Estratto dell’articolo di Gia. Sal. per “il Fatto quotidiano”
pier silvio berlusconi
Il ripensamento è avvenuto per volontà del ministero della Cultura di Gennaro Sangiuliano, d’accordo con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Troppo forti le proteste delle associazioni dei produttori italiani del cinema sul governo che ogni giorno parla di sovranismo e di Made in Italy. Così nel nuovo Testo unico sui Servizi media audiovisivi approvato ieri in Consiglio dei ministri è saltato il favore a Mediaset che, come raccontato dal Fatto, era stato accolto dalla maggioranza di destra in commissione Cultura alla Camera.
Il Biscione, tramite la memoria depositata dal direttore delle relazioni istituzionali Stefano Selli, aveva chiesto di tagliare gli obblighi di investimento per le serie e i film italiani indipendenti dal 12,5 al 10% e dimezzare dal 3 all’1,75% quelli sui film italiani eliminando l’obbligo per le opere degli ultimi cinque anni.
sangiuliano meloni
Una richiesta di flessibilità per rispondere alla concorrenza delle piattaforme streaming Netflix, Prime Video e Disney. In un primo momento la destra aveva accolto la richiesta nel parere parlamentare ispirato dal governo, ma ieri quei due tagli sono stati sbianchettati nel testo definitivo approvato in Consiglio dei ministri su proposta del ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso.
Per le tv lineari resterà l’obbligo di investire una quota dei propri introiti netti annui in Italia “non inferiore al 12,5%”, mentre la sotto quota per le opere cinematografiche di espressione originale italiana sarà ridotta solo dal 3,5 al 3% rispetto alle richieste di dimezzamento all ’1,75% di Mediaset.
Resta intatto invece l’obbligo di investire il 75% per le opere prodotte negli ultimi cinque anni. Era proprio questa la soglia che aveva fatto protestare maggiormente le associazioni dell’industria cinematografica italiana che chiedevano al governo di fare un passo indietro per evitare di danneggiare l’intero settore. Un comunicato che è stato rilanciato a poche ore dal Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio.
pier silvio berlusconi
L’unica norma che potrebbe, anche se indirettamente, favorire Mediaset è l’imposizione alle piattaforme di una quota di investimento dal 50 al 70% per le opere indipendenti italiane. […]
Una decisione, quella di far saltare le richieste di Mediaset, che certifica il rapporto altalenante tra il governo e l’azienda di Pier Silvio Berlusconi. Legami che si sono incrinati a ottobre scorso quando Striscia La Notizia aveva pubblicato dei fuori onda imbarazzanti di Andrea Giambruno che avevano provocato la rottura con la premier Meloni. […]
silvia toffanin pier silvio berlusconi