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    IL GOLPE DI LOTITO: INVIA A MALAGÒ E VEZZALI UNA LETTERA DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE FIGC GRAVINA A NOME DELLA SERIE A. MA MOLTI CLUB NON L’HANNO NEMMENO LETTA - IL NUMERO 1 DELLA LEGA DAL PINO NON L’HA FIRMATA - COME AL SOLITO, LA LEGA A È SPACCATA: IL TORINO DELL'ARCINEMICO CAIRO, LA ROMA, IL MILAN, IL CAGLIARI SONO IMBUFALITI PER IL SALTO IN AVANTI DI LOTITO…


     
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    Da ilnapolista.it

     

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    Come spesso è accaduto in passato, Claudio Lotito infiamma i rapporti già abbastanza focosi che legano i club di Serie A. Stavolta il presidente della Lazio diventa protagonista di frizioni interne perché ha redatto una lettera inviata a nome di tutti gli altri club del massimo campionato al presidente del Coni, Giovanni Malagò e alla Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali senza però ricevere l’approvazione di tutti i colleghi presidenti. La vicenda è su tutti i principali quotidiani.

     

    La lettera in questione riguarda l’adeguamento dei quorum, ovvero il passaggio dalla maggioranza qualificata a quella semplice. Un cambiamento richiesto dal presidente della Figc Gravina già da tempo, sul quale i club hanno deciso di prendere tempo. Ma la missiva inviata a Coni e Governo è apertamente in polemica con Gravina.

     

     

    Il Corriere della Sera scrive:

     

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    “La nota, senza firme, porta in calce i nomi di tutte e 20 le società, ma non quella del presidente Paolo Dal Pino. Il testo è un atto di sfiducia a Gabriele Gravina, il presidente federale, che sulla Lega è in pressing e minaccia di commissariarla. Ma sul famigerato documento e soprattutto sui toni usati non tutti i presidenti sono d’accordo. Almeno otto nove i club contrari. Questione di forma e di sostanza. Volevano leggerne la versione finale e discuterne prima di inviarlo. Invece Lotito ha tentato il golpe. La lettera è stata preparata dagli avvocati Capellini (Inter), Romei (Sampdoria), Campoccia (Udinese) e Fanini (Verona) e sarebbe stata inviata attraverso la segreteria della Lega solo dopo essere stata approvata dal presidente della Lazio. Un’operazione che molti presidenti hanno contestato. Torino, Bologna, Roma, Milan, Genoa, Spezia, Cagliari e Empoli, forse anche il Venezia, non hanno gradito il salto in avanti di Lotito in un momento in cui servirebbe unità”.

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    Giovedì scorso, in Assemblea, i club avevano deciso di chiedere un parere alla Vezzali e al Coni,

     

     

    “ma l’input era di non arrivare allo scontro con la Federcalcio. Lotito ha cambiato le carte in tavola. Già quel giorno aveva tentato di forzare la mano, ma era stato respinto”.

     

    Ma Lotito non si è fermato. Nella lettera si definisce la richiesta della Figc

     

    «non conforme al diritto per la mancanza dell’indispensabile norma primaria che attribuisca un simile potere normativo alla Federcalcio e per la natura stessa della Lega che è un’associazione privata».

     

     

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    Ora la Lega fa sapere che si è limitata a inoltrare la lettera, mentre Malagò l’ha girata alla sezione consultiva del Collegio di Garanzia del Coni, il cui parere sarà vincolante sia per il Coni che per la Federcalcio.

     

    “Il caos regna sovrano. La Lega, tanto per cambiare, è spaccata”.

     

     

    Sulla lettera non c’è la firma di Dal Pino, scrive Repubblica, ci sono solo i nomi dei 20 club, senza nemmeno la firma dei rispettivi legali rappresentanti.

     

    Il Corriere dello Sport :

     

    “Non è stata inviata neppure per conoscenza a Gravina che certo non ha gradito il gesto. Inoltre non è stata scritta su carta intestata della Lega, ma su carta bianca, non porta le firme dei rappresentanti delle società (solo i nomi delle squadre)”.

     

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    Sempre La Repubblica:

     

    “Per alcuni club, la scelta di inviare quella lettera è stata un abuso“.

     

    La Gazzetta dello Sport scrive che ieri,

     

    “quando le agenzie hanno battuto il testo, sono cominciate ad arrivare le precisazioni da parte di diverse società, che spiegavano come non solo non avessero mai ricevuto la stesura finale, ma che il testo – letto in assemblea–dovesse essere alleggerito, tant’è vero che la parola «illegittimità delle norme» era stata in effetti cassata”

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