Marco Calabresi per il “Corriere della sera”
barbara bonansea
«Papà, io voglio giocare a calcio. Voglio parare come Laura Giuliani, difendere come Elisa Bartoli, correre come Barbara Bonansea e segnare come Cristiana Girelli». Firmato, una bambina.
Il Mondiale femminile sta segnando un punto di non ritorno. Era ora. E non servirà aspettare ottobre per scegliere dove iniziare a giocare. Proprio nelle stesse ore in cui la Nazionale di Milena Bertolini conquistava la qualificazione ai quarti di finale, la Roma ha organizzato due giorni di «Open Day» al centro sportivo Pio XI per bambine nate dal 2011 al 2013, con la possibilità per i genitori di conoscere lo staff che si prenderà cura delle piccole calciatrici.
Un anno fa, di questi tempi, la Roma ufficializzò l' ingresso nel calcio femminile: la prima squadra in serie A (quarto posto dietro Juventus, Fiorentina e Milan), con il settore giovanile che ha invece preso a piene mani dalla Res Roma, che fino al 2018 rappresentava la massima espressione del calcio femminile nella Capitale. Considerando le bambine fino ai 12 anni, età limite per la scuola calcio, nella passata stagione la Roma ha avuto circa 70 bambine iscritte: numero che sale a 110 comprendendo anche le categorie agonistiche, Under 15 e Under 17.
barbara bonansea
La domanda, però, è cresciuta in maniera impressionante, e risulta difficile fare proiezioni - l' interesse generato con questo Mondiale era inimmaginabile solo un mese fa - su quello che potrà essere il numero di tesserate per il prossimo anno. Due i campi di allenamento: il Pio XI (a due passi da San Pietro) e l' Acqua Acetosa, ma è capitato spesso che il club abbia organizzato incontri a Trigoria per far conoscere alle bambine anche i giocatori della squadra maschile. La Lazio, che ha la prima squadra in serie B, si è mossa proprio in queste settimane, aprendo le iscrizioni alla nuova scuola calcio, per le bambine nate dal 2007 al 2012: nei 350 euro della quota di iscrizione annuale è previsto il kit di allenamento, l' abbonamento valido per la tribuna Tevere e lo sconto del 30% sulla quota del fratello iscritto. L' attività si svolgerà al campo Melli, al Torrino.
barbara bonansea
A San Giovanni, la Romulea è diventata Centro di Formazione Inter. A Milano, il club nerazzurro ha assorbito la squadra femminile poi promossa in serie A; al campo Roma, invece, la scuola calcio femminile va avanti da due stagioni. Non solo Roma e Lazio, quindi: nell' ultima stagione, sono state circa 700 le donne tesserate per il comitato regionale laziale (di cui Alba Leonelli è responsabile per l' attività femminile da 14 anni), ma anche questo è un numero che a ottobre andrà aggiornato con l' effetto-azzurro.
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Negli ultimi anni è capitato sempre più spesso di vedere 15enni già in campo nei campionati nazionali. Nell' ultima serie B, oltre alla Lazio, c' erano anche la Roma calcio femminile (che ha un suo settore giovanile, come il Grifone Gialloverde, squadra di serie C) e la Roma Decimoquarto, retrocessa in C e raggiunta dalla Res Women, ripartita dall' unico girone regionale di Eccellenza, formato da 11 squadre. Calcio, ma anche calcio a 5: la Lazio, che gioca al PalaGems di Tor di Quinto, colleziona scudetti a livello giovanile, ha raggiunto la finale di Coppa Italia e ha una scuola calcio a 5 femminile strutturata.
All' aperto o al coperto, se una bambina vuole giocare a calcio, può farlo: ha solo l' imbarazzo della scelta.
