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    IL KING È NUDO – ESCE IN ITALIA LA BIOGRAFIA DEL RE DELL’HORROR SCRITTA DA BEV VINCENT, CHE SMENTISCE ALCUNE LEGGENDE SUL GRANDE SCRITTORE E NE SVELA I LATI NASCOSTI – “È INCLINE ALLA DIPENDENZA. QUANDO NEL 1999 FU QUASI UCCISO DA UN'AUTO, INIZIÒ AD ASSUMERE UN POTENTE ANTIDOLORIFICO, DI CUI DIVENNE SCHIAVO” – “DA GIOVANE SCRIVEVA UN ROMANZO LA MATTINA E NE REVISIONAVA UNO LA SERA” – “LE SUA PAURE? ODIA I RAGNI E PRENDERE L'AEREO. E HA IL TERRORE DELLA DEMENZA SENILE”


     
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    Marco Consoli per “il Venerdì di Repubblica”

     

    BIOGRAFIA Stephen King. La guida definitiva al Re DI BEV VINCENT BIOGRAFIA Stephen King. La guida definitiva al Re DI BEV VINCENT

    C’è l'idea secondo cui Stephen King, che lo scorso 21 settembre ha compiuto 75 anni, sarebbe apparso all'improvviso sulla scena editoriale nel 1974 con Carrie, il primo di una lunga serie di romanzi (e racconti) di successo venduti in oltre 400 milioni di copie.

     

    Bev Vincent nelle prime pagine di Stephen King. La guida definitiva al Re (Mondadori Electa), volume che ne ripercorre vita e carriera con un magnifico apparato di foto e documenti dell'archivio personale dello scrittore, smentisce subito la leggenda: quando pubblicò il romanzo, King scriveva già da più di vent' anni, e i suoi primi testi ancora acerbi erano stati comprati dai compagni di scuola, pubblicati su riviste specializzate, ma anche rifiutati da vari editori e futuri colleghi.

     

    «Il più famoso mai pubblicato si intitola Sword in the Darkness: forse era troppo ambizioso, visto che aveva al centro le rivolte razziali nell'America degli anni Sessanta, e fu respinto. Così fu anche per un manoscritto inviato al celebre collezionista Forrest J. Ackerman, che lo conservò e glielo fece rivedere anni dopo. Non tutto di quel periodo però è andato sprecato: Squad D, respinto dallo scrittore di fantascienza Harlan Ellison, è stato pubblicato, così come poi L'uomo in fuga e La lunga marcia», spiega Vincent, a sua volta autore prolifico: ha pubblicato decine di racconti e saggi, incluso The Dark Tower Companion, guida ai romanzi del ciclo La torre nera, e il volume Odio volare, che include 17 storie dell'orrore sull'aerofobia, curato proprio insieme a King.

     

    STEPHEN KING STEPHEN KING

    «Ci conosciamo dagli anni Novanta, e anche se ci siamo visti poche volte ci scriviamo regolarmente via email per suggerirci libri gialli o serie tv. Le ultime che gli sono piaciute sono Cinque giorni al Memorial e Cabinet of Curiosities».

     

    Che tipo è?

    «La gente pensa sia strano, ma è una persona normalissima, con uno spiccato senso dell'umorismo. Ed è un tipo molto generoso: mi ha intervistato sulla mia passione per i suoi romanzi sul mensile The Big Thrill e rilanciato il mio tweet con la data di pubblicazione della biografia. Dopo averla letta mi ha inviato una mail di apprezzamento».

     

    Non tutti i fan di King sono come lei...

    STEPHEN KING CON LA MOGLIE TABITHA STEPHEN KING CON LA MOGLIE TABITHA

    «Qualcuno ogni tanto perde il contatto con la realtà. Una volta un fan è entrato in casa sua a Bangor, nel Maine, minacciando di farsi saltare in aria se non lo avesse voluto incontrare. Però questo e altri episodi simili non lo hanno mai fatto sottrarre a incontri, letture, firmacopie dei libri. Eppure molti hanno pensato che Misery volesse parlare proprio del suo rapporto coi fan».

     

    E invece?

