Estratto dell’articolo di Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
IL GENERALE TEO LUZI E IL COLONNELLO LUCIO ARCIDIACONO
«Da oltre un anno indagavamo su tutte le persone con le stesse particolari patologie di cui soffre Matteo Messina Denaro […]». Teo Luzi è il comandante generale dei carabinieri, l'uomo che entrerà nella storia per aver messo fine alla latitanza del boss ricercato per trent'anni. […]
[…] «Nell'ultimo mese avevamo capito che il cerchio si stava stringendo e sapevamo che ogni momento poteva essere quello buono. […]».
[…] Un altro boss catturato in Sicilia, che addirittura si faceva ricoverare a Palermo e presumibilmente viveva a pochi passi da casa sua. Non lo ritiene una beffa?
«Le nostre ricerche si sono sempre concentrate in Sicilia, eravamo pienamente consapevoli di dover trovare un buco nella rete di protezione del capo. Ma è bene sapere che si tratta di una rete stretta e non facilmente penetrabile […]».
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Che cosa intende?
«Avevamo un pool di investigatori dedicati esclusivamente a questa indagine e con un gioco di squadra […] siamo riusciti ad afferrare il filo giusto. Il metodo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa è […] raccolta di tantissimi dati informativi dei reparti dei carabinieri, intercettazioni telefoniche e ambientali, verifiche sulle banche dati dello Stato, interrogatori».
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[…] C'è chi dice che Matteo Messina Denaro si è consegnato, chi parla di una nuova trattativa tra la mafia e lo Stato. Avete negoziato?
«Non ci sono misteri, né segreti inconfessabili. Abbiamo indagato per anni e anni e abbiamo lavorato per fargli terra bruciata intorno. Fino a questo risultato straordinario che deve essere dedicato a tutte le vittime di mafia».
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