, leggendo i nostri giornali di ieri mattina, soprattutto perché a fare gli onori di casa c’era il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

     

    Che poi di “storico” – il giorno dopo il vertice “segreto” a Roma tra Israele e Libia – resti soprattutto la colossale incazzatura di Washington con le autorità israeliane per la divulgazione della notizia dell’incontro fra il ministro degli Esteri Eli Cohen e la sua omologa libica Najla Al-Mangoush, be’ questo sembra solo uno scherzo del destino.

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    Il summit però “favorito dalla Farnesina” (il Giornale) ha bisogno di una grancassa: quello sul ruolo nostrano. Infatti Tajani è stato “pubblicamente ringraziato” (il Giornale ancora), d’altronde ha “ospitato e agevolato l’iniziativa” (La Stampa), anche perché “lunga” è stata la mediazione italiana con “supervisione” del Tajani medesimo (Repubblica).

    Che commenta dicendo di assistere (Corriere) “con piacere se c'è un dialogo con Paesi che prima non si parlavano”. Sicuro, il piacere è tutto suo.

     

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    2. LIBIA-ISRAELE: TAJANI MEDIATORE PER BIDEN E TRIPOLI RIESPLODE

    Estratto dell’articolo di Fabio Scuto per “il Fatto quotidiano”

     

    Con una superficialità che rasenta l’ottusità il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha pensato bene via social di rendere noto un discreto incontro che ha avuto la scorsa settimana con il suo omologo libico – la signora Najla Mangoush – in un accogliente hotel della nostra capitale.

     

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    La “cornice romana” sembrava perfetta per una prima presa di contatto dopo mesi di lavoro limando asperità, contrasti, puntando invece sulla convenienza di migliori rapporti fra i due Paesi. La notizia diffusa dal ministro Cohen ha fatto il giro del mondo in meno due ore. Provocando rabbia e proteste a Tripoli – da sempre a fianco del popolo palestinese – disappunto a Gerusalemme dove la discrezionalità dell’incontro era giudicata fondamentale, l’imbarazzo del nostro Ministero degli Esteri per essersi trovato nel mezzo della polemica.

     

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    Va detto che all’incontro fra la ministra libica e quello israeliano […] non ha partecipato nessun diplomatico italiano. Roma ha offerto solo un luogo per l’incontro – un grande hotel sull’Aurelia – sollecitato […] soprattutto da parte israeliana (e americana).

     

    Ieri, inseguita dalle maledizioni dei suoi connazionali la ministra Mangoush è fuggita con un jet privato in Turchia dopo essere stata cacciata in malo modo dal suo primo ministro Abdul Hamid al-Dbeibeh che ha fatto trapelare “tutta la sua indignazione” per l’incontro di cui giura essere stato tenuto all’oscuro.

     

    Tuttavia, due alti funzionari del governo libico hanno detto all’Associated Press che il primo ministro era a conoscenza dei colloqui tra il suo ministro degli Esteri e il capo diplomatico israeliano: il via libera all’incontro il mese scorso mentre era in visita a Roma.

     

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    Un colloquio legato agli sforzi mediati dagli Stati Uniti per far sì che la Libia si unisse a una serie di paesi arabi che si stanno aprendo a relazioni diplomatiche con Israele. Il premier libico aveva dato la sua approvazione iniziale all’adesione agli accordi di Abraham mediati dagli Stati Uniti, ma si era preoccupato per la reazione pubblica in un paese noto per il suo sostegno alla causa palestinese.

     

    […] Durissima la reazione in Israele del leader dell’opposizione Yair Lapid: “I paesi guardano questa mattina alla fuga di notizie irresponsabile dei ministri degli Esteri israeliano e libico e si chiedono: è un paese con cui è possibile gestire le relazioni estere? È un paese di cui ci si può fidare?”

     

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    “Quello che è successo a Roma è stato un incontro informale, non ufficiale e impreparato, durante un incontro con il ministro degli Esteri italiano, e non ha previsto discussioni, accordi o consultazioni”, ha affermato in un comunicato il ministero degli Esteri libico. Ma è in errore come la stampa israeliana: il ministro Antonio Tajani non era nemmeno a Roma il giorno dell’incontro. Di certo questo non è stato il primo contatto fra un esponente libico e un israeliano. […] lo scorso 22 gennaio il figlio del generale Khalifa Haftar è arrivato su un jet privato a Tel Aviv dove ha sostato per circa due ore. Si è incontrato nell’area vip con diverse personalità: offriva il riconoscimento di Israele in cambio di un appoggio nella guerra contro Tripoli.

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