Maurizio Stefanini per “Libero Quotidiano”
eugene kaspersky.
Il Garante della Privacy ha aperto una inchiesta sull'uso dell'antivirus Kaspersky nella nostra Pubblica Amministrazione. Tre anni prima della guerra in Ucraina, il Senato Usa aveva deciso che affidare le reti dell'Occidente a un software creato da un informatico laureato presso la Facoltà di Matematica della Scuola Superiore del Kgb ancora in epoca sovietica (1987) configurava come minimo un comportamento a rischio. In Italia ci si è arrivati ora, sull'onda di una polemica di cui è stato elemento fondamentale anche una denuncia di Renato Farina su Libero.
CESARE DANGELO - KASPERSKY ITALIA
PROTEZIONE Il Garante per la protezione dei dati personali ha dunque aperto un'istruttoria per valutare i potenziali rischi relativi al trattamento dei dati personali dei clienti italiani effettuato dalla società russa che fornisce il software antivirus Kaspersky (anche se il nome non è fatto esplicitamente). L'iniziativa è stata intrapresa d'ufficio dall'Autorità, ma si è resa necessaria dopo l'attacco di Putin all'Ucraina, allo scopo di approfondire gli allarmi lanciati da numerosi enti italiani ed europei specializzati in sicurezza informatica sul possibile utilizzo di quel prodotto per attacchi cibernetici contro utenti italiani.
eugene kaspersky agente del kgb
Il Garante ha dunque chiesto a Kaspersky Lab di fornire il numero e la tipologia dei suoi clienti italiani, oltre a informazioni dettagliate sul trattamento dei dati personali effettuato nell'ambito dei diversi prodotti o servizi di sicurezza. Inclusi quelli di telemetria o diagnostici.
La società dovrà inoltre chiarire se, nel corso del trattamento, i dati siano trasferiti al di fuori dell'Unione europea, o comunque resi accessibili a Paesi terzi. Kaspersky Lab dovrà infine indicare il numero di richieste di acquisizione o di comunicazione di dati personali, riferiti a interessati italiani, rivolte alla società da parte di autorità governative di Paesi terzi, a partire dal 1° gennaio 2021, distinguendole per Paese e indicando per quante di esse Kaspersky Lab abbia fornito un riscontro positivo.
gabrielli kaspersky
Un linguaggio tecnico che indica comunque un inizio di azione, anche se più cauto rispetto al resto d'Europa. Mentre infatti l'Italia ancora indaga la Germania già ha deciso di rimuoverlo, e anche il Centro governativo di sicurezza informatica francese ha diramato un comunicato nel quale evidenzia come «nel contesto attuale, l'uso di alcuni strumenti digitali, in particolare gli strumenti della società Kaspersky, può essere messo in discussione a causa del loro legame con la Russia».
KASPERSKY
Il governo italiano starebbe comunque per varare una norma ad hoc per consentire alle pubbliche amministrazioni di disinstallare il software. Secondo la banca dati di Contrattipubblici.org., Kaspersky sarebbe utilizzato in Italia da ben 2384 enti. L'azienda e il fondatore provano a rassicurare sul fatto che il software non si presterà mai a condurre attacchi malevoli per conto del Cremlino.
Per questo motivo nel novembre del 2020 ha completato il trasferimento di tutti i suoi server in Svizzera, ed ha anche inaugurato un Centro per la trasparenza in Nord America. Però nel 2011 fu sequestrato da malviventi Ivan: figlio di Eugene Kaspersky e di sua moglie Natalya, a sua volta programmatrice e dell'azienda. co -fondatrice Dopo una richiesta di riscatto, fu salvato in capo a pochi giorni per un intervento dei Servizi russi sui cui retroscena non è mai stata fatta chiarezza.
eugene kaspersky
E la famiglia Kaspersky vive ancora ufficialmente nel Paese. Come spiega la testata specialistica Wired, «la tesi di numerosi esperti di sicurezza informatica è che la tecnologia stessa degli antivirus sia troppo invasiva per permettere che quelli installati in gangli vitali dell'amministrazione pubblica o delle imprese provengano da un Paese con cui si è in aperta ostilità.
kaspersky lab
Vedi Kaspersky e la Russia, che ha iscritto l'Italia nella lista dei Paesi ostili dopo che Roma si è unita alle sanzioni internazionali per l'Ucraina». «Per loro natura, gli antivirus sono software che decidono cosa è bene e cos' è male, cosa può passare e cosa dev' essere fermato, e lo fanno sulla base di liste di malware che sono conosciute solo dagli sviluppatori del software».
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