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1. HEZBOLLAH, MIGLIAIA IN PIAZZA ASPETTANO DISCORSO NASRALLAH
(ANSA) - Migliaia di persone, seguaci di Hezbollah, stanno affluendo nelle piazze della periferia sud di Beirut, roccaforte del movimento armato filo-iraniano, il discorso del segretario generale del Partito, Hasan Nasrallah, previsto per le 15 locali (le 14 in Italia). La tv al Manar di Hezbollah mostra le immagini dei vari assembramenti, con una folta partecipazione di donne e bambini.
2 .PARLA NASRALLAH, SCUOLE CHIUSE PER TIMORE DI PALLOTTOLE VAGANTI
HEZBOLLAH IN LIBANO
(ANSA) - Le scuole e gli uffici pubblici nella periferia sud di Beirut, roccaforte degli Hezbollah libanesi, rimangono chiusi oggi in occasione dell'atteso discorso del leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, per timore che le pallottole vaganti, sparate in aria in segno di giubilo dai fucili automatici dei seguaci del movimento sciita, possano ferire o uccidere studenti e altri civili. In Libano è molto comune sparare in aria in segno di festa con fucili automatici, pistole e mitragliatori, in occasioni di battesimi, matrimoni, feste di laurea e discorsi politici dei vari leader confessionali.
3. LE MANI DI HEZBOLLAH SU UNA BEIRUT AL TRACOLLO OGGI PARLA NASRALLAH
Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
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Beirut ha tutto per essere una città bellissima, spiagge bianche con montagne ricche d’acqua alle spalle. Lo skyline di grattacieli fa pensare che la modernità l’abbia anche migliorata. Oggi però tutto ciò vale come un fondale di cartapesta. Basta camminare nelle sue strade per vedere una città moribonda. […]
Quattro anni fa la banca centrale aveva un tesoro da 33 miliardi di dollari. Oggi è ridotto a 8 senza aver salvato la lira libanese, svalutata dell’85%. Chi prendeva uno stipendio in moneta locale è alla fame. Lo stesso per i risparmi. Quelli in lire libanesi sono bruciati, quelli in dollari sono congelati nelle banche. Il risparmio privato era tra i più alti al mondo (25 mila dollari a testa). Di 137 miliardi di dollari, ne rimangono 90, ma nessuno può ritirarli. I correntisti protestino pure, assaltino le filiali, niente.
MURALE CHE INNEGGIA AGLI ATTACCHI TERRORISTICI DI HAMAS, A BEIRUT
A Beirut l’elettricità arriva un’ora al giorno. L’acquedotto è fermo. Gli autisti dei mezzi pubblici stanno a casa perché non ci sono soldi per il diesel degli autobus. Al confine con Israele, l’esercito pattuglia solo perché l’Onu riempie i serbatoi dei mezzi, distribuisce cibo e medicine ai soldati. I militari sono stati autorizzati ad accettare un «doppio lavoro» per mantenere la famiglia. La polizia non è altrettanto fortunata, nessuno paga il pieno alle volanti e così la piaga del Libano della guerra civile si è riaperta. In mancanza di Stato sono i gruppi confessionali a sostituirlo: cristiani maroniti, sciiti, drusi, sunniti si organizzano per auto protezione.
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[…] A due passi dal campo profughi di Sabra e Shatila (massacro israelo-maronita di palestinesi nell’82) cominciano i quartieri sciiti controllati da Hezbollah. Non vedi i guardiani, ma loro vedono te. Ci sono le bandiere gialle del movimento, le cassette delle elemosine per i «martiri» della guerra di «resistenza» (identiche a quelle di Teheran), le scritte contro «gli assassini di bambini di Gaza» e i manifesti per il generale iraniano Soleimani ucciso da un raid americano, ma soprattutto ci sono ospedali, pulmini che sostituiscono quelli pubblici, generatori per chi non può permetterseli e il «Centro per i martiri», una sorta di Inps privato di Hezbollah che dispensa pensioni e sussidi.
Cristiani e sunniti non sono altrettanto organizzati.
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Queste comunità pagano i servizi privatamente, fanno a meno dello Stato perché possono permetterselo. Gli sciiti da sempre più poveri no. Chi è precipitato nell’indigenza a causa della crisi guarda spesso a Hezbollah come all’unico supporto disponibile indipendentemente dalla religione.
Hezbollah controlla il governo, la banca centrale, gran parte dell’esercito, la magistratura e il suo prestigio politico è in costante crescita. È filo iraniano e integralista religioso, ma non perde tempo (e consensi) ad imporre il velo alle donne. Ci sono cose più importanti su cui dividersi.
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Oggi il leader di questa macchina che da bellica è diventata anche amministrativa ed economica parlerà al Paese. Tutto il Libano si fermerà ad ascoltarlo perché è da lui che dipende se ci sarà guerra o pace. L’uomo che comparirà in tv si chiama Hassan Nasrallah, ha 63 anni, il turbante nero dei discendenti del Profeta e un carisma più evidente della barba folta.
Parla un arabo raffinato e può definirsi «piccolo soldato di Teheran» senza perdere prestigio. Cos’ha deciso Nasrallah? […] ha giurato che libererà Gerusalemme e qualcosa dovrà pur dire e fare per aiutare i palestinesi di Gaza. Ma ha anche tanto da perdere ora che controlla il Libano. Per quasi un mese ha riflettuto su come agire. E finora non ha quasi mai sbagliato. Un graffito nel suo quartiere dice: per risolvere la questione ci vuole pazienza.
SALEH AL AROURI, ZIAD AL NAKHALAH E HASSAN NASRALLAH - VERTICE TRA HAMAS, JIHAD ISLAMICO E HEZBOLLAH HEZBOLLAH hassan nasrallah