marianna greco
Bepi Castellaneta per il “Corriere della sera”
L'intensità e la direzione delle coltellate alla gola che hanno provocato la morte. Ma anche i segni lasciati da quelle che potrebbero essere ferite da difesa, nel corso di una lotta disperata. E poi ci sono un' unghia spezzata, alcuni capelli che forse non sono della vittima e la posizione del corpo che lascia spazio a qualche perplessità.
Eccoli i tasselli che hanno stravolto il mosaico investigativo alimentando nuovi dubbi sulla morte di Marianna Greco, 37 anni, trovata cadavere nel letto di casa la mattina del 30 novembre del 2016 a Novoli, piccolo centro a una decina di chilometri da Lecce. In un primo momento gli investigatori avevano imboccato la pista del suicidio: la donna si sarebbe uccisa trafiggendosi il collo per quattro volte. Ma adesso, a distanza di poco meno di tre anni, la tragedia che ha sconvolto questo angolo di Salento si tinge di giallo e la Procura ipotizza il reato di omicidio volontario.
Nel registro degli indagati è finito il marito, Emanuele Montinaro, 44 anni, imprenditore, in precedenza accusato di istigazione al suicidio.
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L' uomo, che è già stato interrogato, si dichiara innocente e gli inquirenti precisano che il suo coinvolgimento è un atto dovuto per consentirgli di partecipare ai nuovi accertamenti tecnici che saranno decisivi per fare luce sulla tragica fine della donna, laureata in Scienze politiche e titolare di una tabaccheria a Lecce.
Le indagini sono dirette dal sostituto procuratore Stefania Mininni. Il magistrato ha disposto la riesumazione della salma e l' autopsia.
La svolta nell' inchiesta è stata impressa dalle indagini dei legali della famiglia della vittima. I genitori, Francesco Greco e Maria Luisa Metrangolo, ma anche la sorella gemella Giovanna, sono certi che Marianna non si sia suicidata: in tutto questo tempo hanno lottato per la riapertura del caso e insieme ai loro difensori hanno continuato a inviare nuovi atti in Procura senza tralasciare alcun dettaglio.
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I dubbi, le incongruenze, tutto ciò che secondo loro non quadra in questa storia le hanno evidenziate nelle carte trasmesse ai pm. Nei documenti si soffermano in particolare su un' unghia spezzata e tre tagli presenti su tre dita della mano destra, ritenuti compatibili con ferite da difesa. Altre perplessità sono invece legate alla posizione del corpo, coperto con un lenzuolo e adagiato in diagonale sul letto matrimoniale, e alle coltellate: non ci sarebbero fendenti di lieve intensità che invece sono spesso presenti nei casi di suicidio. Inoltre non sarebbero stati analizzati alcuni capelli biondi trovati sotto le unghie e vicino al collo.
Ma non è tutto: perché sempre secondo la famiglia sarebbero spariti messaggi telefonici e mail della vittima che - ritengono i parenti - attraversava una fase difficile del suo matrimonio. Il cadavere venne trovato dalla madre e dalla sorella.
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L' incarico per l' autopsia sarà affidato mercoledì al professor Francesco Introna dell' Università di Bari e al medico legale Roberto Vaglio. Ma ulteriori elementi potrebbero venire dall' esame delle immagini di videosorveglianza attorno all' ingresso della grande villa di via Volturno, dove si è consumata una tragedia.
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