Camilla Conti per “La Verità”
TRUMP TWITTER
«Non festeggio né mi sento orgoglioso di dover bandire @realDonaldTrump da Twitter o come siamo arrivati qui. Dopo un chiaro avvertimento che avremmo intrapreso questa azione, abbiamo preso una decisione con le migliori informazioni che avevamo in base alle minacce alla sicurezza fisica sia su Twitter che fuori. Era corretto?».
donald trump parler twitter
È questo il primo di tredici brevi messaggi pubblicati nella notte di mercoledì - nel gergo del social network si chiama thread per indicare una discussione sviluppata da singoli utenti - con cui il gran capo di Twitter, Jack Dorsey, ha spiegato la sua scelta di bandire il presidente uscente Trump dalla piattaforma. Con una lunga riflessione che però rivela anche qualche indizio sulla futura strategia del colosso tech. Fare soldi con i bitcoin.
dorsey twitter
Cosa ha cinguettato Dorsey? «Abbiamo affrontato circostanze straordinarie e insostenibili che ci hanno costretto a concentrare tutte le nostre azioni sulla sicurezza pubblica», si legge nel post del Ceo, secondo cui il pericolo che le conversazioni online producano danni reali è conclamato e concreto. Il nostro obiettivo in questo momento è quello di disarmare il più possibile», prosegue Dorsey riconoscendo però che bannare un account «ha implicazioni reali e significative. Nonostante ci siano chiare e ovvie eccezioni, ritengo che un ban rappresenti un fallimento per noi nel promuovere un dibatto sano».
donald trump twitter
Al contrario «i divieti frammentano la conversazione pubblica. Ci dividono. Limitano il potenziale per chiarirsi, redimersi e apprendere. Il ban inoltre crea un precedente a mio avviso pericoloso: il potere che un individuo o un'azienda esercita su una parte della conversazione pubblica globale».
jack dorsey audizione
Uno degli aspetti relativi alla politica di regolamentazione dei contenuti infatti è che gli utenti sono liberi di spostarsi altrove, se non si trovano d'accordo con le regole adottate da quella determinata piattaforma.
«Questo concetto tuttavia è stato messo in discussione la scorsa settimana quando diversi provider di servizi Internet hanno deciso di non ospitare ciò che ritenevano pericoloso», ha aggiunto riferendosi indirettamente a Facebook, Youtube e a Snapchat.
jack dorsey 45
«Sebbene tali azioni potrebbero essere giustificate al momento attuale, «nel lungo termine potrebbero essere distruttive per il nobile scopo e gli ideali di un Internet aperto», ha poi sottolineato Dorsey. Quasi un mea culpa, ma solo all'apparenza. Perché il vero punto dove mister Twitter vuole arrivare è un altro. Lo si capisce a metà del ragionamento quando improvvisamente Dorsey vira su un argomento a lui assai caro: i bitcoin.
jack dorsey
«Una tecnologia Internet fondamentale che non è controllata o influenzata da nessun singolo individuo o entità. Questo è ciò che Internet vuole essere e nel tempo lo sarà ancora di più. Stiamo cercando di fare la nostra parte finanziando un'iniziativa attorno a uno standard decentralizzato aperto per i social media. Il nostro obiettivo è essere un cliente di questo standard per il livello di conversazione pubblica di Internet. Noi lo chiamiamo Blu Sky», ovvero cielo blu.
Al netto dei nomi stilosi e della narrazione che piace tanto ai dem - il «cattivo» è stato silenziato sacrificandolo sull'altare della democrazia - Dorsey e altri big social della Silicon Valley hanno capito che la bolla sta per scoppiare, che il business model delle piattaforme social è arrivato a fine corsa e va rivisto.
jack dorsey
Senza dimenticare che la mossa «democratica» varata dopo la rivolta in Campidoglio piace molto ai fan del presidente designato Joe Biden ma meno a Wall Street dove hanno perso terreno le azioni di Twitter (solo dall'insediamento di Trump quattro anni fa erano balzate del 160%) che si ritrova con meno utenti e quindi una minor capacità di attirare inserzionisti.
BITCOIN
Ecco perché il capo di Twitter sta lavorando al nuovo modello decentralizzato per i social media (ovvero non di proprietà di una singola piattaforma) plasmato dalla cosiddetta tecnologia blockchain, tecnologia usata per i bitcoin che possa «fornire un sistema affidabile in un ambiente sfiduciato». E farlo guadagnare.
Perché Dorsey è anche al timone di Square, una società di pagamenti su Internet, che ha acquistato 50 milioni di dollari di bitcoin come parte di una scommessa sulla criptovaluta.
bitcoin
Non solo. Per conto di Square, il magnate della tecnologia sta combattendo contro una proposta federale che costringerebbe la società a monitorare con maggiore attenzione le transazioni di criptovaluta.
Il co-fondatore di Twitter ha criticato le regole proposte dal Financial Crimes Enforcement Network statunitense in una lunga lettera aperta: i regolamenti richiederebbero a Square e ad altre istituzioni finanziarie di raccogliere il nome e l'indirizzo fisico di chiunque invii o riceva più di 3.000 dollari di criptovaluta in una singola transazione. Le società dovrebbero riferire tali informazioni ai federali per transazioni superiori a 10.000 dollari.
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Dorsey sostiene che richiedere tali informazioni creerebbe un obbligo oneroso per le società finanziarie e le nuove regole potrebbero offrire ai consumatori un incentivo a utilizzare i propri portafogli di criptovaluta invece di fare affidamento su società consolidate come Square.
Ricordando anche, nella lettera, che non esistono requisiti di registrazione così rigidi per le grandi transazioni cash: «se una madre ha dato a sua figlia 4.000 dollari in contanti, la figlia potrebbe depositare i soldi in una banca senza che questa debba raccogliere alcuna informazione sulla madre».
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La lunga serie di post pubblicati mercoledì notte dal numero uno di Twitter si conclude con questo messaggio: «Tutto ciò che impariamo in questo momento migliorerà i nostri sforzi e ci spingerà ad essere ciò che siamo: un'umanità che lavora insieme». Affinché il cielo sia sempre più blu, soprattutto per Dorsey.