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    FISH AND CHIP - IL GOVERNO VUOLE CONVINCERE INTEL A RADDOPPIARE L’INVESTIMENTO IN ITALIA: NEL LORO PROGETTO PER L’EUROPA DA 80 MILIARDI, IL NOSTRO PAESE PRENDERÀ LA FETTA PIÙ PICCOLA DELLA TORTA (4,5 MILIARDI) MENTRE IL RESTO SE LO CUCCHERANNO FRANCIA E GERMANIA - L’ESECUTIVO SAREBBE PRONTO A DARE UN CONTRIBUTO FINO AL 40% DELL’INVESTIMENTO PROGRAMMATO - LO SCAZZO GIORGETTI-COLAO


     
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    pat gelsinger di intel 1 pat gelsinger di intel 1

    R. E. per “la Stampa”

     

    Il governo punta non solo ad agevolare il prospettato ingresso di Intel in Italia ma anche a convincere il gruppo americano a raddoppiare l'investimento nel nostro Paese rispetto ai 4,5 miliardi fin qui prospettati.

     

    GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

    Per questo, come riporta l'agenzia internazionale Reuters, sarebbe pronto a dare un contributo fino al 40% dell'investimento programmato. La situazione è nota: la scarsità dei semiconduttori e la dipendenza dai fornitori asiatici del mercato europeo hanno portato il colosso dei chip con sede a Santa Clara a varare un programma di investimenti nel Vecchio Continente. Si tratta di circa 80 miliardi nell'arco di un decennio.

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    Si parte con 33 miliardi e la parte del leone, almeno in partenza, la farà la Germania. A Magdeburgo sorgeranno due nuovi stabilimenti da 7 mila addetti. Ma il piano interessa altri cinque paesi europei. Tra di essi c'è l'Italia, dove sono in corso negoziati per individuare il sito (si punta a una short list a 2 entro un mese) che ospiterà la struttura per il packaging dei semiconduttori e il loro assemblaggio finale.

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    Nulla è scontato e il governo punta ad ottenere di più. Rientra in quest' ottica l'idea di offrire un contributo che dovrebbe andare dal 30 al 40% dell'investimento complessivo di Intel nel Paese. L'ultima parola sarà dell'Europa con cui Roma sarebbe già in trattative: occorrerà il semaforo verde di Bruxelles per autorizzare gli aiuti di Stato offerti non solo dall'Italia ma anche dagli altri Paesi europei interessati dal piano di Intel.

     

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    Che punta proprio su sussidi e incentivi per comprimere i costi della sua campagna europea e combattere ad armi quanto più pari con l'Asia. Roma ha già messo sul piatto 4,15 miliardi di qui al 2030 per attirare operatori del settore dei chip e delle tecnologie innovative. Con Intel in palio, per l'Italia, c'è un ruolo in un mercato strategico oltre a nuova occupazione. Si prevedono 1.500 nuovi posti di lavoro diretti e 3.500 indiretti.

     

    L'impianto sarà operativo fra il 2025 e il 2027. Se Intel punta molto sulla struttura italiana per cui in corsa ci sono 5 siti tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia, l'Italia lavora per favorire un rilancio americano .

     

     

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