Estratto dell’articolo di Salvatore Merlo per “il Foglio”
giorgia meloni
Giorgia Meloni […] dopo due anni circa di governo, […] si trova davanti a un guaio gigantesco che ipoteca il futuro e la possibile evoluzione di questo fenomeno politico a destra: è circondata da troppi imbecilli. […] le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. […] La vicenda Scurati è l’ultimo […] esempio: se quel monologo fosse andato in onda in quella trasmissione dai non ragguardevoli ascolti non se ne sarebbe accorto nessuno.
IL CASO SCURATI - VIGNETTA BY VUKIC
L’avrebbero potuto anzi mandare in loop, come sigla di apertura, come intermezzo danzante, al posto della réclame e infine anche, di nuovo, come sigla di chiusura, e ancora non se ne sarebbe accorto nessuno. E invece l’hanno censurato, pensando di fare cosa gradita alla presidente del Consiglio. Sicché tra due giorni un banalissimo monologo sarà letto pure nelle piazze del 25 aprile. Leonardo Sciascia sosteneva che il cretino di sinistra ha una spiccata tendenza verso tutto ciò che è difficile, ovvero crede che la difficoltà sia profondità.
POST DI GIORGIA MELONI SUL CASO SCURATI
Al contrario, l’imbecille di destra, come ben si vede, non ama scimmiottare la complessità ma tende piuttosto a essere zelante, specialmente nei confronti del suo capo. Soltanto che non di rado l’imbecille lo mette in difficoltà, il capo. […] l’imbecille compare improvvisamente a scatafasciare i piani del leader. […] Accadde quasi due anni fa quando un prefetto utilizzò il decreto sui rave per fare proprio quello che il governo aveva detto che non sarebbe mai accaduto: vietare manifestazioni di piazza.
giorgia meloni a potenza
Ed è riaccaduto altre volte in questi mesi. Abbiamo ascoltato la deputata che va in tv a dire che le ragazze devono stare a casa e fare figli, quello che dice che la maternità surrogata è peggio della pedofilia, fino a quello che porta una pistola al cenone di Capodanno e gli parte un colpo. Meloni dovrebbe ricordarsi del monito di Almirante, il quale, quando bisognava compilare gli elenchi della direzione nazionale diceva così: “Bisogna distinguere nettamente la fase del è un cretino ma è mio amico dalla più delicata è un amico ma è un cretino” . […] La parola d’ordine è una sola e categorica, come diceva il protagonista del romanzo di Scurati: basta coglioni.