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    TENETEVELO PURE! - FABRIZIO POZZOBON, L’EX CONSIGLIERE LEGHISTA CHE È PARTITO PER LA SIRIA PER ARRUOLARSI NELLE MILIZIE ANTI-ASSAD, SAREBBE STATO RAPITO PROPRIO DA LORO (O DAI ‘COLLEGHI’ DELL’ISIS) PERCHÉ RITENUTO UNA SPIA E PER UTILIZZARLO COME MERCE DI SCAMBIO O CHIEDERE UN RISCATTO ALLE AUTORITÀ ITALIANE - LE RIVELAZIONI DEL PADRE DI UN FOREIGN FIGHTER ARRESTATO IN ITALIA


     
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    fabrizio pozzobon fabrizio pozzobon

     

    (ANSA) - E' stato "utilizzato da interprete nelle conversazioni" tra Fabrizio Pozzobon, l'idraulico veneto ed ex consigliere leghista sparito dopo essere partito per la Siria e forse arruolatosi nell'Isis e i suoi "rapitori", i miliziani di Assad, Saged Sayed Fayek Shebl Ahmed, il 23enne foreign fighter di origini egiziane e latitante, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per terrorismo internazionale che ha invece portato in carcere il padre Sayed Fayek Shebl Ahmed, ex combattente mujaheddin in Bosnia e residente in provincia di Como. Lo si legge nel provvedimento del gip Carlo Ottone de Marchi che, citando la vicenda, ha voluto attestare "l'inserimento di Saged nel circuito terroristico internazionale, essendo egli conosciuto e fidato, tanto da fungere da interprete" nel caso dell'artigiano scomparso.

    fabrizio pozzobon fabrizio pozzobon

     

    Secondo la ricostruzione del giudice, padre e figlio sarebbero coinvolti anche nella vicenda di Pozzobon, sfiorata dalle indagini del pm Enrico Pavone e del responsabile dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili. All'inizio dell'inchiesta è stato proprio il padre a raccontare agli investigatori della Digos di Como che il primogenito gli aveva comunicato di essere stato utilizzato come interprete nel rapimento dell'italiano.

     

    Pozzobon, in base a quanto raccontato dal ragazzo al padre e trascritto nell'ordinanza del gip De Marchi, nel mese di dicembre 2016 avrebbe raggiunto la Siria "con l'intento di arruolarsi nelle truppe jihadiste ribelli al regime di Bashar Al Assad" ma "i miliziani lo avrebbero rintracciato in un villaggio ubicato in una zona non meglio definitiva della Siria, posta al confine con la Turchia, e trattenuto contro la sua volontà dopo averlo condotto in un luogo montuoso non meglio definito, perché ritenuto una spia e, comunque, per poterlo eventualmente utilizzare nella mediazione di scambio di prigionieri con le truppe governative siriane o per chiedere un riscatto alle autorità italiane

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