PAZZI PER LE AZZURRE IL MONDIALE CAMBIA IL PUBBLICO DELLA TV
Emanuela Audisio per la Repubblica
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Un miliardo. È l' audience a cui punta il Mondiale donne. Con 7 squadre europee su 8 nei quarti. E se il presidente Donald Trump, grande fan del soccer, e Megan Rapinoe, capitana Usa che non ha cantato l' inno, continuano a guerreggiare via tweet, magari ci si arriva. Lei: «Non andrò alla fottuta Casa Bianca». Lui: «Finisci il lavoro, prima di parlare, e onora la maglia». Si sa, tra i due (da tempo) non corre buon sangue.
Ma la vera notizia è un' altra: le donne nel calcio preferiscono gli uomini. Almeno in Francia sembra essere così. Alt all' euforia: dietro al boom degli ascolti (Francia-Brasile ha fatto registrare 11,4 milioni di telespettatori in patria), non ci sono tifose donne, ma fedeli amanti del pallone, che trascina comunque. Insomma, in Francia l' audience è maschile (70% contro 30%): a vincere è l' attaccamento al calcio. Non solo, ma l' anno scorso, per il Mondiale degli uomini in Russia, la percentuale delle donne che seguiva le partite era leggermente maggiore (44% contro l' attuale 42%). Lo dice Jean Pierre Panzani, direttore de l' istituto Mediametrie.
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«Trattasi di retaggio culturale atavico, gli uomini fanno più sport, conoscono le regole». Concorda Emile Leclerc, direttore di Odoxa, istituto di sondaggi: «Sei uomini su dieci hanno visto almeno una partita del mondiale, contro quattro donne su dieci. Però il pallone sta diventando più femminile: davanti al video il 40% è donna, anche se il 31% dichiara di non interessarsi allo sport». C' è un effetto boomerang: le francesi seguono per curiosità, perché il Mondiale è in casa, e per empatia con le loro ragazze (multiculturali).
L' ascolto femminile è cresciuto: dal 27% di un match serale della Division 1 (la serie A) al 33% del Mondiale. Ma François Pellissier, direttore dello sport della rete TF1 (che trasmette in chiaro) va oltre: «Sono dettagli, quello che conta è che il Mondiale femminile ha voltato pagina, ora è considerato un evento internazionale, per questo anche se la Francia uscirà nei quarti, noi continueremo a mandarlo in onda in diretta e in prima serata».
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In Italia, la partita con la Cina martedì ha incollato alla tv 4 milioni 579 mila telespettatori con uno share record del 35.67%. Il pubblico che ha visto la partita degli ottavi sulla Rai aveva un' età media di 62 anni (contro i 55 per l' ultima partita degli azzurri di Mancini contro la Bosnia, ma in prima serata) ed era composto per il 45% da donne. Su Sky, il pubblico femminile finora è stato del 34%, mentre due spettatori su 3 hanno più di 45 anni. «Forse adesso ci credete anche voi che stiamo meglio in campo che in cucina», ha scritto Bonansea sui social.
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Mentre le azzurre sono tornate verso il nord e oggi avranno una giornata libera, crescono i numeri sui social con una community di oltre 120 mila utenti (Twitter con una componente più maschile). Ma tutto questo porta investimenti al calcio femminile o sono solo bollicine da sbornia? Intanto per il campionato francese donne è arrivato un sponsor da un milione di euro a stagione per tre anni, inoltre la federazione investirà parte dei 15 milioni guadagnati con la Coppa del Mondo nel calcio femminile.
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Molto più di un aiuto. Calcolando che le giocatrici francesi che guadagnano di più sono quelle del Lione, campione d' Europa: Wendie Renard e Amandina Henry prendono 29 mila euro al mese (premi esclusi).
Ottimi stipendi rispetto all' Italia dove le cifre non possono nemmeno essere ufficiali perché il professionismo non esiste. Ma sempre molto molto meno degli uomini. Il gap salariale sarà anche giusto, ma Lloris, portiere e capitano dei Bleus, prende 15 volte di più. Aspettando che l' audience faccia da Zorro.
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