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    IL GOVERNO HA DECISO: IL MES SARÀ RATIFICATO. RESTA SOLO DA FAR DIGERIRE IL CETRIOLONE EUROPEO A CHI IN QUESTI ANNI HA GIURATO CHE NON L’AVREBBE MAI APPROVATO – IERI ALL’EUROGRUPPO DI BRUXELLES TUTTI SI SONO COMPLIMENTATI CON GIORGETTI, VISIBILMENTE IMBARAZZATO, PER I PASSI IN AVANTI SUL DOSSIER, SALVO POI DIRE CHE È “TUTTO NELLE MANI DEL PARLAMENTO” – LA PARTITA INCROCIATA CON IL PNRR: IN CAMBIO DEL SÌ AL FONDO SALVA STATI, ROMA CHIEDE IL VIA LIBERA ALLE MODIFICHE AL RECOVERY…


     
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    1. «LA RATIFICA DEL MES È IN MANO ALLE CAMERE» E GIORGETTI RILANCIA

    Estratto dell’articolo di Laura Cesaretti per “il Giornale”

     

    CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA

    Sulla riforma del Mes la strada è ormai da tempo tracciata: il governo Meloni firmerà il provvedimento di ratifica che il Parlamento italiano (buon ultimo in Europa, visto che ieri la neo-arrivata Croazia ha fatto sapere che lo approverà a giorni) voterà.

     

    […] La direzione di marcia è segnata, e che il sì italiano al Mes sia inevitabile lo dicono anche esponenti di destra come Gianfranco Fini o persino l'ex ministro Giulio Tremonti: «É un problema minore, la ratifica ci sarà». Per farlo, il governo - dopo aver dato assicurazioni all'Europa, da settimane in pressing - ha chiesto un po' di tempo, e infatti ieri le dichiarazioni degli esponenti Ue - incassata da Roma la promessa che l'ostruzionismo cesserà - erano improntate a prudente comprensione delle difficoltà italiane.

     

    paolo gentiloni valdis dombrovskis paolo gentiloni valdis dombrovskis

    Per il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, «pare esserci qualche progresso, quindi speriamo di poter confermare la ratifica». Anche il direttore del Mes Pierre Gramegna, che pochi giorni fa ha incontrato Meloni a Roma, si mostra sereno: «abbiamo avuto un ottimo scambio di opinioni, ora è tutto nelle mani del Parlamento italiano: dobbiamo rispettare le procedure democratiche in ogni paese».

     

    Mentre il commissario italiano alle Politiche economiche, Paolo Gentiloni, prova a riportare un po' di buonsenso nel confuso dibattito italiano: «La ratifica sarebbe certamente positiva, ma la decisione spetta al governo italiano. Vedremo in che termini e in che tempi verrà presa. Due cose sono sicure: l'Italia è stata tra i Paesi che circa due anni fa hanno deciso questa riforma, che è utile».

     

    GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

    Poi, sottolinea, «ciascun paese può decidere se utilizzare oppure no alcuni strumenti che il Mes mette a disposizione. Mentre la ratifica serve all'insieme dei paesi membri, a prescindere da chi lo utilizzerà oppure no».

     

    Ieri, a Bruxelles si è riunito l'Eurogruppo, con la partecipazione del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Che ha iniziato a mettere sul piatto il tema che il governo vuole spendersi come contropartita al via libera al Mes, ossia la revisione di alcuni punti del Pnrr. « C'è la necessità di rivedere la politica degli aiuti di Stato, che deve diventare meno burocratica e più flessibile», ha detto Giorgetti. «Questo deve valere anche per gli strumenti già costituiti», come Next Generation Eu. È un atto «doveroso», spiega, di fronte «soprattutto per le mutate condizioni di contesto economico, di prezzi e disponibilità di materiali». […]

     

    2. MES, LA UE LODA L'ITALIA GIORGETTI IMBARAZZATO "DECIDE IL PARLAMENTO"

    Marco Bresolin per “La Stampa”

     

    URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

    Le tensioni legate alla ratifica del Mes continuano a creare imbarazzo nel governo italiano.

    Questa volta, però, per ragioni opposte alle precedenti. Non è il pressing di Bruxelles a mettere in difficoltà l'esecutivo, bensì la valanga di complimenti ricevuti per i segnali positivi sull'ultimo tassello che manca per dare il via libera definitivo alla riforma del fondo Salva-Stati.

     

    […] Parole che non hanno affatto reso facile la giornata di Giancarlo Giorgetti. Dal Tesoro si sono infatti premurati di far sapere che «la decisione spetta al Parlamento», preoccupati che la valanga di elogi dei signori di Bruxelles possa mandare ulteriormente in agitazione quella parte della maggioranza che - al momento - ancora non vuole rassegnarsi alla ratifica. […] Ma all'interno del governo sta crescendo il timore che fare un passo in questa direzione possa avvicinare lo spettro della sfiducia, visto che a novembre il parlamento aveva impegnato l'esecutivo «a non approvare il disegno di ratifica del Mes».

     

    pierre gramegna e paschal donohoe pierre gramegna e paschal donohoe

    Per questo si aspetta un segnale dalle Camere, che per ora non sembra affatto nell'aria, anche per via del periodo pre-elettorale. La sensazione, però, è che le cose possano cambiare dopo le amministrative, in programma tra meno di quattro settimane. E di questo tutti sembrano essere consapevoli anche a Bruxelles.

     

    Pierre Gramegna, che è il nuovo direttore esecutivo del Mes, ieri ha avuto uno scambio con Giorgetti a margine della riunione. Al termine della quale è parso correre in soccorso del ministro: durante la conferenza stampa finale, mentre i suoi colleghi elogiavano il governo Meloni per i passi che sta compiendo, il lussemburghese ci ha tenuto a sottolineare che «ora è tutto nelle mani del Parlamento italiano» e che «dobbiamo rispettare il Parlamento italiano».

     

    Per Giorgetti, e per l'intero governo, la gestione della partita legata al Mes è una passeggiata sulle uova che va percorsa con estrema cautela. A Roma, ma anche a Bruxelles. L'Italia non può permettersi di fare una frittata perché sta entrando nel vivo la trattativa sulla creazione di un nuovo fondo comune per aiutare l'industria europea ad affrontare la transizione energetica e per rispondere ai sussidi americani. Non è certo il momento di alzare le barricate, per questo c'è l'esigenza di rassicurare i partner Ue sul Mes.

     

    matteo salvini claudio borghi matteo salvini claudio borghi

    […] La posizione del governo è dunque di sostegno alla proposta che arriverà verso la fine del mese dalla Commissione, ma Roma continua a chiedere che sia contestuale al lancio di un nuovo fondo comune. L'Italia è in buona compagnia, visto che anche altri - in primis la Francia - premono in questa direzione. Il problema sono i tempi. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto favorevole, ma al tempo stesso è consapevole delle diverse posizioni nazionali. […]

    meccanismo europeo di stabilita' 3 meccanismo europeo di stabilita' 3

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