Guido Olimpio per www.corriere.it
Zaharie Ahmad Shah pilota del volo malaysia airlines
Zaharie Ahmad Shah, il pilota del jet malese MH370 scomparso, è diventato, quasi subito, il sospettato numero uno. E su di lui sono state costruite teorie su teorie. Alcune plausibili, intriganti, ma prive di riscontri decisivi. Magari gli elementi esistono, però non lo sappiamo.
La fonte malese
L’ultimo a rilanciare la tesi è stato l’ex premier australiano Tony Abbott. Un alto funzionario malese – ha detto il politico in un’intervista – aveva espresso il sospetto che dietro la tragedia ci fosse un gesto suicida del comandante. Un’idea condivisa all’interno dell’establishment. La notte dell’8 marzo 2014 il jet in viaggio da Kuala Lumpur a Pechino con 239 persone a bordo sarebbe stato «dirottato» dallo stesso Shah e poi fatto schiantare nel sud dell’Oceano Indiano, a sud ovest delle coste australiane.
Il profilo negativo
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La ricostruzione di Abbott si aggiunge a quelle uscite in questi anni. Esperti autorevoli e ricercatori improvvisati hanno gettato tutto sulle spalle dell’ufficiale fornendone un profilo negativo. Shah era depresso – dicono -, stretto tra guai in famiglia e molte avventure sentimentali, era insoddisfatto. Dettagli emersi dalle testimonianze di alcuni amici e colleghi, giudizi non condivisi da tutti. Nell’abitazione del capitano c’era un simulatore di volo dove il pilota avrebbe provato un’infinità di volte la rotta verso sud: su questo punto gli inquirenti malesi ribattono sottolineando di non aver riscontrato anomalie collegabili al giallo dell’aereo.
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La fase finale
Non c’è neppure identità di vedute sulla fase finale. Il 777 dopo aver virato, improvvisamente a sinistra, in concomitanza con il passaggio di consegne tra le torri di controllo – momento ritenuto sospetto – ha proseguito verso nord ovest e ha compiuto un’ennesima virata piegando a sud. C’è chi ritiene che Shah abbia allontanato dalla cabina il copilota, de-pressurizzato la cabina e indossato la maschera ad ossigeno, quindi avrebbe fatto planare in mare il suo aereo con una manovra controllata.
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Le deviazioni sul percorso non sono state eseguite dal computer, bensì dallo stesso ufficiale. Nel report dell’ente aeronautico australiano si afferma, invece, che il Boeing è precipitato quando ha esaurito il carburante, senza nessuno ai comandi. Posizioni contrapposte con numerose varianti e distinguo.
Molti scenari
In questa storia sono apparsi molti scenari.
A) L’intervento di «terza parte» (un dirottatore?);
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B) Fuoco a bordo, avaria;
la round island nell oceano indiano
C) La distruzione da parte di un missile;
D) Abbattuto da un caccia perché si temeva un nuovo 11 settembre;
E) Il jet atterrato da qualche parte: dalla base di Diego Garcia ad una nell’Asia centrale. E a questo proposito uno studio ha calcolato che ve ne erano a disposizione oltre 600;
F) L’azione di un’intelligence per impadronirsi di un carico top secret o di un nucleo di passeggeri particolari;
G) L’uccisione di un console onorario malese in Madagascar, nell’agosto 2017, è stata collegata – senza prove – al ritrovamento di alcuni rottami sulle coste africane e ritenute parti del 777 svanito.
Zaharie Ahmad Shah comandante del volo malaysia airlines
Un mix di misteri, sortite mediatiche, annunci ad effetto, speculazioni.
Le indagini
rottame rinvenuto alle maldive
Nell’imminenza del nuovo anniversario si riparla di un supplemento di indagine con eventuali ricerche del relitto in zone non esplorate. Guardate più a nord, è stato l’appello di alcuni. Contatti sono in corso tra malesi e una compagnia texana specializzata in operazioni subacquee, tuttavia si è ancora in una fase interlocutoria. Ad oggi l’unica vera inchiesta ancora aperta è quella della Francia, che vuole dare una risposta alle famiglie dei passeggeri francesi.
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