Manuel Grimaldi
Gianluca Baldini per “la Verità”
Il governo ha emanato un decreto legislativo secondo cui, nelle tratte marittime per le quali è prevista almeno una sosta in un porto italiano, le compagnie devono assumere solo personale comunitario (quindi anche italiano) se vogliono usufruire dei benefici fiscali e contributivi previsti dalla legge 30/98, quella che regola il registro internazionale marittimo.
Questo decreto ha fatto arrabbiare non poco Confindustria e la sua emanazione marittima, Confitarma, la confederazione italiana degli armatori, capeggiata dal presidente Manuel Grimaldi, numero uno di Grimaldi Group, colosso italiano da 10.000 dipendenti. La confederazione guidata Grimaldi non ci sta per un motivo semplice: i marinai nati nell'Ue costano molto di più di quelli extracomunitari. Quanto?
Secondo il responsabile marittimo di Fit-Cisl Calabria, Vincenzo Fausto Pagnotta, il costo di un marinaio abilitato italiano, al minimo contrattuale e in dollari, è di 5.129 al mese contro i 977 che è il minimo previsto dall' Interna tional Labour Organization, l' agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di regolare le condizioni dei lavoratori. La Confindustria degli armatori sostiene che, così facendo, si mette nelle mani delle compagnie straniere un vantaggio competitivo tutt' altro che trascurabile.
Manuel Grimaldi
La nuova norma provocherà, secondo le stime Confitarma, la perdita di 1500 posti di lavoro italiani e il cambio di bandiera di molte compagnie che non vogliono sottostare a decreti tanto stringenti. Dando uno sguardo all' ultimo bilancio dell'azienda del presidente di Confitarma, nel 2015, si vede che la compagnia ha speso 329,2 milioni di euro per il personale (310,9 nel 2014), poco più del 10% del fatturato che l' anno scorso è stato di 2,82 miliardi di euro (in salita rispetto ai 2,61 miliardi del 2014).
Vincenzo Fausto Pagnotta
E con i ricavi in salita, anche gli utili ne hanno beneficiato. L' anno scorso il gruppo ha messo da parte 403 milioni di euro rispetto ai 244 del 2014. Ma non è tutto oro quello che luccica: sul fronte patrimoniale, l' azienda presenta una quantità notevole di crediti commerciali. Nel bilancio 2015 sono arrivati a 591 milioni di euro - ancora in crescita rispetto ai 466 milioni del 2014 - e pesano ormai per il 10% delle attività.
Con numeri come questi, aumentare le spese del personale sarebbe arduo. Con 3.428 marittimi a libro paga (circa un terzo del personale), ciò significa che il gruppo spende in media ogni anno per i suoi marinai circa 100 milioni di euro. Ipotizzando che il 50% di questi non venga dall'Ue (la percentuale non è indicata a bilancio), questo comporterebbe un esborso notevole in più per un gruppo come Grimaldi.
CONFITARMA
Certo, c' è chi sostiene che non sia solo una questione di soldi ma anche di sicurezza perché i marinai comunitari sarebbero più preparati e quindi più capaci in caso di emergenza. Fatto sta che il governo dovrebbe trovare al più presto una soluzione per non far perdere competitività al settore e dare allo stesso tempo lavoro a personale italiano. In questo momento penalizzato.