Estratto dell'articolo di Edoardo Sassi per il “Corriere della Sera – ed. Roma”
claudio abate 2
Fotografo e cantore di almeno tre generazioni di artisti, di cui ha raccontato mostre, performance e vita in atelier. A Claudio Abate (1943-2017) è dedicata la mostra inaugurata ieri al Maxxi, dal titolo Superficie sensibile , a cura di Ilaria Bernardi e Bartolomeo Pietromarchi, con circa 150 scatti che ne delineano l’intero cammino e che rimandano a fervide stagioni creative fra sperimentazione, Arte povera e concettualismo.
Un occhio-testimone, quello di Abate, grazie al quale eventi irripetibili — soprattutto a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta — sono stati invece fissati nelle storie dell’arte del secondo Novecento. Come quella volta — 14 gennaio 1969 — in cui alla galleria L’Attico di Roma, in un garage di via Beccaria, un giovane Jannis Kounellis ribaltava tutti i codici fino ad allora diffusi esponendo dodici cavalli vivi.
carmelo bene visto da claudio abate
O come nell’estate del 1972, 8 giugno, all’inaugurazione della trentaseiesima Biennale di Venezia, quando Abate scattò una foto quasi profetica, che in un istante metteva a confronto non solo due artisti, due generazioni, ma anche due mondi lontanissimi tra loro: da una parte Giorgio de Chirico, il pictor optimus alfiere del classicismo, còlto nel suo burbero cipiglio, e dall’altra il destinatario di quello sguardo sprezzante, Gino De Dominicis, il venticinquenne che aveva appena scandalizzato l’Italia intera — critici, visitatori, opinione pubblica — esponendo un ragazzo disabile come opera d’arte vivente. Queste e molte altre fotografie di Abate, di cui alcune inedite, si ritrovano nel percorso proposto dal Maxxi.
giorgio de chirico e de dominicis claudio abate
C’è anche il celebre scatto del 1968 con Pino Pascali che mima la posizione di un ragno accanto alla sua opera Vedova Blu e ci sono, ovviamente, le foto che evocano l’universo creativo di Carmelo Bene, di cui Abate documentò per un decennio il cinema e il teatro. Scatti diventati nel corso del tempo immagini-simbolo di un’epoca: il Living Theatre, i volti di Joseph Beuys, Mario Schifano, Giuseppe Penone, Fabio Mauri, Luigi Ontani, di un’ormai anziana Palma Bucarelli o quelli degli artisti internazionali di passaggio a Roma, come Roy Lichtenstein.
pino pascali archivio claudio abate
claudio abate 1 Claudio Abateso571 Claudio Abate da destra il barone giorgio franchetti tano festa fabio sargentini e anna paparatti alla galleria lattico roma 1972. foto di claudio abate carmelo bene visto da claudio abate 2
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