M.D.R. A.Mar. per “il Messaggero”
stalking
Ci risiamo. Il funzionario di Palazzo Chigi ossessionato dall'antipatia verso un collega più giovane, ha colpito ancora e senza rispettare le misure cautelari che i giudici gli avevano applicato all'inizio del mese. Questa volta l'uomo, R. G., 65 anni, è stato arrestato e per lui si prospetta il carcere, che era riuscito a evitare.
L'escalation di odio e persecuzione era esplosa settimane fa durante le quali, il collega, quarantenne, sposato e padre di due figli, è entrato sempre più pesantemente nel mirino dello stalker. Per lui vessazioni di ogni tipo: il funzionario statale, infatti, era arrivato fino a materializzarsi in raid notturni sotto casa del quarantenne e nella notte del 2 giugno era stato sorpreso a vandalizzare la sua macchina parcheggiata in strada. Il blitz gli era valso un altro ammonimento e gli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico.
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IL BRACCIALETTO Ma all'alba di mercoledì scorso, il funzionario di Palazzo Chigi è evaso di nuovo e si è recato un'altra volta sotto casa del quarantenne in zona Fidene, gli stessi che erano intervenuti il 2 giugno. Il 65enne ha imbrattato la cancellata di ingresso, sporcando le grate con ortaggi vari, cetrioli e patate. Ha poi scaraventato sul marciapiede formaggio e lasciato escrementi. Non contento, ha scavalcato il cancello e si è fatto male cadendo.
Nel frattempo, verso le 4 del mattino, non essendo più localizzati gli impulsi del braccialetto elettronico in casa, una volante si è recata nell'abitazione del funzionario e ha accertato che l'uomo fosse evaso dai domiciliari. Poi, alle cinque, lo stalker si è rifatto vivo sotto casa della vittima, collega con cui, tra l'altro, non avrebbe contatti diretti non essendo nemmeno nello stesso ufficio. È stato un poliziotto fuori servizio ad accorgersi di quello che stava accadendo e a intervenire.
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L'agente ha bloccato il funzionario e ha chiamato i colleghi del commissariato Fidene Serpentara. Così per la seconda volta il funzionario è finito in manette, ma questa volta c'è il serio rischio che rimanga in carcere. Dopo la bravata del 2 giugno, infatti, inizialmente finito a Rebibbia, gli erano stati concessi i domiciliari. Ora per il funzionario di Palazzo Chigi, si prospetta seriamente l'ipotesi del carcere. L'uomo è stato arrestato per atti persecutori, evasione e danneggiamento.
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