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    “ABBIAMO PREPARATO LA QUERELA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO SALVINI” - IL LEGALE DI CAROLA RACKETE: “NON È FACILE RACCOGLIERE TUTTI GLI INSULTI CHE SALVINI HA FATTO IN QUESTE SETTIMANE E ANCHE LE FORME DI ISTIGAZIONI A DELINQUERE, COSA CHE È ANCORA PIÙ GRAVE SE FATTA DA UN MINISTRO DELL’INTERNO. NEL CIRCUITO DI QUESTI LEONI DA TASTIERA ABITUATI ALL’INSULTO, È LUI CHE MUOVE LE ACQUE DELL’ODIO - ESPULSIONE? DIFFICILE PER I CITTADINI COMUNITARI”


     
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    Da www.radiocusanocampus.it

    MEME - CAROLA RACKETE COME LA ISOARDI IN BRACCIO A SALVINI MEME - CAROLA RACKETE COME LA ISOARDI IN BRACCIO A SALVINI

     

    L’avv. Alessandro Gamberini, difensore di Carola Rackete, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

     

    Sull’attuale posizione di Carola Rackete. “Carola Rackete rimane attualmente indagata per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e del reato previsto dall’articolo 1100 del Codice della navigazione –ha affermato Gamberini-. Io mi sono subito affrettato a dire che abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra. Il procedimento continua. Carola è tornata libera senza alcuna limitazione e il giudice ha sgombrato il campo dalla possibilità che quella della Guardia di finanza possa essere considerata nave da guerra. Espulsione?

    carola rackete salvini carola rackete salvini

     

    Quando esiste un procedimento a carico di una persona, è fisiologico che venga chiesta l’autorizzazione al magistrato, il quale deve concedere un nullaosta rispetto all’espulsione di una persona, addirittura accompagnandola alla frontiera. Per i cittadini comunitari l’espulsione deve essere accompagnata da un provvedimento che ne sottolinei i validi motivi. Lasciamo perdere la propaganda truculenta che la qualifica come delinquente, quella che è abituato a fare il ministro dell’interno in maniera invereconda e irresponsabile, il giudice ha detto che non c’è nulla, che quella condotta è stata nell’ambito di una risposta ad una situazione drammatica che c’era a bordo.

     

    la foto di carola rackete nell'hotspot della polizia a lampedusa la foto di carola rackete nell'hotspot della polizia a lampedusa

    Trattare come nemico principale una barca che ha salvato 50 naufraghi che si avvicina alle nostre coste è davvero ridicolo, considerando che contemporaneamente sono arrivati a Lampedusa centinaia di migranti con dei barconi. La battaglia contro le Ong è una battaglia pregiudicata, si è scelto un nemico.

     

    L’ong salva dei naufraghi in male nei limiti delle proprie possibilità, accusare le ong di essere responsabile di un’invasione barbarica è ridicolo. L’ong non fa politica. Abbiamo fornito alla Procura un report dettagliato di come è avvenuto il salvataggio. Il tema è evidente che non può essere quello di dirci: dovete portare i migranti in Libia. Chiunque sa che quello non può essere considerato un porto sicuro”.

    CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

     

    Salvini ha detto che se Carola non avesse forzato l’attracco, il Viminale il mattino dopo avrebbe autorizzato lo sbarco. “Questo non era stato assolutamente comunicato a Carola. Lei è una giovane, brillante comandante di nave, ma forse non è abituata ai giochini politici di cui Salvini è maestro. Questa barca atteso due settimane che qualcuno autorizzasse lo sbarco, non è stato detto e fatto nulla e quindi ha deciso di sbarcare. Ci sono dei report medici che evidenziano situazioni drammatiche di alcuni migranti a bordo. Alcuni minacciavano di buttarsi per raggiungere a nuoto la riva, altri di suicidarsi. La fiducia di una soluzione era venuta meno”.

    CAROLA RACKETE CAROLA RACKETE

     

    Sulle possibili querele. “Come Sea Watch noi abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazioni a delinquere nei confronti di Carola, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’interno. Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto, è lui che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente”.

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