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    CAPODANNO COL BLOCCO – IL GOVERNO OFFRE AI SINDACATI UN MESE IN PIÙ DI STOP AI LICENZIAMENTI, CHE DOVREBBE ESSERE PROROGATO FINO AL 31 GENNAIO. PER LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA NON BASTA: BISOGNA ARRIVARE ALMENO FINO AL 21 MARZO, RISCHIANO IL LAVORO ALMENO 1 MILIONE DI PERSONE E LA CRISI SOCIALE È DIETRO L’ANGOLO – TRA CASSA INTEGRAZIONE E AMMORTIZZATORI, C'È GRANDISSIMA CONFUSIONE SU CHI POTRÀ AVVIARE LE PRATICHE PER I LICENZIAMENTI COLLETTIVI. LE MULTINAZIONALI SI PREPARANO A USARE LE FORBICI


     
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    1 – BLOCCO DEI LICENZIAMENTI, IL GOVERNO OFFRE IL 31 GENNAIO

    Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

     

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    Maratona notturna tra governo e sindacati sulla proroga del blocco dei licenziamenti. Il governo, con un prossimo decreto legge è pronto ad allungare il blocco fino al 31 gennaio 2021: un mese in più di quanto prospettato finora, per allinearlo alla scadenza dello stato d' emergenza.

     

    Verrebbe inoltre prorogata la cassa integrazione: altre 18 settimane utilizzabili fino a giugno, secondo quanto detto ieri sera dai ministri dell' Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, ai vertici di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno però rilanciato chiedendo di allungare il blocco dei licenziamenti.

    MAURIZIO LANDINI GIUSEPPE CONTE MAURIZIO LANDINI GIUSEPPE CONTE

     

    Bisogna arrivare «almeno fino al 21 marzo», ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini. La segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, ha chiesto che il blocco dei licenziamenti vada «di pari passo» con la proroga della cig. «La crisi sociale è dietro l' angolo», ha ammonito il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Posizioni distanti che hanno portato alla sospensione del vertice e a un nuovo appuntamento nella notte.

     

    PIERPAOLO BOMBARDIERI, ANNAMARIA FURLAN MAURIZIO LANDINI PIERPAOLO BOMBARDIERI, ANNAMARIA FURLAN MAURIZIO LANDINI

    I ministri Gualtieri e Catalfo hanno sottolineato la preoccupazione per «una data x» dopo la quale potrebbe partire un' ondata di licenziamenti. Per questo hanno auspicato una trattativa che veda allo stesso tavolo sindacati e imprese sulle misure di gestione della fuoriuscita dal blocco dei licenziamenti: potenziamento degli ammortizzatori e politiche attive del lavoro.

     

    Il governo vuole legare la proroga del blocco non più alla cig autorizzata ma solo a quella utilizzata. Non ha proposto invece un' ipotesi di contributo aggiuntivo per le imprese che licenziano, che pure era stata valutata dai tecnici. Misura che del resto troverebbe indisponibile Confindustria, che ha incontrato i due ministri ieri mattina.

    giuseppe conte roberto gualtieri giuseppe conte roberto gualtieri

     

    La posizione del presidente Carlo Bonomi è nota: solo in Italia c' è il blocco dei licenziamenti per così tanto tempo, questa condizione va superata. Nel frattempo le imprese chiedono di non aggravare i loro costi con altri balzelli, dopo quelli introdotti dal decreto Agosto (contributi del 9-18% per le aziende che utilizzano la cig, escluse quelle con un calo del fatturato superiore al 20%).

     

    Il governo scioglierà i nodi con un decreto legge nelle prossime settimane. Fino ad allora resta in vigore il blocco dei licenziamenti, prorogato l' ultima volta col dl Agosto, che ha legato lo stesso blocco alla cassa integrazione. Esso dura infatti finché l' azienda ricorre alla cig, che, per quelle che l' hanno richiesta in maniera continuativa, scade a metà novembre. Di qui l' urgenza di intervenire per evitare che sotto Natale si verifichi un' ondata di licenziamenti che, secondo la Cgil, potrebbe riguardare un milione di lavoratori.

    carlo bonomi foto di bacco (2) carlo bonomi foto di bacco (2)

     

     

    2 – MULTINAZIONALI PRONTE ALLA MANNAIA «IN ARRIVO LICENZIAMENTI DI MASSA»

    Camilla Conti per “la Verità”

     

    Le multinazionali si preparano a usare le forbici in Italia. I radar sono accesi da settimane sull' evoluzione della norma che ha congelato i licenziamenti, unico caso in Europa, generando incertezza tra le big dell' industria.

     

    Come ha scritto ieri La Verità, però, il governo si avvia verso lo sblocco: dal 16 novembre le aziende che avranno utilizzato l' intero pacchetto di ammortizzatori richiesto e non faranno ulteriore domanda, potranno avviare le pratiche per i licenziamenti collettivi individuali.

