Zingaretti commissiona un sondaggio riservato per vedere come andrebbe se si candidasse a sindaco di Roma
— Il Portaborse (@ilPortaborse_) November 19, 2020
Estratto dell'articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”
NICOLA ZINGARETTI
Il sondaggio sulla Capitale dunque è stato “secretato”. Ma cosa si asseverava di così tanto proibito? Tra i nomi sondati per il Campidoglio, quello di Nicola Zingaretti è il più forte.
GIORGIA MELONI A QUARTA REPUBBLICA
Ma attenzione: nel centrosinistra. Perché, sempre a sentire qualche voce bene informata, il sondaggio dice anche un’altra cosa: il centrodestra unito vince. Dà le carte. E’ primo. Non solo: Giorgia Meloni in campo staccherebbe tutti di almeno 10 punti (al primo turno). E ancora, di converso: con Virginia Raggi in mezzo alla corsa il Pd ne uscirebbe molto depotenziato, con l’incognita ballottaggio per accaparrarsi le spoglie dei voti grillini.
NICOLA ZINGARETT
DOSSIER CAMPIDOGLIO
M.A. per il Messaggero
GIORGIA MELONI ALLA CAMERA
Ufficialmente i tre leader dicono che la guerra nucleare tra Lega e Forza Italia a livello nazionale non avrà alcun effetto sul difficile risiko della candidature per le amministrative della prossima primavera. In tante città e a Roma soprattutto. E tuttavia, se già prima era complicatissima la nomination del centrodestra per il Campidoglio adesso inevitabilmente il rompicapo non potrà che farsi ancora più difficile da sciogliere. Salvini, Meloni e Berlusconi erano partiti dicendo che la candidatura per Roma avrebbe simboleggiato l'armonia vigente nella coalizione, con tanto di indicazione di un nome non politico ma civico, e adesso però che l'armonia politica generale non regna più, affatto, la partita Campidoglio già in fase di stallo si sta complicando ulteriormente.
zingaretti
Se ieri si fosse tenuto il vertice tra Salvini, Meloni e Tajani con Berlusconi in video-collegamento, incontro in realtà vociferato e non realmente previsto, sarebbero state scintille. O scimitarre. Perché Roma è Roma ma è difficile sancire l'accordone su Roma quando intorno sta esplodendo tutto.
zingaretti
A fare le spese della nuova guerra parrebbe essere l'ipotesi Bertolaso. Sul suo nome, che non ha mai convinto la Meloni («Di sicuro un buon sindaco, ma non so se sia un buon candidato»), Salvini pareva convinto: «E' un uomo del fare, dinamico e concreto. Mi piace». E con Berlusconi su questo si era trovato. Ma il Berlusconi contiano o contista sta raffreddando la Lega sulla candidatura dell'ex capo della Protezione civile che a Silvio è caro da sempre.
Si stavano insomma facendo passi avanti, nonostante la freddezza della Meloni, e adesso invece crescono i dubbi - non solo nella Lega in verità - secondo questo ragionamento, figlio di queste ore di scontro aspro ma magari superabile in prospettiva: se Bertolaso diventa sindaco di Roma si accorda un minuto dopo con Conte e con il suo esecutivo, invocando il bene della Capitale bisognosa di un ottimo rapporto con Palazzo Chigi per risalire la china e secondo la dottrina Berlusconi-Letta più orientata al governismo che al salvinismo.
valter verini foto di bacco
Bertolaso, ammesso che si candidi e che vinca, sarebbe un sindaco di centrodestra che ammicca al centrosinistra? Questo è tutto da dimostrare, e la persona ha comunque una correttezza e una limpidità inattaccabili. Ma in questo momento di sospetti a tutto campo tra Lega e Forza Italia, ogni scenario anche il più dietrologico assume uno spessore più solido e contundente. L'attendismo del Pd - o meglio la sua incapacità di trovare un candidato per Roma - non facilita il centrodestra a darsi una mossa e a trovare la figura giusta per il Campidoglio nel proprio campo.
GUIDO BERTOLASO A IN ONDA
Il «tanto la sinistra sta messa peggio di noi» vale come alibi ma non risolve minimamente il problema. Intanto alla Meloni viene attribuito un gradimento nei confronti di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e questa possibilità verrà valutata dagli alleati. Ma le questioni nazionali, appunto, minano quella serenità di giudizio che su Roma, e giù giù anche sulle altre scelte da fare su Napoli, Milano, Bologna, Torino, è richiesta al massimo grado.
La prossima settimana («Ci dobbiamo sentire e decideremo il giorno giusto», dicono i leader) si terrà il vertice Salvini-Meloni-Berlusconi sulle amministrative, nella speranza che le ruggini di queste ore siano superate. Il che appare improbabile nonostante Salvini dica ai suoi: «Il collateralismo di Berlusconi con Conte è una bomba atomica che va disinnescata subito».
raggi
Ci riusciranno? Intanto, di possibile rinvio del voto di maggio nelle varie città a causa del Covid i tre non hanno mai parlato e il tema non rientrerà neppure nell'incontro che avranno nei prossimi giorni. Procrastinare il voto per il Campidoglio darebbe ai tre più tempo per la scelta (e anche a sinistra la speranza del rinvio viene accarezzata appassionatamente), ma diventerebbe anche un alibi per non confrontarsi subito e davvero, e la Capitale ha bisogno di decisioni vere e immediate.