Silvia Galli per ‘Il Corriere della Sera'
Ha grinta e come arbitro non è niente male. Si chiama Chahida Sekkafi, è marocchina, ha 16 anni, è il primo fischietto a dirigere con lo hijab, il velo islamico. Una novità nel sistema arbitrale. Nata in Italia, studentessa al terzo anno del liceo linguistico «Manin» a Cremona, musulmana, Chahida è una ragazza come tante altre con sogni e passioni, anche se ai tacchi preferisce i tacchetti degli scarpini da calcio, non rinunciando però alle sue tradizioni.
CHAHIDA ARBITRA CON IL VELOI suoi genitori sono marocchini trapiantati in Italia. Da Lodi si sono trasferiti nel cremonese, in un paesino poco lontano dalla città, Sesto. Proprio qui Chahida ha chiesto e ottenuto dalla sua famiglia di poter partecipare a un corso per diventare arbitro. La sua religione le impone però di coprire testa e gambe. Così per poter vedere avverato il suo sogno, ha chiesto all'Aia, (associazione italiana arbitri) , di poter dirigere con il tradizionale velo islamico e le gambe coperte.
E ieri mattina c'è stato il debutto. Timida ed emozionata, ma molto determinata e per niente intimorita a dover tenere a bada 22 ragazzini per di più in uno sport prettamente maschile come il calcio, si è presentata in campo con il velo e la calzamaglia sotto i pantaloncini. E con Chahida è caduto un tabù: primo arbitro ad aver ricevuto l'autorizzazione dall'Aia di Roma, associazione solitamente molto rigida, per dirigere con velo e calzamaglia.
Chahida SekkafiHa esordito a Pizzighettone. La gara per la quale è stata designata era una partita di un campionato giovanile. A contendersi la vittoria il San Luigi di Pizzighettone contro lo Stradivari di Cremona. Quinta in classifica la squadra di casa, settima, la squadra cittadina. La sedicenne è stata accompagnata in campo, come vuole il regolamento, dal presidente degli arbitri di Cremona Gianmario Marinoni, che le farà da tutor anche nelle prossime due partite. Marinoni si è preso a cuore il percorso e la storia di Chahida.
arbitroChahida Sekkafi evid x«È timida, ma è molto brava e tenace, ha proprio talento - ha spiegato il tecnico - oltre al corso, e agli esami finali per poter arbitrare, si è anche preparata fisicamente partecipando sempre agli allenamenti bisettimanali. Si è iscritta al corso per diventare arbitro lo scorso ottobre. A metà dicembre insieme con altri otto ragazzi è stata promossa e ha preso il patentino di arbitro nella categoria esordienti».
chahida sekkafi la prima donna arbitro col veloBravissima a scuola, proprio in un tema scritto in classe avrebbe rivelato il suo sogno di fare l'arbitro di calcio. Ma forse la passione per il calcio è qualcosa di genetico che scorre nelle vene di Chahida. A lei è sempre piaciuto, ma è grazie anche alla sua famiglia che l'ha sempre sostenuta, che oggi Chahida può fare l'arbitro. Soprattutto la madre l'ha incoraggiata. «La mamma, donna molto intelligente e aperta - continua il presidente Marinoni - era un'appassionata di calcio, lei stessa giocava in Marocco. Ha trasmesso questa sua passione alla figlia».
E così il sogno di Chahida si è potuto avverare. Da fondo campo, la mamma non l'ha mai persa di vista un attimo e anche Chahida tra un tempo e l'altro si è fatta incoraggiare. E chissà che il primo fischietto rosa in chador non arbitri in futuro in categorie e partite più importanti.