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    Quelle che non hanno mai usato la Cig dovranno invece attendere il primo gennaio 2021 per valutare eventuali scissioni di contratto. Mentre nel complesso, con l' avvio del 2021, si tornerà alle vecchie regole del mercato: no licenziamenti se si utilizza la Cig, sì ai licenziamenti collettivi o individuali per tutte le altre aziende nei limiti del codice civile e dei contratti.

     

    Cosa faranno a quel punto le multinazionali? Le grandi aziende si trovano in sofferenza e sono alla ricerca di soluzioni alternative per la cessazione dei rapporti che non possono più mantenere, mediante piani di incentivazione all' esodo, isopensioni (l' esodo dei lavoratori anziani) e accordi individuali.

    giuseppe conte carlo bonomi 2 giuseppe conte carlo bonomi 2

     

    La conferma arriva da Fabrizio Spagnolo, partner dello studio legale Cms e responsabile del dipartimento del lavoro, che assiste numerose multinazionali e ha frequenti contatti con i colleghi spagnoli, inglesi, tedeschi e spagnoli. «Le esternalizzazioni delle funzioni, che in una situazione di normalità consentirebbero il riassetto organizzativo e la riduzione del personale, sono già state poste in essere, quindi molte realtà si trovano al momento a sopportare costi del lavoro senza reali benefici», spiega l' avvocato alla Verità.

     

    Sottolineando che bisogna cominciare a tenere conto della diversa situazione di ciascun settore: «Nel turismo e nella ristorazione, ad esempio, ci sono delle perdite di fatturato senza precedenti e il costo del lavoro nel bilancio costituisce una delle voci più gravose; ci sono anche settori che si stanno riprendendo, in cui tenere bloccate le aziende è controproducente. Occorre considerare infatti che alcune realtà hanno l' esigenza di cominciare a riorganizzarsi ed eventualmente assumere nuovi profili, ma finché permane il blocco non possono muoversi».

     

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    Se per la Cgil, una volta tolto il «tappo» ai licenziamenti, saranno a rischio un milione di posti di lavoro, per le imprese questo divieto rischia di tradursi anche in un blocco alle nuove assunzioni. Proprio ieri sera si è tenuto un incontro tra i vertici delle tre principali sigle sindacati, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, e quello dell' Economia, Roberto Gualtieri, che nei giorni scorsi si è detto disponibile a mettere nuovamente mano alle norme.

     

    PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO

    Secondo Spagnolo, a pesare è proprio l' incertezza. «A oggi riceviamo indicazioni contrastanti. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha dichiarato che non è pensabile un ulteriore blocco dei licenziamenti.

     

    Ciononostante, ci sono voci di una proroga con un decreto ad hoc della cassa Covid per tutto il 2020, che è sempre stata abbinata al divieto di licenziamento. Il governo ha proposto ai sindacati di valutare soluzioni alternative come la conferma del blocco solo per i licenziamenti collettivi, oppure la possibilità di ricorrere ai licenziamenti individuali per ragioni economiche in presenza di politiche attive o di servizi di outplacement. Nella prima bozza di legge di bilancio 2021 si profila una nuova proroga della cassa integrazione assegno ordinari Fis tra 9 e 18 settimane nel 2021, che è quindi collegata al blocco dei licenziamenti».

     

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    Non solo. Il divieto dei licenziamenti è ancora differenziato in relazione all' utilizzo della cassa integrazione Covid o dell' alternativo esonero contributivo. Inoltre, la normativa non consente agli esperti di fornire risposte con ragionevoli margini di certezza, forzando gli operatori a ricercare soluzioni prudenziali per evitare conseguenze catastrofiche in termini di rischio contenzioso.

     

    «Permane il dubbio, mai risolto dal legislatore, per esempio, su cosa accade a quelle imprese che non intendano ricorrere alla Cig del decreto agosto e non siano in condizioni di (o non vogliano) accedere all' esonero contributivo per non aver fruito di precedenti integrazioni salariali», spiega l' avvocato.

    nunzia catalfo giuseppe conte nunzia catalfo giuseppe conte

     

    Secondo un primo orientamento, il blocco non si applicherebbe ai datori che non si trovano nelle condizioni di usufruire della Cig o dell' esonero; secondo altri, sarebbe preclusa la possibilità di licenziare sino al 31 dicembre 2020 anche a chi non intende usufruire della Cig o non può accedere all' esonero. «Questa ultima posizione presenterebbe uno scenario paradossale, in cui il divieto penalizzerebbe maggiormente chi non utilizza risorse pubbliche», aggiunge Spagnolo.

    Pierpaolo Bombardieri 1 Pierpaolo Bombardieri 1

     

    Per il quale restano anche i dubbi di incostituzionalità sul blocco, per contrasto con l' articolo 41 della Costituzione, giacché esso incide pesantemente sulla libertà di impresa.

    «Eppure, le soluzioni prudenziali non lasciano molti spiragli alle possibilità che le imprese si ritengano esonerate dalle suddette restrizioni, soprattutto in considerazione delle difficoltà di dover dimostrare in giudizio l' impossibilità di ricorrere alla cassa Covid».

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