    «Parlava, sotto forma di metafora, dell'evento che più di ogni altro ha influenzato la sua vita: la dipendenza dalla droga e dall'alcol. King ha iniziato a bere al liceo e a usare cocaina poi, probabilmente per sopportare il successo. Come ha detto più volte, è un uomo incline alla dipendenza.

     

    Quando nel giugno 1999 fu quasi ucciso da un'auto, per riprendersi iniziò ad assumere un potente antidolorifico, di cui poi divenne schiavo. È riuscito a disintossicarsi grazie all'ultimatum dei suoi cari. I suoi libri sono pieni di personaggi simili a sé, dall'alcolista Jack Torrance di Shining, all'uomo che nel recente Fairy Tale (edito in Italia da Sperling & Kupfer, ndr) si rompe una gamba e ha paura di diventare schiavo degli oppioidi».

     

    stephen king 3 stephen king 3

    È vero che King iniziò a scrivere Misery su una scrivania appartenuta a Rudyard Kipling?

    «Sì, era appena arrivato a Londra al Brown Hotel e aveva quella storia in testa, così chiese al concierge un luogo tranquillo per scrivere. Quello lo fece accomodare a una scrivania, e quando King finì alcune pagine gli rivelò che era appartenuta a Kipling, che per giunta era morto proprio lì. Ma King ha lavorato ovunque: una volta mi ha mandato una pagina scritta in aereo...».

     

    Come ha fatto a pubblicare oltre sessanta romanzi e innumerevoli racconti in meno di cinquant' anni di attività?

    stephen king 1 stephen king 1

    «Lui racconta di produrre sei pagine al giorno, cioè più di duemila l'anno. Quando era giovane scriveva un romanzo la mattina e ne revisionava uno la sera. Ha dichiarato di riposarsi solo il giorno del suo compleanno, a Natale e per la festa del 4 Luglio. Poi ha anche detto che non era vero...».

     

    Quando ha iniziato a scrivere?

    «Molto presto, attorno ai sei anni, forse anche in seguito alla necessità di passare un lungo periodo a letto per una brutta tonsillite. All'inizio scriveva adattamenti dei fumetti o dei film che amava poi, incoraggiato dalla madre, ha iniziato a produrre storie originali. Una delle prime riguardava quattro animali fatati impegnati ad aiutare i bambini: il capo era il coniglio bianco Signor Orecchie Magiche».

     

    stephen king 2 stephen king 2

    Chi è stato fondamentale per il suo successo?

    «Ad inizio carriera il suo editor, Bill Thompson, che lo aiutò per la pubblicazione di Carrie, riscrivendo con lui il finale troppo fantascientifico. E non è vero che, una volta diventato famoso, nessuno ha più corretto i suoi romanzi: King stesso ha ammesso che La storia di Lisey gli è stato restituito dall'editor Nan Graham con più segni rossi di quanti ne trovasse nei temi del liceo.

     

    Il vero perno del suo successo però è sua moglie Tabitha (sposata nel 1971, ndr): era la sua prima lettrice, e fu proprio lei a suggerire di mettere un test di gravidanza nella borsetta di Jo, la moglie morta dello scrittore Mike Noonan in Mucchio d'ossa. E fu sempre lei a ispirare La storia di Lisey sistemandogli l'ufficio disordinato mentre era in ospedale. Quando King tornò e vide tutto quell'ordine ebbe l'idea di scrivere della moglie di uno scrittore defunto».

    COPERTINA DEL LIBRO DI STEPHEN KING COPERTINA DEL LIBRO DI STEPHEN KING

     

    Oggi il patrimonio di Stephen King ammonta a centinaia di milioni di dollari, ma lei ricorda che c'è stata un'epoca in cui sbarcava a malapena il lunario...

    «Dopo la nascita della figlia Naomi, Stephen e Tabitha dovettero procurarsi un lavoro. Lei lo trovò in un negozio di ciambelle, lui in una lavanderia, un'esperienza che poi gli è servita per scrivere il racconto Il compressore. Un altro, Graveyard Shift, è ispirato a uno dei tanti lavoretti extra fatti per arrotondare lo stipendio del primo incarico da insegnante: pulire il seminterrato di un mulino dismesso.

     

    Riusciva già a vendere qualche racconto per 200 dollari, ma la sua vita è cambiata solo quando ne ha incassati 200 mila per i diritti dell'edizione tascabile di Carrie. Oggi equivarrebbero a più di un milione».

     

    Nel libro lei dice che King trae spesso ispirazione da idee balzane. E che gli dà più soddisfazione farsi guidare dai personaggi che avere già in mente una trama definita.

    «Ha detto qualcosa del genere proprio riguardo a Rose Madder e Insomnia, i suoi romanzi più pianificati. Io ho cercato, scrivendo il libro, di ritrovare, per ogni romanzo la scintilla iniziale. Spesso erano idee cui è difficile ricondurre poi il testo finale, come Billy Summers, avviato partendo dall'immagine di un uomo che guarda dalla finestra di un seminterrato i piedi dei passanti».

     

    it clown stephen king it clown stephen king

    C'è un romanzo che King ha scritto ma che lui proprio non sopporta?

    «Una volta ha detto che sulle 700 pagine di Le creature del buio ce ne sono solo 300 decenti».

     

    King è considerato il re del terrore. Ha capito da dove nasce la sua fascinazione e di che cosa ha veramente paura?

    «È affascinato dall'horror fin da quando era bambino e ascoltava di nascosto da sua madre Dimension X, un programma radio di fantascienza. Quanto alle sue paure, non sono soprannaturali ma molto terrene: odia i ragni e prendere l'aereo. Oggi credo abbia il terrore della demenza senile: gli impedirebbe di continuare a scrivere».

     

    STEPHEN KING 4 STEPHEN KING 4

    Una volta ha dichiarato che probabilmente dopo la morte non c'è nulla. Ma quella di King non era una famiglia religiosa?

    «Sua madre lo era molto (il padre è andato via di casa quando lui aveva due anni, ndr) e Stephen ha frequentato la Chiesa metodista. Ma, a giudicare da come dipinge i suoi personaggi più credenti, come la madre di Carrie o Sylvia Pittston ne La torre nera, non penso sia molto religioso.

     

    Quanto all'ipotesi che dopo la morte non ci sia nulla, per King non è quella peggiore: in Revival ci ha raccontato un aldilà in cui gli uomini vivono pene dell'inferno».

     

    Quasi tutti i romanzi e i racconti di King sono diventati film o serie tv. Che rapporto ha con questi adattamenti?

    CARRIE LO SGUARDO DI SATANA DI BRIAN DE PALMA CARRIE LO SGUARDO DI SATANA DI BRIAN DE PALMA

    «Ottimo, perché è stato fortunato. Brian De Palma e Stanley Kubrick, adattando Carrie e Shining, hanno contribuito al suo iniziale successo.Dopo l'epoca d'oro degli anni 80, tutti hanno iniziato a ispirarsi a lui, e la qualità di film e serie è peggiorata. Ma la sua politica è rimasta la stessa: essere coinvolto in prima persona o restarne fuori, senza vie di mezzo».

     

    È vero che ha ceduto i diritti di alcuni suoi racconti per un dollaro?

    «Sì, anche se il suo commercialista non approvò. I diritti furono ceduti ad aspiranti registi, purché i film non fossero sfruttati commercialmente. Tra i beneficiari c'è anche Frank Darabont, che adattò La donna nella stanza, prima di dirigere Le ali della libertà e Il miglio verde».

     

    Che rapporto ha con i critici?

    stephen king e la moglie tabitha 3 stephen king e la moglie tabitha 3

    «All'inizio quasi tutti lo consideravano uno scrittore minore, finché nel 2003 ha ricevuto il riconoscimento della National Book Foundation. Ma credo che la svolta sia arrivata già prima, nel 1997, quando passò all'editore Scribner: Mucchio d'ossa, con i suoi riferimenti a Rebecca, la prima moglie, è forse uno dei primi romanzi in cui King mostra una spiccata sensibilità letteraria».

     

    Quali sono gli altri scrittori che apprezza di più?

    «Tantissimi, è un avido lettore. Lovecraft e Bradbury, ma anche quelli citati ricevendo il National Book Award: Elmore Leonard, Peter Straub, John Grisham, Dennis Lehane. E poi autori di gialli come Donald Westlake e Lawrence Block. Con molti suoi amici, come David Morrell e Linwood Barclay, si scambia i manoscritti per reciproci consigli, prima della pubblicazione».

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